Non so cosa dire. Ho paura. In un momento come questo non riesco a non pensare alla paura.

La chiusura delle scuole fino al 15 marzo mi ha paralizzato come insegnante e come madre.

Però, da questa paura non mi voglio fare inghiottire. Non adesso.

Sono questi momenti in cui ti chiedi quali sono le cose importanti.

L’esame di maturità di tua figlia, la scelta dell’indirizzo scolastico in terza liceo della piccola, quel corso di danza…

Ti chiedi cosa faranno tutto quel tempo in cui non sono più dentro a un contenitore come quello della scuola che in qualche modo fornisce i ritmi della giornata e contiene il vuoto, l’abbandono all’inettitudine.


Io fornisco regole, loro sbuffano e non ci sopportiamo.

La verità è che la nostra vita è così compressa che non siamo abituate a convivere nello stesso spazio per così tanto tempo. Madri e figli.

Non leggono, bivaccano, ogni tanto fanno qualche compito che arriva come acqua nel deserto. E loro sono al liceo, non oso pensare alle madri che somministrano compiti dati dalle maestre quando le maestre non ci sono, credo sia una specie di incubo.

Noi litighiamo per chi fa cosa e poi, improvvisamente, spariscono. Vanno a studiare, dicono, ma io non ho nessun controllo sulla loro esistenza.

Ho paura, questa è la verità. Perché è in momenti come questo che ho la piena consapevolezza di non avere non solo nessun potere sulle mie figlie ma anche sulla nostra esistenza.

È in momenti come questo che mi chiedo come possiamo pensare  di direzionare gli eventi.

La verità è che siamo fragili. Terribilmente fragili. E non possiamo farci nulla o quasi.

La verità è che nessun muro, nessuna ricchezza, nessun confine, potrà proteggerci dal corso della vita e dalla sua casuale fatalità.

Questa volta a chi possiamo dare la colpa?


E, allora, penso all’ineluttabile, alla normalità che si ferma mentre l’esistenza continua a bussare.

Allora credo che, forse, l’esame di maturità non sia così importante, nemmeno che sappiano le tabelline, oppure il verbo avere, anche la decisione di indirizzo al liceo mi sembra una cosa futile. 

Penso alle versioni di greco che non le sono mai venute, penso che sarebbe servito di più che qualcuno avesse parlato alle mie figlie della caducità della vita.


Cerco di non preoccuparmi, cerco di rassicurarle mentre non tolgono nemmeno gli auricolari. D’altronde sono figli e figlie del nostro tempo.

Provo a spiegare loro che costruire muri, definire confini, essere gli uni contro gli altri non serve a niente.

La fragilità tocca tutti. La guerra in Siria è ancora lontana, i barconi, i bambini che muoiono, ma percepiscono che l’uomo si piega della stessa sofferenza.

Spiego, invano, che dovremmo occuparci di lavorare insieme per il nostro pianeta e per salvare questa nostra umanità.

Altro che dividere le terre.

Nel frattempo continuo a sbraitare, urlo perché utilizzino questo tempo per leggere, che non lo sprechino di fronte a video stupidi e serie TV.

Cerco di svegliarle ad un orario decente e di fare quello che fa una madre.

Hanno paura anche loro, lo so, lo sento, lo vedo nei loro occhi ma sono giovani e sono convinte ancora di poter direzionare gli eventi e hanno gli amici, che sono il loro tutto, con cui credono di poter fregare l’esistenza.

Io le guardo, poi penso ai miei alunni e alla storia che vorrei leggere per loro una mattina qualunque nella mia classe, che sappia di normalità.

Andrà tutto bene, gli dico quando un barlume di preoccupazione le coglie. E loro mi credono.

Ho paura per tutti noi, in realtà.  Allora penso all’unica cosa che mi riporta al senso.

Siamo qui e stiamo bene.

E, all’improvviso, mi sembra davvero che non ci sia altro di cui tenere conto. Nient’altro.

Penny

5 comments on “Andrà tutto bene.”

  1. Sento la fragilità come un’occasione da guardare per riportare il senso umano della vita dal nostro cuore al mondo….sento che è la sola cosa su cui contare. Coraggio, Andrà tutto bene.

