Quando diventiamo memoria la polvere si solleva, le anime ritornano, e il vento si placa.
Il futuro esiste, e i sogni diventano possibili.
Quando diventiamo memoria onoriamo i volti senza nome, e quelli che un nome l’hanno avuto; le loro grida mute in cui risuona la verità.
Quando diventiamo memoria, noi eredi della guerra vestiamo di pace.
Siamo liberi come un uomo,
celebriamo lo spazio del cielo, le pianure sconfinate, l’intercedere delle montagne, lo splendore del mare. E la partecipazione dei suoi fratelli.
Quando diventiamo memoria ritorniamo là, all’umanità perduta.
Quella che abbiamo ucciso.
Le ferite si rimarginano, possiamo scoprirci il volto, e ritorniamo ad essere Popolo.
Quando diventiamo memoria sussurriamo ad Anna e tutti quelli come lei, anche a Giulio, che le loro vite non sono andate sprecate.
Quando ci facciamo memoria il mondo ritorna al suo posto, si fa nido confortevole, noi siamo uomini nuovi, e nessuno è più straniero in terra d’altri.
I cancelli si aprono,
la morte si allontana,
la vita riprende il suo ritmo.
Il cielo si fa chiaro,
i prati sono in fiore,
il mare ci culla.
Quando diventiamo memoria i ricordi non sono più soprammobili sulla credenza, ma si fanno carne e sangue, e ci riportano a una ricerca di senso.
Le parole scrivono, le voci parlano, il cuore batte.
E gli uomini esistono.
Penny
#ilmatrimoniodimiasorella
Da tutto ciò possiamo apprendere che sulla terra esistono soltanto due razze umane, e solo queste due; la «razza» degli uomini per bene e quella dei «poco di buono». Queste due «razze» sono diffuse ovunque, penetrano e s’infilano in tutti i gruppi. Nessun gruppo è composto esclusivamente da persone per bene o esclusivamente da «poco di buono».
La logica del branco richiede “impegno”
https://sensodellavita.com/2017/01/27/giornata-della-memoria-viktor-frankl/
Guardo e concordo. Un abbraccio.
nel leggere ho come una specie di nodo in gola….
Anche io nello scrivere. Che bello che ci sei.
L’ha ribloggato su Penny.
Parole importanti,Penny,per non dimenticare mai!
http://claudiabrugna.com/2017/01/28/di-memoria-e-ferrovie-2/