Ci basta un cappello a tesa larga per contenere l’anno che ci stiamo lasciando alle spalle.
Le malinconie intrecciate. I cuori riparati dei figli, le paure dei nostri padri e delle nostre madri stanno tutti lì dentro.
Conteniamo cura, fonte inesauribile. I musi, le negazioni, tutte le volte in cui non siamo state credute.
Immagini e ruoli, dentro anche quelli.
Nascondiamo le denigrazioni sul corpo, le sconfitte; ogni volta che non ci siamo sentite abbastanza brave, abbastanza forti, abbastanza capaci.
Quando pensavamo di essere morte. Quando abbiamo pianto i nostri morti.
Conteniamo i sorrisi che dobbiamo dispensare, fili d’argento spuntano qua e là senza che ce ne accorgiamo.
La storia passata e quella che inventiamo, insieme alle favole della sera, per sollevare i nostri bambini dalle brutture del mondo.
Le mani che abbiamo stretto, piccole o rugose, siamo noi che teniamo il filo della stessa esistenza.
Non smettiamo mai di spazzolare le emozioni di chi amiamo, cercando invano di mettere a posto le cose.
Facciamo nascere i figli, dentro al dolore, come magie.
Raccogliamo la solitudine in una crocchia. Mille forcine a tenerla su.
Conteniamo richieste e scuse pronte dentro ai piatti sulle nostre tavole. Gesti sempre uguali, mani che prendono, sistemano, ripongono, aggiustano, azionano per 365 giorni, non uno di meno. Non una di meno.
Conserviamo un numero preciso nella nostra testa, lo abbiamo imparato a memoria. Donne che aiutano altre donne. A chi altro potremmo chiedere?
Conteniamo le attese, chiavi di un figlio dentro alla porta.
Nascondiamo la scuola che siamo state, abbiamo un banco là sotto con un quaderno sporco di inchiostro nero, i lavori che abbiamo perso per permettere ai nostri uomini di procedere.
Nodi di richieste, elenchi puntati imparati a memoria. Balsamo, le vittorie delle donne del mondo, sorelle che sono speranza. Oggi tocca all’Argentina.
Conteniamo tutto ciò che abbiamo raccolto, schiena piegata su calzini e pianti.
I sacchetti della spesa trascinati fino alla porta, conserve perse per strada.
Negoziazioni infinite appoggiate sulle spalle.
Conteniamo la storia che siamo state e quella che abbiamo desiderato, costipata sulla fronte. Casomai qualcuno decidesse di cancellarla ancora.
Ci basta un cappello in cui contenere tutto e proteggere gli occhi. Sguardo in alto verso l’anno che verrà, non dimenticando che NOI ci siamo state.
Il 2020 chiude le sue porte al giorno. Niente sarà più come prima. Solo una cosa non cambierà e il costo, a volte, è alto:
Saremo ancora noi a conservarne i segreti e la cura.
Penny
Buon 2021 amiche care e amici cari. Non cercate un posto in cui stare, voi siete il posto, prendetevene cura come la cosa più cara.❤️
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/