Raccogliete conchiglie e ascoltare il rumore del mare.
Fate castelli di sabbia e costruite fortini.
Immaginate mondi e possibilità.
Storie di pensiero. Che servono.
Vi sembrerà strano, ma è così che impareranno a scrivere. Organizzando quel pensiero.
Stringeteli a voi se piangono. A volte basta. Altre non siamo necessari.
Scrutate il cielo. E cercate la stella.
Non quella più bella. Quella con il loro nome.
Inventate storie di bambine a cavallo e bambini che possono avere paura. Che i maschi sappiano affrontarla quella paura e le femmine non rinneghino il loro coraggio.
Cercate legnetti, foglie e ingredienti segreti, inventate pozioni magiche. Che la magia aiuta.
E la fantasia pure. Crea possibilità dove non si vedono.
Contate i giorni. Il tempo che passa.
I cartelli stradali. Le macchine gialle.
La matematica è in ogni dove.
Dategli qualche moneta. Che conoscano il valore dei soldi. Che siano autonomi. E risolvano problemi.
Ditegli la verità sulle cose del mondo.
Che facciano domande a cui non sapete rispondere.
Cercatele sui libri quelle risposte, come fossero tesori. Che i libri sono mappe nella vita.
Non vietate tablet, telefonini o che altro. Non serve a niente. Ne saranno attratti ancora di più.
Prendetevi un tempo comune di riposo dalla tecnologia. Date orari precisi.
Create alternative.
Abbracci. Baci.
Tuffi in acqua.
Corse a perdifiato.
Storie da leggere.
Lasciate che si annoino. La noia è tempo buono. In cui il pensiero immagina. Costruisce. Cresce.
Non interrompeteli continuamente se fanno cose. Magari le stesse. I bimbi apprendono così. Azioni ripetute nel tempo, memoria preziosa. Ed è da piccoli che imparano a concentrarsi.
Lasciate che si arrabbino. Che imparino a gestire le sensazioni negative.
Non mediate sempre. Prove di sopravvivenza, il che non è male.
Raccontate dei nonni. Di quelli che non ci sono più. Sapere chi siamo stati e da dove siamo venuti è importante. Sentirsi parte è importante.
Sapere che c’era qualcosa prima e qualcosa di altro dopo di noi, rassicura.
Noi facciamo parte del paesaggio.
Parlategli del mare e di ciò che trattiene. Inizieranno a preoccuparsi degli altri nel mondo. E non ad averne paura.
E poi, state insieme.
Vicini. Che non vuol dire attaccati.
Ma vicini nel sentire.
Nel percepirsi.
Nell’esserci.
Nell’amarli per ciò che sono.
Questo è il vostro compito per le vacanze, guardarli bene e amare ciò che non vi piace.
La loro divergenza.
Il loro essere, quello che non ci assomiglia.
Buone vacanze a tutti. Proprio a tutti. Da una semplice maestra di nome Penny.
#ilmatrimoniodimiasorella
PS non perdete di vista le cose importanti. Non sarà un libro delle vacanze a tenerli in bolla, nè a fargli amare il sapere. Saranno le occasioni. Quelle che gli fornite. Tenete presente che alcuni bambini non ne avranno. Ricordatevelo, quando si parla di meritocrazia e uguaglianza.
Dopo il pippone morale. Vi abbraccio.
Fai sempre centro su tutto con le tue riflessioni! Ti abbraccio. ??
Ti auguro buone vacanze e ti abbraccio anche io
Ci sono. A presto. Goditi la tua famiglia, come fosse la prima volta che non è. Penny
Mi auguro che qualcuno dei miei genitori (dei genitori dei miei alunni, per dirla meglio), ti legga.
Non so, a volte mi sembra che siamo tutti un po’ votati all’eccesso: nell’assenza o nella presenza, nel dare stimoli a non finire (marionette, museo, laboratorio, fattoria e poi di nuovo museo…) o nel piazzarli davanti alla tv per stare in pace a leggersi un libro.
Mi pare che serva solo equilibrio…
Penso che il nostro lavoro consista nell’andare controcorrente. Seminare parole, modelli, idee che possano aprire spiragli. Loro crescono e noi pure dentro alla condivisione. Penny
Grazie Penny
Bellissime parole e bellissimi gli spunti che ci dai…
Un abbraccio
Per me è bellissimo essere qui. Tornate. Leggere cosa scrivete. Grazie Penny