Si dice che il linguaggio non crei cultura, ma la nostra cultura ha bisogno di essere cambiata.

Partiamo da noi e da lontano.

1946 suffragio femminile. Non solo tutte le donne voltano per la prima volta ma hanno la possibilità di essere elette.

200 donne sono elette nei consigli comunali e 21 donne elette su un totale di 556 deputati

Il primo paese in cui le donne hanno votato è stata la Nuova Zelanda nel 1893, l’ultimo l’Arabia Saudita nel 2015 ma non nelle politiche.

In Svizzera tra il suffragio maschile 1848 e quello femminile 1971, sono passati esattamente 123 anni!

Per quanto riguarda le donne in politica su 193 paesi solo 10 hanno una donna come capo di governo. Solo il 24% dei parlamentari di tutto il mondo sono donne, una su quattro.

In Europa la più meritevole è la Spagna con una partecipazione del 47% di presenza femminile.

In Ruanda, dopo il genocidio del 1994, la partecipazione in parlamento delle donne è del 61%, di fatto la presenza femminile ha cambiato radicalmente la loro storia di diritto.

Su 153 paesi nel report del Global Gender Gap il Ruanda è al 9^ posto e noi siamo scivolati al 76esimo posto!

A quanto pare il problema è sulle opportunità e sulla partecipazione alla vita economica, a cui fa seguito la disparità di trattamento salariale che fa di noi i 125esimi in una lista di 153!

E, allora, non ditemi che non sia necessario attuare un cambio di rotta e che non sia necessario farlo fin da subito per aiutare i nostri figli e le nostre figlie a costruire un mondo più egualitario. Io vorrei che i nostri bambini e le nostre bambine avessero un ventaglio di possibilità.

Ci stona ingegnera, avvocata perché non ci siamo abituati, questi mestieri al femminile prima non c’erano e non si pronunciavano, ma davvero vogliamo che i nostri figli e figlie abitino un paese così retrogrado in materia di diritti?

Ed ecco che le parole nella loro potenza potrebbero superare questo mondo fatto e pensato ad immagine dell’uomo bianco, cisgender e pure di mezza età.

Desiderare un mondo in cui i maschi e, soprattutto le femmine, abbiano la possibilità di immaginarsi oltre quello stereotipo è così folle?

La scelta è anche nostra, ovvero possiamo come genitori ampliare il campo della lettura e delle possibilità. Quindi iniziamo presto, iniziamo subito.

Amiamo i nostri figli e le nostre figlie allargando l’immaginazione e il loro futuro, diamoci e diamogli una possibilità di vivere in un mondo più giusto.

“Cosa faremo da grandi?” Irene Biemmi e Lorenzo Terranera

Ed: settenove

Penny❤️

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato.

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia edito Mondadori:

“La scuola è di tutti”

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