Lunedì sono tornata dalla montagna perché la piccola aveva l’esame di teoria della patente di guida.
Subito dopo la maturità si é messa a fare quiz a tutto spiano, avrebbe avuto un’altra possibilità a settembre ma a settembre ci sono i test per l’università.
L’ho incalzata molto. Alla fine ho fatto come mia madre faceva con me, su scelte di autonomia importanti, come lo studio, la ricerca dell’ indipendenza economica, non mi ha mollato un secondo.
Detestavo la sua insistenza e mi detesto ma so quanto la sua determinazione sia diventata la mia determinazione e, oggi, le sono grata. Mia madre era femminista e non lo sapeva. ♥️
Ad ogni modo, la piccola- come vi ho già detto- é DSA come me e come molti bambini e bambine con cui lavoro a scuola. Lei credeva di non farcela, crede di essere stupida, meno intelligente degli altri. Me lo ripete spesso. “Perché non ce la faccio?”.
Nemmeno se la metto di fronte ai suoi successi la percezione non cambia, perché ogni suo traguardo é una fatica enorme.
Comunque, l’ho accompagnata alla motorizzazione a fare sto esame, le mie figlie conoscono anche la responsabilità economica. Quell’esame costa quasi 100 euro e non passarlo voleva dire per me spenderli di nuovo.
Ci pensano, ecco, ora sono grandi, contribuiscono, lavoricchiano e conoscono il valore dei soldi. E se da bambine potevano credere al padre che arrivava e diceva “faccio quello che posso!” E, adesso, proprio nulla, credo potrebbero avere una crisi.
Mi vedono tornare carica come un mulo in bilico sulla moto. Vedono gli scontrini, il costo delle medicine, delle bollette e di tutto ciò che serve. Vedono che si rompe la lavatrice e prima di chiamare il tecnico tento di aggiustarla in ogni modo con risultati pessimi 😅. Quindi pensano anche ai 100 euro dell’esame e se ne preoccupano.
“Se non lo passo?” mi chiede la piccola prima di entrare.
“Se non lo passi non succede nulla. Rimani sempre la persona che sei”. Ma in cuor mio so che ogni piccolo traguardo é un tassello sulla scala della fiducia, anche sé quella sensazione di inadeguatezza difficilmente passerà.
Così mentre era dentro e io l’aspettavo seduta su un gradino pensavo a quanto cazzo é difficile stare vicino ai figli, usare le parole giuste, spingere ma nello stesso tempo aiutarli ad accettare le sconfitte, essere arco e porto.
Quando é uscita, si é seduta vicino a me e ha ripercorso le domande: “Ah non guardarmi” le ho detto “oggi sarei bocciata!”.
Sono stati minuti lunghissimi e nella mia testa mi preparavo le parole di incoraggiamento, perché, una sconfitta possibile e probabile- tutto non possiamo controllare-, su di lei avrebbe pesato tantissimo. Lei che non si sente quasi mai all’altezza.
Chiunque ha a che fare con ragazzi dsa dovrebbe tenere a mente come si percepiscono, dovrebbe spingere la fiducia invece che pensare agli strumenti compensatori come scorciatoie. Non é così, la fatica per questi ragazzi é altissima.
Ad ogni modo sono usciti i risultati. “Non l’ho passato”, mi dice e va verso la motorizzazione per guardare l’elenco.
Io sto lì e l’aspetto, punto ai suoi occhi appena esce e capire se sorridono.
Che cazzo di ansia ad essere madre ed esserlo da sola.
La vedo uscire e so come é andata prima che mi faccia il segno con il dito volto verso l’alto.
Respiro. “Anche questa é fatta”, penso tra me. Un altro passo verso l’indipendenza.
Ora ho comprato in 30 rate la lavatrice. In 60 rate sto pagando la moto e mi sono fatta il fare prestito del quinto sullo stipendio per 4 anni per pagare il rifacimento del tetto. 😅
Il prossimo libro che piazzo mi compro una macchina usata e piccola per noi tre. E che sia rossa.
Vi abbraccio. Penny ♥️
Ps: grazie a tutti quelli che ci hanno aiutano comprando uno dei miei libri, vi sono grata, tanto. E non é scontato per me.
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