Lei si è messa un vestitino per l’ultimo giorno di scuola. Ha quasi diciott’anni.
Forse è la prima volta che lascia scoperte le gambe.

Si guarda allo specchio quelle trecento volte per essere sicura. Di piacere. Credo.

Pensa che il mondo sia pieno di bellezze, a parte lei. Così combatte con se stessa ogni giorno.

Io la capisco, eccome se la capisco, ricordo e conosco quella sensazione. È una memoria.

Non le faccio notare i difetti, non perché non ne abbia, li ha, come tutti; ma so che fa male quando qualcuno a cui vuoi bene li evidenzia.

La verità è che non mi sembrano così importanti.

Non so perché alcune madri si ostinino a far notare questo e quello, pensando di proteggere le figlie dagli attacchi esterni.

Non è possibile e non è giusto far male.

Invece sembra scontato che li riceveranno. Riceveranno il giudizio non solo dagli uomini ma della società intera.

Molte ragazze si vergognano del proprio corpo, altre mostrano tette e culo diventando merce da esposizione. Diverso dalla storie di ieri e dell’altro ieri?

A me sembra di no. Condizionate da sempre.

Comunque, mentre fa prove di sé nello specchio in camera sua e poi in quello in corridoio, cerco di fare l’indifferente. Ogni mia parola è di troppo.

Sono la madre e lei è adolescente. Spesso detta le regole.

A un certo punto viene in cucina e mi chiede: “Come sto?”.
“Bene” le rispondo.

“Sicura?”.

“Sicura!” esclamò decisa.
“No, ma…le gambe, che dici?”.
“Dico che sei una meraviglia”.

Ha sorriso, si è voltata ed è uscita. Io sono rimasta basita.

Ho pensato che ce l’avesse fatta. Ho pensato a quanto siamo condizionate noi donne rispetto alla bellezza. A quanto paura abbiamo di non piacere.

E poi, succede, che aspettiamo un uomo che ci dica parole buone. E magari non accade.

Succede che ti arrivi la battutina, succede che ti controlli o ti tratti male e ti fa notare i fianchi, la pancetta ecc… Stavo scherzando, butta lì, ma intanto te lo ha detto.

E tu lo conosci quel sentimento, quello che lui risveglia, perché è memoria dentro di noi.

Sto bene, con lui sto bene. E sai che non è vero. Sai che non è la strada giusta. Eppure rimani e lasci che continui il suo gioco.
Che ti faccia male.

Tutte noi commettiamo o abbiamo commesso l’errore di pensare che l’arrivo di un uomo potesse cambiare lo stato delle cose. Che solo quell’arrivo potesse riconciliarci con la nostra bellezza. E curare le ferite.

Alcune aspettano dimenticandosi nel frattempo di vivere.

Vero, quando siamo innamorate ci sentiamo più belle, ma quella sensazione dura poco se non siamo ancorate a un’idea buona di noi.

E non basterà un uomo a farci stare bene. Nemmeno un bel paio di tette o l’essere magre (anche se, immagino, aiuti molto ?).

Non sarà quello, ed è ciò che vorrei dire a mia figlia quando è in crisi davanti allo specchio.

Ma servirebbe a poco. La società ha raccontato e racconta una storia sola e quella storia è diventata memoria nella nostra testa.

Ovvero che la bellezza conta. Che avere un uomo conta. Che avere figli conta.

Quella mattina, dopo poco sono uscita anch’io, ho preso la moto e l’ho vista.

Camminava dentro al suo vestito a pois verso la scuola. La carnagione chiara. Le scarpe da ginnastica. Il giubbottino di jeans. Lo zaino su una spalla. Musica nelle orecchie.
Le gambe erano scoperte.
Era sola e felice. Si vedeva.

Ha osato non piacere, questa era la sua vittoria.

Sarei scesa, l’avrei abbracciata e le avrei detto: “Non accettare compremessi. Non farti dire come devi essere bella. Non aspettare che nessuno te lo dica. Ma, soprattutto, scegli il coraggio di camminare da sola”.

Non l’ho fatto. Non mi sono fermata, non sono scesa e non l’ho abbracciata. Credo mi avrebbe uccisa.??‍♀️

Non ho paura del futuro, sapete. Non me ne frega niente di pensarla accanto ad un ragazzo, sposata o cosa. A me non mi da nessuna tranquillità ‘sta cosa della separazione.

Voglio pensarla così, mentre cammina da sola.

Capace di farlo. Capace di cercarsi.

È questa la misura della bellezza di una donna: saper camminare da sola.

Penny

PS: martedì fa diciott’anni, non ci saranno feste in grande stile, nessun abito lungo con strascico. Nessuna coroncina in testa. Nessuna giornata da principessa da ricordare per sempre. Si mettono via i soldi per la patente, perché nel mondo, appunto, sappia muoversi da sola.

Primo piccolo passo.❤️

10 comments on “La bellezza di una donna? Sapersi muovere da sola.”

  1. Teneramente le vedi crescere e diventare mature. Dapprima più sicure nel look che hanno scelto. Poi ansiose nell’affrontare ogni piccola o grande novità del loro nuovo percorso. Ma ogni giorno rinforzate dai loro stessi piccoli passi avanti. Cambiano in pochi mesi.
    Hai sempre timore che siano ancora in bilico, che basti poco per buttarle giù. Ma continui a tifare per loro.

  2. Auguri a Ludovica per i suoi meravigliosi anni. Le auguro il coraggio di girare pagina quando le cose non vanno come dovrebbero; le auguro di non ancorarsi a qualcosa che non potrà farla sorridere e piangere di felicità; le auguro la voglia di osare sempre, di ascoltare i consigli di chi le vuole bene ma, poi, la caparbietà di decidere solo in base a quel che sente, a ciò che prova; le auguro di poter ricominciare sempre, anche quando la vita e le situazioni non saranno dalla sua parte perché chi non ricomincia inciampa, inevitabilmente, in ricordi aggrovigliati che la faranno smettere di pensare al futuro; le auguro la forza di conservare i momenti vissuti ma di non vivere dentro di essi.

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