Ci ho messo tanto prima di concedermi l’amore.

Non so se è quello vero, che mi sembra una frase del cavolo, nemmeno quello della vita.

Altra frase senza senso.

Nemmeno se lui è l’uomo giusto (giusto per cosa?).

Non è la mia metà della mela, né colui che mi completa, perché io sono e rimarrò incompleta.

Non viviamo insieme. Ci abbiamo provato ma non ha funzionato. Non siamo sposati. Non abbiamo un anniversario. Nemmeno un anello. A volte presi dai figli, due miei, due suoi, non ci vediamo per giorni.

Non siamo il nostro tutto.

Non so come finirà. Io ho l’ossessione del dopo. Gli chiedo: Quando moriremo potremmo stare insieme?

Lui, solitamente, mi risponde che sono scema e forse ha ragione.

Allora mi sono fatta promettere dalle girls che mi terranno in una scatola, sulla libreria, in casa loro. La grande mi ha detto: “Io non ci penso nemmeno, e una cosa è certa, ci mancheranno i soldi per la tomba!?”.

Per fortuna la piccola mi ha rassicurato:”Ti tengo io!”.

Comunque, lui è gentile. Riempie la borraccia e prima di bere, la dà a me. Mi versa l’acqua sempre, pure il vino.

Passa ogni giorno ( sapete che abitiamo vicini) per sapere come sto.

Lui mi piace tanto e mi piace sempre, e non faccio quella scenetta della coppia stanca che si lamenta del marito (che poi manco lo è), così rimango immobile dentro allo stereotipo, lo dico a gran voce che mi piace e non mi vergogno. E lo fa pure lui.

Mi prende in giro, spesso. Io no, perché lui è calabrese e si offende.

Volevo raccontare l’amore. Effimero nella sua profondità, a volte.

Quell’amore che non esiste se non esistiamo come individui prima.

Di eterno neanche l’ombra, se non l’oggi.

Volevo raccontare l’amore che è improvviso e non richiede promesse. E non edulcora.

Ed è quello che è, e non dice: tu, soltanto tu o senza di te morirei.

Non è vero, senza amore non si muore. Perché l’amore si rigenera sempre e non solo per un uomo.

Volevo raccontare l’amore. Le seconde, terze, quarte possibilità.

La vita è lunga e generosa.

L’amore non solo non picchia, non ferisce, non umilia, non offende, non dà per scontato.

Ti dice che vali. Non ti chiede la vita. Non te la ruba.

Lascia spazio per i sogni.

So che lui potrebbe innamorarsi un giorno. Potrebbe accadere, potrebbero cambiare le cose. Potremmo cambiare noi.

Spero che non accadrà, ma lo metto in conto.

Nel frattempo ho fiducia. Dell’esistenza, soprattutto.

Nel frattempo cerco di amarmi per amare.

Sto pippoto per dire: non accontentatevi.

Perché l’amore è in ogni cosa. State male. State sole. Piuttosto che in un amore che consuma.

La solitudine è di gran lunga una scelta migliore.

E quando pensate all’amore, pensateci davvero.

E che sia gentile, che vi piaccia e, soprattutto, che vi faccia star bene. Tanto bene.
È quella l’unica discriminante.

Che desideri la vostra felicità.

Che non si erga a felicità.

Penny

PS: non amo mostrarci solitamente e ho chiesto a lui il permesso, ha storto il naso ma mi ha detto di sì. So che quando si è vicini è importante vedere i volti. Sapere di chi si parla, quindi eccoci.

2 comments on “L’amore maturo. Una seconda possibilità.”

  1. Copa Penny, ho iniziato a leggerti da poche ore, grazie ad un post che è la dichiarazione di amore ad una figlia più bella che una madre possa fare, l’eredità di avere il coraggio per essere delle “fottute egoiste”. Così la curiosità di leggere il tuo blog, ed “inciampo” in questo post, bellissimo, verissimo. Come è vero che quell’amore effimero, da favola, idealizzato troppe volte, esiste in forme diverse, forse perché ormai siamo adulte. Ma ciò non descrive un sentimento meno profondo e appagante, non descrive emozioni meno forti e vere. Ma c’è la consapevolezza di se stesse che ci rende più forti, con la schiena più dritta, e fiere. Con questo non dico non si soffra più. Ma ho notato è una sofferenza diversa, più intima, non totalizzante. Come questo amore, che vive e arde dentro e ci fa fare dei grandi respiri profondi, che non blocca la gola, ma libera e non mortifica, perché non lo permetteremmo mai. Ma cara Penny, questo traguardi, perché lo è, è anche frutto di un lavoro interno che non tutte le donne maturano; è frutto di tante sofferenze vissute, elaborate, superate. È una fierezza che si raggiunge solo con quel coraggio che porta a sentirsi donna per sé e poi per il mondo. Continuerò a leggerti, bella scoperta sei ? Laura

    • Cara Laura, grazie. Per le tue riflessioni, per le parole buone. Grazie per aver compreso il mio essere “egoista”. Hai ragione l’amore maturo non mortifica, non dovrebbe farlo mai ma, spesso, accade che si accettino relazioni dolorose. Ci vuole coraggio, come dici tu e sofferenza e consapevolezza.
      Torna allora, ti aspetto. Penny❤️

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