Dovrei fare ginnastica, lo so. Cucinare le verdure, so anche questo. Assolvere nel migliore dei modi al mio lavoro. Pulire il romanzo da inviare. Tenere i vari contatti per il libro uscito a giugno.
Dovrei tenere a mente le cose che ci sono da comprare. Mancano le mascherine, da quanto me le chiedono? Gli assorbenti e poi la crema per quelle macchie che sono spuntate alla piccola nella schiena. Devo chiamare il dottore.
Cammino. Se mi alzo alle sei riuscirò a terminare quel libro, mentre lo leggo ci sono alcune parti che mi eccitano altre che mi scuotono. Assurdo.
Scrivo. Devo mettere l’olio alla moto. Cercare quel lavoro per i bambini. Devo rispondere, preparare i corsi. Devo comprarmi le mutande, non ne ho più. Le tette mi sono cresciute, dicono che quando s’invecchia succede.
In questo mese devo leggere tre romanzi, mi hanno chiesto di presentare un libro, abbiamo fissato una data? La devo segnare. Ogni tanto è come se mi aprissero le gambe e mi squarciassero. Devo cucire i calzini di Matilde.
Il prossimo mese, la prossima carta di credito mi comprerò un pigiama, caldo e comodo, a quadri, sì lo voglio a quadri. Niente di sexy. Guardo il conto: non mi ha versato nulla, che stronzo! Come pensa possano vivere le sue figlie? Mi ingozzerei fino a svenire. Scacco matto.
Manca lo scottex, una di voi due me lo ricordi per cortesia. Porto fuori la cana. Quanto resterà sola? Qualcuno comprerà il mio libro? Ce la farò a pagare le facciate? Sono le cinque. Non vedo l’ora di bermi un bicchiere di vino rosso.
La piccola mi ha detto che ha bisogno di un paio di ripetizioni. La torta per la mattina la può fare sua sorella, fino alla prossima settimana niente università. Oppure compro i biscotti. Ora vedo. Lui inizia la cura.
Voglio acquistarmi “L’inattesa” e “Brutta”, spendo troppi soldi per i libri, devo trattenermi. Penso a mia madre, la sento sempre troppo poco. Vorrei mangiarmi un chilo di caramelle gommose mentre esco da scuola. Sabato hanno bivacco, devo fare la spesa.
Deve leggere quell’articolo. Togliere la roba stesa. Pulirle il cesso. L’ho comprata la carta igienica? Ho fatto un sogno bellissimo stanotte. Mi devo depilare. Non mi viene il nome, cose si chiama più? Vorrei farmi crescere le squame e stare sempre sott’acqua.
Chi porta fuori la cana? Se hai male al dente prendi un antinfiammatorio, la confezione è nella scatola, guarda bene. Ci scommetti che quando torno a casa la trovo? Sono al lavoro non posso parlare. La Tachipirina è finita, lo so, devo passare in farmacia. Quante ore sono che mi tengo la pipì?
Ho visto che nel negozio di vintage ci sono gli stivali come piacciono a te. La testa mi scoppia. Non piangere, stasera vediamo come fare. Domani ti serve il pranzo, meno male che me lo hai ricordato. Sì tua madre me l’ha detto, domani mattina non ci sei, non ti preoccupare ti segno a mensa. Perché non hai fatto i compiti? Hai fatto andare la lavastoviglie? Ricordarsi la mammografia. Cammino.
Faccio liste immaginarie. Riempio, impilo, spunto, tolgo. È l’ultima la parte la più difficile. Eliminare. Delegare. Imparare a rinunciare. Accettare di dimenticare. Omettere. Sbagliare. Non controllare.
Ogni giorno mi ingozzo, dimagrisco, sogno, cammino, spero, preparo, ascolto, mi desidero, mi annullo, mi scopro, mi spezzo, mi ricompongo, muoio e rinasco. Perdo pezzi, li recupero, smonto, riparo, accudisco.
Qualcuno mi ha vista?
Penny ❤️
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati
https://www.giunti.it › catalogo › il-…Il matrimonio di mia sorella – Cinzia Pennati – Giunti
Quante emozioni questo post, quanta empatia. Siamo davvero tutte uguali.
“Mi ingozzerei fino a svenire. Scacco matto” non c’è altro da aggiungere.
Grazie.
Un abbraccio