A volte sono i bambini a riportarmi al senso, un po’ come i figli.
Loro hanno delle urgenze e quindi le giornate dolorose, quelle in cui mi sento uno straccio o qualcuno mi ha asfaltato, oppure, in cui mi sono fidata e sono rimasta scottata.
Quei momenti in cui toccheresti il letto e tireresti su le coperte fin sopra la testa, loro non mi permettono di fuggire.
A volte è una parola, un ciao MA, un vederla assorta su un libro, a volte un abbraccio cha arriva da dietro mentre sei in classe, a volte, è quel modo di modulare la voce, a farmi sentire parte di qualcosa, oltre le brutture.
È attraverso il corpo e la loro presenza che mi ricordano chi sono.
Mi ricordano che io mi fido degli altri e gli insegno a fare altrettanto, mi ricordano che il tradimento fa parte delle relazioni, bisogna correre il rischio se vogliamo amare.
Mi ricordano che gli ho insegnato a ricercare la bellezza e per bellezza intendo storie di pace, che l’odio non mi interessa e la violenza neppure.
Mi ricordano che ci sono vittorie espresse che sono sconfitte e sconfitte che hanno la potenza della vittoria perché ti fanno riflettere, sovvertono vecchi schemi e cambiano le cose.
Mi ricordano che voglio essere una persona buona, anche se, a volte, è davvero difficile.
Mi ricordano che sono ancora in piedi e ce la metto tutta per far andare bene le cose, anche se non sempre ci riesco.
Mi ricordano che gli altri sono gli altri e, a volte, non sono nessuno.
Che loro sanno chi sono. E questo dovrebbe bastarmi.
Le loro braccia, le parole, il muoversi nello spazio con gesti così a me cari mi fanno sentire di avere una casa, un luogo in cui tornare e trovare riparo e non parlo solo dei miei 45 metri quadrati, parlo del sentirsi parte di qualcuno che ti aspetta e ti vuole bene.
Dei mie bambini, delle mie bambine, delle mie figlie ma anche della sorellanza.
Mi ricordano che non c’è nulla di più importante della verità e tutte le volte che sono stata sincera con me stessa sono stata libera.
Così, quando un bambino mi stringe forte e mi avvolge, oppure quando una delle mie figlie, ormai grandi, reclama un bacino prima di andare a dormire o si infila un paio di minuti nel letto con me, perché capisce che ho avuto una brutta giornata, io so che la verità, anche quella di raccontarsi, anche quella in cui falliamo un po’ o siamo tormentate, ci rende davvero più libere e rende più libero chi ci sta accanto.
Penny
Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
Foto: Ludo.