A volte la ribellione entra negli uffici, nelle scrivanie, nelle sale riunioni, nei corridoi.

A volte la ribellione entra nelle parole dei libri, nella scienza, nella filosofia.

A volte, nelle proiezioni cinematografiche, nei testi delle canzoni, nei teatri.

A volte la ribellione è più semplice.

Entra nelle case, nelle camere da letto, nei silenzi, nelle parole non dette, nei corpi che non si cercano più, negli sguardi assenti.

È di quella ribellione che abbiamo più paura. Perché è contagiosa.

Lei passa sui pianerottoli, attraverso i panni stessi, le pause caffè, si trova davanti portoni delle scuola nei sussurri delle madri.

La ribellione arriva improvvisa. Ci stupiamo noi stesse, proviamo a fermarla ma lei non si arresta. Ci travolge. Ci sconvolge.

E poi, a un certo punto, lo capiamo.

Lei non aveva mai smesso di darsi da fare, di donna in donna. Come un dono. Una scommessa.

A volte, la ribellione cambia la storia.

Sono inizi pericolosi, forse, ma non per noi.

Per noi su tratta solo di progredire.

Di Rinascere sotto una nuova stella.

Impossibile fermarsi. Impossibile fermarci.

Lei non smetterà di darsi da fare, e noi con lei.

Ribellatevi, interrogatevi, progredite. Senza timore.

Penny

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