Noi donne lo sappiamo. Siamo cocciute. Ignoriamo la spia della riserva.

Facciamo finta di niente. Procediamo come muli. Instancabili.

Sveglia, vestiti, scuola dei figli, lavoro, merenda, parco, cena. Il giorno dopo ancora, e ancora.

É cosí che passa una vita.

Andiamo avanti per forza di inerzia.

A volte, perdoniamo mariti distratti e musoni. La spia lampeggia e noi teniamo duro.

Ci chiediamo perché, dove sbagliamo, come mai siamo cosí stanche.

Nel frattempo prendiamo qualche chilo, allora ci infiliamo anche la palestra o il corso in piscina mentre nostro figlio nuota.

Sopportiamo capi dispotici, suoceri invadenti, ci ritagliamo spazi dentro a spazi giá stretti e, se é il caso, rinunciamo.

Siamo brave. Bravissime a far felici tutti. A sostenere. La spia lampeggia e noi ci giriamo dall’altra parte.

D’altronde é cosí dall’alba dei tempi. Che ci lamentiamo a fare?

Oggi non é più cosí. Gli uomini partecipano alla vita della famiglia. Seguono con maggior interesse la vita dei figli. E cucinano.

Tutto vero. In parte.

Accade che un giorno ci chiediamo chi siamo, e cosa stiamo facendo.

E chi ci sta vicino si stupisce. Non ci riconosce. Sa poco e niente di noi.

La spia della riserva non lampeggia più. E noi ci sentiamo perse.

La vita ci appartiene poco, la stanchezza ha preso il sopravvento.

Non ci basta più essere mogli e madri.

Quella spia é fissa. E avremmo bisogno di far carburare di nuovo il nostro cuore.

Noi donne ci stanchiamo. Soffriamo. Stiamo male, ma non lo diciamo. Pensiamo di dover fare da sole.

Carichiamo i sensi di colpa sulle spalle, e andiamo avanti.

Dovremmo fermarci e chiedere aiuto invece. Dovremmo accettare di non essere sempre con il motore a mille.

Possiamo arrivare dopo. Perdere la corsa. Rallentare.

Possiamo. Prima che la spia sia fissa. Il cuore si stanchi e la vita ci sfugga di mano.

Dipende da noi. Non da altri.

Dipende dai No che dobbiamo imparare a dire, dal cambio di passo.

Da noi. Perché la nostra vita vale. Di più. Dobbiamo averne cura oggi. Solo cosí possiamo stare bene.

L’esistenza é una. Una soltanto. Abbiamo questa. Giochiamocela bene.

Non siamo indispensabili. Se non a noi stesse.

Penny

 

14 comments on “Noi donne e la spia della riserva. Quella che ignoriamo.”

  1. E qui per me personalmente hai fatto CENTRO pieno. E mi fai riflettere un po’ più a fondo. Io bravissima a dare ottimi consigli ad amiche, ma mai abbastanza brava ad applicarli a me stessa. GRAZIE! ?

    • Un mio parente dice che siamo una societá matriarcale. Che comandano le donne, a me sembra un concetto piuttosto arretrato. Ma sarà vero? Mi piacerebbe sapere che ne pensano gli uomini…ciao ciao Penny

      • Tendenzialmente le donne sono molto determinate quando si tratta di prendere decisioni riguardanti la famiglia. Sono pronte a sacrificare tutto per il bene dei figli. Sono pronte anche alla separazione se sono sinceramente convinte che questo sia il bene della prole. Poi per il resto, tutto dipende dal carattere della singola persona. E di chi le sta accanto. Due persone collaborative ed affiatate possono fare tantissimo insieme. Se una delle due crea ostacoli, oltre a non aiutare a rimuovere quelli che arrivano dall’esterno, ciò genera durezza e perenne lotta da parte dell’altra persona. Un abbraccio, e grazie 😉

  2. Sono io, anzi sono anche io, esattamente così. Ne parlavo proprio questa mattina con cazziatone della mia osteopata annesso. Credo che la mia spia sia fissa da un pò, ma confido nel farla tornare a lampeggiare…. e poi chissà se riuscissi a spengnerla! Hai fatto un ritratto perfetto di tante di noi….

  3. Oh Penny. Tutto ho passato, la stanchezza ha preso il sopravvento, la vita che non ti appartiene più, e chi ti sta vicino non ti riconosce più e non sa chi sei, e alla fine dopo tutto questo tempo, amore, dedizione ti scava la fossa, invece di aiutarti perché ancora una volta e per l’ultima volta non sei tu la sua priorità e non capisce. Io mi ritrovo con la spia 24h in allarme, con un cuore a pezzi, una vita da rifare ma la mia, un capire io chi sono, a non aspettarsi più nulla da se e da gli altri, ma soprattutto non sapere da dove ricominciare…perché sono persa. Come si fa a ritrovarsi?

    • Cara Elisa ti sei giá ritrovata. Ci si ritrova tutte le volte che proviamo a capirci, a uscire da situazioni che ci fanno male. Ci si ritrova nell’attimo in cui non si hanno più certezze e i dubbi muovono in avanti la nostra vita. Ci si ritrova quando ci diamo la possibilitá di perderci. Siamo lí. Siamo noi. Si ricomincia da questo. Piccoli passi mossi verso la consapevolezza di se stessi. Il tuo cuore a pezzi …si aggiusta. Raccoglili tu quei pezzi e incollali con pazienza. Prenditi cura di te. Non aspettarsi nulla non é poi cosí male. Lo so che serve a poco ma arriva un momento in cui ritrovi il tuo senso. Ti abbraccio tanto Penny

  4. Io la spia la accendo qualche volta perché sono o a 1000 o a 0 ma il cercare di fare tutto ce l’hanno insegnato da neonate…nessuno degli anni 70 ha avuto esempi maschili troppo presenti…c’erano solo le donne…mamme ..nonne…zie….che facevano entrambi i ruoli…alla nostra generazione hanno aggiunto anche il lavoro…come si fa a fare tutto??? Boh io a 43 anni non l’ho ancora capito

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