Siria nord-occidentale.
Luogo di abbandono. Martoriato dal conflitto. Circa 800 Mila persone sono in fuga.


Iman è morta tra le braccia di suo padre. Aveva un anno e mezzo. Provate un attimo ad immaginare questa piccola mentre suo padre cerca di portarla in salvo.

Nevica ad Aleppo, fa freddo, soprattutto se non esiste nessuna forma di riscaldamento, soprattutto se vivi in una tenda. Soprattutto se la tua casa è un rifugio improvvisato, centro per sfollati nel villaggio di Ma’rata, a ovest della città di Afrin, nella provincia di Aleppo.

Iman aveva iniziato ad avere problemi respiratori, stava male.


Mahmoud ha avvolto la bimba con tutto ciò che aveva e si è diretto verso l’ospedale.

È partito all’alba, ha camminato cinque ore ma non è riuscito a salvare la sua bambina.
Quando è arrivato in ospedale Iman non c’era più.

È morta assiderata, ha detto il medico. Aveva poco più di un anno. Non c’erano giochi, sicurezza, serenità. Solo fughe.


Muoiono i bambini in Siria. Muoiono le persone. Esseri umani come noi. Muoiono per la guerra, per il freddo.

Muoiono perché noi li dimentichiamo.

Penny

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2020/02/14/ifrin-un-anno-e-mezzo-morta-assiderata-tra-le-braccia-del-padre-in-siria_b4b0805a-8371-48c3-94e4-7bb3a02b0485.html

2 comments on “Lui è un padre. Iman, un anno e mezzo, portata tra le braccia fino alla fine.”

  1. Notizie così dimostrano solo la stupidità della guerra. Penso a quella bambina e a tutti gli altri che sono vittime innocenti. Penso ai genitori. Penso. E fa male non poter fare molto altro.

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