Ho un contenitore di cedro sulla testa, dentro ci sono tutte le lacrime delle mie figlie. Uno zaino sulle spalle in cui mettono le loro paure.
Sono porto, centrifuga, filo da stendere.
Sono piena di tasche in cui infilo ciò di cui hanno bisogno. A volte mi sembra di averle riempite tutte invece loro trovano uno spazio in cui stipare, arrotolare, comprimere.
Sono crepuscolo. Sono il ramo dell’albero in cui dondolavano il loro corpo di bambine. Sono il cortile della scuola in cui le ho aspettate.
Sono marea che spazza via le preoccupazioni e non si dimentica di lasciare doni: una conchiglia, una chela, un vetrino.
Sono il Natale, la calza appesa sul camino che non c’è. La donna sull’uscio che le aspetta. Sono tutte le cose che hanno perso.
Sono sala d’attesa, passaggio a livello, fermata di un treno. Sono cavo che traina. Sono i vestiti che non gli vanno più. Sono corpo che invecchia.
Sono traliccio di vite. La vanga che smuove la terra. La mano che posa il seme. Sono rebus e soluzioni.
Sono il passo che lentamente arretra. Sono la libertà che ho concesso.
Sono la madre. All’occasione ho un contenitore di cedro sulla testa dentro ci sono tutte le lacrime delle mie figlie e pure le mie. Ho uno zaino sulle spalle in cui mettono le loro paure. Sono la donna sull’uscio che le accoglie.
Sono l’estate sotto l’inverno.
Penny
I primi di ottobre è uscito questo mio albo, le illustrazioni, così come quelle del blog sono di mia figlia. Un modo diverso di pensare la genitorialitá. Un’eredità per i figli.
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
Spettacolare…. il tuo modo di scrivere..e di farmici immedesimare!! ..senza parole.
MEGA ABBRACCIO❤
Penso a noi donne.