Sui social mi compaiono spesso queste storie-non richieste- in cui lei, abito bianco e candido, attraversa la navata, accompagnata da un padre commosso, e lui, in fondo, in lacrime che l’aspetta adorante.
Fermo immagine dell’attimo esatto del passaggio di consegna della donna dal padre allo sposo. Coronate da musica emozionante.
Reels con milioni di visitatori.
Storie di un matrimonio. È questa la rappresentazione ancora esistente per i più. Quel giorno come il punto cardine dell’esistenza di una donna, una narrazione sospesa in quell’attimo di commozione e principessitudine che dovrebbe bastarci per una vita.
La rappresentazione dell’amore che funziona difficilmente viene mostrata. È il rapporto intimo fatto di discese e salite in cui esiste un punto fermo: l’uguaglianza tra le persone. Nessuna prevaricazione.
Le scene da un matrimonio si fermano nell’attimo esatto in cui si vogliono fermare per continuare a narrare una storia che non è lo specchio del reale. Lui che salva lei, l’amore che dura per sempre. Lacrime e applausi.
Peccato che il dietro le scene la realtà superi la fiction e se lei decide di lasciare lui, spesso, viene uccisa. E, a volte, vengono uccisi pure i suoi figli.
The end.
Le scene da un matrimonio della tanto sbandierata famiglia naturale finiscono in maniera brutale.
Lei è osannata da lui fino a quando sta alle regole impartite dal patriarca, non esplicitate, ma raccontate dal passaggio di proprietà tra il padre e il futuro marito.
Quasi ogni giorno muore una donna in maniera atroce, pugnalata, accoltellata, smembrata davanti ai figli o con i figli nella camera accanto.
Ogni volta succede quando lei decide di sottrarsi alla sottomissione.
La verità è che siamo in pericolo e lo sono le nostre ragazze se continuiamo a narrare l’amore come idilliaco, eterno, realizzante.
Se continuiamo a non permettere alle ragazze una vera emancipazione attraverso il lavoro e i servizi di supporto.
Se permettiamo una disuguaglianza del genere in ogni settore della nostra società.
Chi di noi ha lasciato un uomo sa cosa ha rischiato, sa che se è salva la vita la prevaricazione trova altre forme di accanimento: il mancato mantenimento dei figli, ad esempio, protetto e tutelato dal sistema.
Certo, le leggi ci sono, ma chissà come mai, alla fine, una donna che si separa- anche se vince le battaglie legali- non riesce a fare in modo che le sentenze vengano rispettate.
L’uomo, il più delle volte, rimane impunito. Per il sistema, consapevole o no, rimane lui la vittima, lasciato dalla donna egoista che pensa solo a sé stessa.
Reels: lasciato dalla donna che ha, finalmente, iniziato a pensare a sé stessa e ha sottrarre qualche privilegio.
Reels: iniziare a raccontare storie di separazioni possibili. Le storie finiscono, l’amore pure.
A scuola abbiamo provato a riscrivere Cenerentola con i bambini e le bambine ( classe 5). Gruppi misti lasciati liberi di inventare un finale; insomma, in tutti i gruppi l’emancipazione di Cenerentola é passata solo attraverso l’uccisione cruenta del principe.
Mi ha colpito molto che nell’immaginario dei bambini e delle bambine, la salvezza di quella sfigata di Cenerentola non poteva avvenire in altro modo.
È sconcertante non avere ancora fornito una narrazione reale dell’emancipazione femminile in cui i bambini e le bambine possano riconoscersi.
Che rappresentazione diamo del nostro mondo adulto? Crediamo che i figli non vedano il disamore o la prevaricazione?
Per questo ribadisco sia importante affrontare i temi come la violenza di genere a scuola, perché i bambini e le bambine imparino a lasciarsi e non credano come noi a quegli stupidi Reels da cui veniamo bombardati ogni giorno.
Per questo credo che la verità sull’amore abbia bisogno di essere narrata da tutti e da tutte. Um amore che può finire, un amore che esiste solo in nome di un’autentica uguaglianza tra uomini e donne.
Un amore che ha poco a che vedere con le scene da un matrimonio, l’abito bianco e gli occhi languidi, e ha molto a che vedere con l’equità politica, sociale ed economica.
Se non cambia quella, continueremo a essere fottute. A morire. A credere alle favole così care al patriarcato per tenerci ancora sottomesse.
Penny ♥️
Se volete cercarmi i link dei miei libri ⬇️
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-
https://www.giunti.it › catalogo › il-…Il matrimonio di mia sorella – Giunti