  2. Non capisco più qual’è la realtà , ho scoperto il termine solo da pochi anni e che quindi ho capito di appartenere a quel gruppo di persone dette ” resilienti ” nonostante l ennesima caduta nell’infinito .
    Persone che si fanno dettare come svestirsi in pieno inverno , deturparsi il corpo in ogni parte con tatuaggi e piercing in nome di un non so chè chiamato moda . La storia non ha insegnato davvero nulla
    e , ancor mai lo farà . Nessuno sà riconoscere la propria ipocrisia il proprio valore .
    Anche il parassita conduce la sua lineare esistenza , con tutte le sue ragioni .
    Timorosi di una fragilità che non esiste , spaventati dal nulla .
    Partorendo al mondo nuove vite , ( che non hanno scelto loro ) obbligate ad accettare ciò che gli si porrà . Partoriti per egoismo , da chi poi rivelerà le sue paure le sue sofferenze della stessa , ma allora perchè ?
    La guerra in Siria i barconi … non possono essere definiti fragilità , mi spiace .
    Il sazio non crede chi è a digiuno . Basta ai falsi modelli di vita sociale egoisti opportunisti .
    Basta un colpo di vento a scalfire un palazzo con mura di sabbia a scatenare folli pensieri ed incertezze nel momento più longevo dell’essere umano . Un uomo che con la sua cultura la sua quotidianità risulta essere debole ed insicuro , invece di combattere se stesso e uccidendo i suoi simili .
    Con la stessa decisione , di come partorisce chi non può decidere ,
    dovrebbe insegnare subito che sulla terra non bisogna aver paura di nulla avendo dignità e rispetto affrontando tutto ciò che riserva la vita .
    La storia non insegna nulla . Tanto nulla cambierà .

    • Grazie per le tue parole preziose. Io spero sempre che qualcosa cambi, che qualcosa l’esistenza ci insegni, la storia ci insegni. Forse, anche senza la speranza non siamo nulla. Penny ❤️

  3. Grazie a te .

    Nel frattempo dal 6 marzo tanti sono stati i cambiamenti soprattutto mentali , ecco il mio tradotto con due righe …

    12/03/2020

    In questo preciso momento ho molta confusione in testa .
    Mai avrei pensato di mettermi a trascrivere questi pensieri .
    Chiaramente tutto nasce da questo coronavirus .
    In effetti non sono in un carcere , ma per la vita frenetica veloce che ho sempre condotto
    fatico star fermo a far nulla , immaginando che presto scoprirò un nulla che è stato importante …
    Ritrovarmi in questa situazione mi fa sentire paralizzato , impotente
    non capisco chi o cosa si aspetta , qualcosa , qualcuno ,
    non riesco a fare quell’ ordine in casa che da sempre cerco , rimango immobile e triste .
    Tutto ciò è inverosimile incredibile , inizialmente … per poi diventare vero reale .
    Quanti pensieri mi sfiorano la testa che non sono i soliti .
    Sono ottimista per natura , come dicono ? ah sì ! “ resiliente “ …
    Mi preoccupo di chi mi è caro del lavoro degli interessi .
    L’età in questi casi non conta e , obiettivamente sviluppo anche probabili pensieri negativi per il futuro ,
    proprio come quando programmo la settimana lavorativa ,
    quindi devo organizzare qualcosa di non previsto ? ma vaaa….
    Continuo a rimanere immobile , a un certo punto
    mi vengono in mente tutte quelle persone che vivono in solitudine
    in malattia in guerra che subiscono ingiustizie di ogni genere ,
    di cui parlano notiziari e programmi vari , ma che ignoriamo durante i nostri pranzi cene o aperitivi .
    Incuranti del loro destino poiché abbiamo un solo puro altruismo-egoismo
    rivolto al nostro ipocrita orticello sintetico .
    Modello di vita composto da falsi valori ,
    individuali opportunismi , dimostrando superiorità e felicità con possessi materiali .
    Momentaneamente l’unico motivo a dar coraggio in tutti
    è , che adesso siamo davvero tutti sulla stessa barca
    non ci si può allontanare ne nascondere , non c’è ricchezza da poter utilizzare .
    ( Stiamo vivendo il nostro esodo di massa ) Forse ognuno ha le proprie colpe ,
    abbiamo anche il tempo per poter fare i conti , tirare delle somme .
    Vorrei fossimo tutti ciechi , cosi da non poter condannare con odio e intolleranza
    il colore l aspetto dei stessi simili e tutto in generale .
    Vorrei che il primo assoluto universale “ CREDO ” fosse il rispetto reciproco verso tutto e tutti .
    Penso che non impareremo nulla per il futuro , visto le già tante lezioni del passato ,
    ma se ne usciremo fuori ,
    tanti sapranno valorizzare considerare apprezzare gustare comunicare …
    vivere in maniera diversa da prima .
    Ma durera poco , poiché non sappiamo imparare dal passato .

Rispondi