Non c’è nulla che mi faccia stare bene come il fatto di sapere che le mie figlie stiano bene. Abbiamo passato periodi difficili, per un periodo lunghissimo ho avuto buchi di memoria sulla nostra storia, ora piano piano i ricordi riemergono con forza e tenerezza.
C’è sempre bisogno di tempo perché le cose vadano a posto, niente di più vero, come è vero che non ho mai smesso di avere fiducia in noi tre, anche quando non ci capivo niente e la sofferenza era padrona della mia vita e pure della loro.
Di certo avevo un pensiero costante ed era una certezza, non so nemmeno da cosa fosse dettata, forse una forza interna, qualcosa che mi spingeva a scegliermi anche quando tutto remava contro. Anche quando gli altri, a turno, mi dicevano che la separazione avrebbe reso le mie figlie infelici.
Infelice è stata la mia separazione e nel tempo le cose non sono cambiate. Non ci sono stati mai miglioramenti, né economici, né relazionali, ho cresciuto le mie figlie e lo scrivo perché voglio che sappiate: si sopravvive alla mancanza e al dolore.
Ieri la mia grande ha dato il suo primo esame all’Università, è andato tutto bene, la piccola, nonostante le difficoltà e la pandemia, quest’anno ha dimostrato una determinazione che mi ha commosso. Però, come vi ho già detto, non sempre ho le risposte alle loro domande, soprattutto quelle che riguardano l’amore e le relazioni, ho paura di non essere troppo obiettiva.
Noi abbiamo Chiara, una psicologa e sessuologa ( la scelta non è casuale) che le aiuta nei momenti di difficoltà. Lei, ovviamente non mi racconta mai cosa si dicono, ma quando tornano sono più serene, me ne accorgo subito da come si muovono nello spazio, da come mi parlano. Loro dipanano matasse, io mi affido ad un’altra donna ed è meraviglioso.
Ieri mi sono dimenticata di dare i soldi alla piccola, così, io e Chiara ci siamo sentite per messaggio, lei ad un certo punto mi ha scritto: “Hai delle figlie splendide e il merito, lo sai è tuo”, poi ha aggiunto: “Sono capaci di parlare, rispettose di sé e degli altri, profonde”.
Sono rimasta senza parole, avevo un nodo in gola e gli occhi si sono fatti lucidi, era la prima volta che qualcuno mi riconosceva il fatto di essere una buona madre. E per la prima volta nella mia vita ho pensato che sì, che forse, il merito era anche mio.
Spero capiate perché vi racconto queste cose, perché vi metto in mano spazi così intimi. Perché sappiate che si può stare bene anche in situazioni che non sono considerate convenzionali.
Perché sappiate che i vostri figli potranno trovare insegnamento dalla ricerca della vostra felicità. E che quella ricerca non è egoismo ma spazio indispensabile alla sopravvivenza, anche quando richiede scelte difficili.
Voglio che sappiate quanto è importante capire ciò che ci fa stare bene come donne per essere buone madri e che non abbiamo solo colpe ma anche meriti, a volte, passano da strade impervie e incerte, colme di dolore.
Cercate di stare bene, questo è quello che conta. Loro sapranno fare altrettanto.
Penny
Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
E’ sempre meglio avere un riconoscimento esterno ma quando creiamo un percorso interiore allora non abbiamo più bisogno di questi riferimenti. Personalmente credo sia sempre bene mostrare ai giovani l’importanza di coltivare un giardino interno fatto di fiori piantati ogni giorno, magari con un metodo che si può acquistare in libreria per pochi euro. Auguri per il percorso universitario di tua figlia e sarà sicuramente una donna capace di aiutare molte altre donne… e uomini.
Grazie e grazie per i consigli e le riflessioni. Ci penserò. ❤️