Da ieri non sto bene. Raffreddore, mal di gola e mal di schiena. Per fortuna senza febbre ma sono k.o.
Ieri sera ho preparato il pranzo per oggi ( se possiamo chiamarlo pranzo ?) ho fregato un po’ di sugo delle polpette che sono riuscita a trascinare fino a stasera ( ?), e ho pasticciato una pasta al forno.
La verità è che non sono una brava cuoca lo sapete ma, soprattutto, il mio obiettivo è cercare di non sprecare niente. Come sapete che devo arrivare viva al 23 ?.
Mentre facciamo colazione la grande stamattina mi dice: “Mi fai andare in gita a Milano con la classe?”.
” Certo” le rispondo, “perché me lo chiedi?”.
E lei serafica: “Perché costa 32 euro”.
“Scusa, ma chi non hai soldi cosa fa? non va in gita?”.
“Esatto”, mi ha risposto lei. Poi ha aggiunto, “Tu, mamma, non ti preoccupare io posso stare a casa oppure andare a scuola quel giorno. Non c’è problema se non possiamo”.
L’avrei abbracciata, non so perché non l’ho fatto o forse sì, avrebbe sfoderato una delle sue smorfie adolescenziali di disgusto.

Mi ricordo un giorno, quando era piccola, forse aveva 3 anni. Eravamo in campagna, era un bella giornata di sole, lei stava salendo su una scala che portava ad una casa di un’amica, metteva un piede dopo l’altro, con calma.

Io ero seduta in fondo sull’ultimo gradino, ero incinta di sua sorella.

Lo so bene perché possiedo una foto di quel momento. La girl aveva una salopette di jeans e sotto una maglietta a righe bianche e rosse.

All’epoca aveva ancora una testata di ricci biondi e io glieli  avevo raccolti in due codini.

A un certo punto si è fermata, si è girata verso di me e mi ha detto:
“Mamma, io sono felice”.

C’eravamo tutti e tre in quella foto. E chi lo avrebbe detto, allora, che la mia vita sarebbe cambiata così.

Chi l’avrebbe mai detto che per essere felici davvero dovevamo passare dal dolore.

Ho cercato da sempre di eliminarlo, chi lo avrebbe mai detto, invece, che dovevo solo attraversarlo.

Chi lo avrebbe mai detto che mi sarei trovata un giorno davanti a una figlia, io un po’ nuda, un po’ in difficoltà, decisamente più incerta di allora, e ci avessi rivisto il sorriso di quella bambina.

La felicità accade. E, spesso, è dentro all’impensabile.

Penny

PS: Non mollate.

2 comments on “La felicità, a volte, è dentro all’impensabile.”

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