C’è una storia bellissima che ho letto ieri, racconta di un cucciolo di giraffa trovato disidratato e disorientato da un contadino e portato in una struttura affinché lo curassero.

Jazz, questo è il nome che è stato dato al cucciolo, è stato praticamente adottato da un cane da guardia e anti-bracconaggio di nome Hunter presente dentro all’orfanotrofio.

Hunter si è preso cura del cucciolo di giraffa, sembrava avesse capito che era piccolo e debole e sembrava volesse proteggerlo, non perdeva momento per stare con lui.

Non l’ha mollato nemmeno quando Jazz ha iniziato a stare male. È rimasto lì, vicino al cucciolo fino a quando non si è spento per un’emorragia cerebrale. Gli si è steso accanto e ha aspettato.

Raccontano gli operatori che Hunter è rimasto davanti alla porta vuota per giorni quando ne hanno portato via il corpo.

Un cane e una giraffa, una storia improbabile d’amore eppure è successa.

Ora vi racconto un’altra di storia e parla anche quella di un cucciolo ma d’uomo.

L’altra sera la comunità di Sant’Egidio ha organizzato una preghiera per Tasnuba, la bambina di tre anni e mezzo morta a Genova una settimana fa precipitando dalla finestra.

Alla preghiera c’era il padre, le sorelline e alcune persone della comunità del Bangladesh.

Ieri, invece, si è celebrato
il funerale con rito islamico officiato dall’Imam in piazza Caricamento, davanti ad un centro islamico, ma all’aperto, nella piazza, appunto, per permettere a tutta la comunità italiana di partecipare.

C’è stato tanto dolore, corpi che si abbracciavano, mani che si stringevano intorno alla madre portata in ambulanza, alle sue bambine e alla bara bianca.

C’erano uomini e donne, bambini e bambine, cattolici e islamici, uniti per dare l’ultimo saluto al cucciolo d’uomo, prima in chiesa e poi davanti a una moschea.

Sembra una storia improbabile pure questa, in un Italia che divide e fomenta l’odio.

Eppure, ci sono tante persone che sanno essere un cucciolo di giraffa e un cane e sanno creare legami al di là dell’appartenenza.

Che sanno accompagnarsi e proteggersi anche di fronte a quel dolore devastante e ineluttabile che è la morte di un cucciolo.

Ci sono storie da raccontare che ci fanno bene perché ci ricordano chi siamo. Ci ricordano che possiamo spingerci oltre i nostri pregiudizi e creare alleanze, agli occhi di alcuni improbabili, ma al cuore umano e animale possibili.

C’era una volta un cane di nome Hunter e un cucciolo di giraffa, i due hanno creato un legame d’amore.

Una storia così semplice da apparire straordinaria.

Ci riescono loro ad andare oltre. Noi, solo a volte. La verità è che lo straordinario dovrebbe diventare ordinario.

Io faccio il cane, direbbero i bambini in un gioco d’invenzione e io la giraffa, direbbe qualcun altro.

E sarebbero ora Hunter ora il cucciolo, senza distinzioni, perchè come gli animali, i nostri cuccioli d’uomo sanno cosa conta.

E sanno costruire legami, come una storia semplice.

Penny

2 comments on “Hunter e il cucciolo di giraffa. Lezioni d’amore.”

  1. La saggezza dei bambini… peccato che, crescendo, spesso svanisce. Ma a volte resta, e fanno di certi adulti donne e uomini unici.

    • Hai ragione, a volte, succede che si riesce ad essere saggi come “bambini” dentro all’adultità. Buon Natale ♥️

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