Oggi non è una festa. Da festeggiare non c’è molto.

Nel mondo lo spazio conquistato dalle donne sta via via diminuendo. Basta guardare fuori, ciò che succede negli altri paesi, l’ Afganistan, l’Iran…basta guardarci dentro.

Lancerei la mimosa, se non avessi rispetto della natura. Sì, sono una di quelle a cui non va bene nulla. O meglio a cui non va ancora bene e non andrà bene fino a quando i diritti non saranno gli stessi, perché, in quanto a doveri- noi donne- siamo in vantaggio da millenni.

Abbiamo il dovere di procreare. Di educare. Di ritagliare spazi al lavoro per occuparci della famiglia. Della gestione, organizzazione, sempre della famiglia. Il dovere di stare zitte che siamo nervose. Di non lamentarci che abbiamo tutto.

Di retrocedere, stare un passo indietro, fare vassallaggio con gratitudine. Di farci belle, a 10, 20, 40 anni…di farci magre, di odiarci tra di noi, che fa comodo.

Abbiamo il dovere di pagarla cara quando lasciamo un uomo, e per proprietà transitiva, la pagano cara pure i figli. Figli che sono nostri in ogni aspetto della quotidianità. Abbiamo il dovere del lavoro di cura non retribuito.

Ma oggi non è più come ieri, dirà qualcuno, gli uomini aiutano.

Ecco, gli uomini non dovrebbero aiutare le donne, gli uomini dovrebbero rinunciare – o per lo meno essere consapevoli- del loro privilegio, dovrebbero fare i padri e lottare per congedi annessi, dovrebbero cambiare lo status quo che li vede protagonisti indiscussi del potere politico economico e sociale.

Oggi ho l’orticaria e mi ricordo che non c’è un cazzo da festeggiare, solo fare il punto sui diritti negati per svegliare chi pensa che sia tutto a posto.

Andrò a manifestare con le mie figlie, perché non smettano di lottare per la loro indipendenza economica e quindi affettiva.

E si ricordino bene che non basta lottare per sé stesse, ma abbiano a cuore anche il destino di tutte le altre bambine, ragazze e donne nel mondo.

Penny ♥️

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4 comments on “8 marzo. La mimosa e l’orticaria.”

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