Una scuola, una famiglia, è un luogo di porte aperte. Nessun lucchetto. Nessun mio.
Una scuola, una famiglia, ha bisogno di spazi “Nostri”.
Ha bisogno di pareti dipinte e uccellini appesi al soffitto. Ha bisogno di poesia. Di lemmi nuovi e sinceri.
Di farsi “madre e padre”.
Una scuola, una famiglia, non è mai chiusa. Si prepara ad accogliere e a lasciar andare.
Ogni volta.
È fatta di persone, non di risultati.
Scommette sui bambini e sulle bambine.
Si chiede dove ha sbagliato. Cosa potrebbe fare meglio. Cosa non va.
Le pareti sussurrano storie. Narrano partenze diverse.
Gli arrivi però, quelli devono essere gli stessi. Non c’è giustificazione se qualcuno rimane indietro.
Una scuola vuota è tempo silenzioso. Non ci sono bambini urlanti, felpe perse, diari dimenticati. Ma ci sono stati e ci saranno. Ancora e ancora.
Rimangono le tende a righe, le librerie piene, i mobili coperti.
Aspettano settembre. Quando la fine si tramuta in inizio. Un nuovo inizio.
Quando i bambini/e saranno di nuovo al centro della scena. Perché, a volte, lo dimentichiamo.
Dimentichiamo che lì non si parla di noi, di insegnanti e genitori. Si parla di loro.
Non di quanto “noi” siamo capaci come adulti ma di quanto e come loro apprendono. E quindi, di quanto stanno bene.
Non è che ci devono piacere. Non è il loro compito.
Non devono convincerci di ciò che sentono e pensano e dovremmo provare a credergli quando ci parlano. Perché dicono cose.
E se li abbiamo giudicati, se cerchiamo da loro risposte alle nostre esistenze, se usiamo su di loro il nostro potere di grandi, non saremo mai un posto giusto in cui avranno voglia di sostare.
Cerchiamo di farli stare bene questi “nostri” bambini.
Quando pensate a loro, pensate a questo. E basta.
Penny♥️
Ps: scusatemi se ripeto le illustrazioni ma Ludo è sotto esami e mi ha mandato a quel paese ?
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/