Guardate questi occhi. Il sorriso.

Fermatevi un secondo.

Barbara aveva 28 anni e una figlia di 3. Tre anni. Immaginate anche lei. La sua vita senza una madre di cui ricorderà poco. Che le mancherà per il resto della sua esistenza.


Barbara è stata accoltellata nella notte tra lunedì e martedì in un paese vicino a Bolzano.


Poco importa il posto, perché ormai i femminicidi lo sappiamo: toccano il nord, il sud, non guardano alle differenze sociali.

Quello che importa è che ci sono donne che respingono degli uomini e per questo sono state uccise.


L’assassino (chiamiamolo con il suo nome), 25 anni, aveva avuto una fissazione per lei.


Lei lo aveva denunciato per stalking. Le donne uccise, spesso denunciano, sappiamo anche questo.


È stata massacrata nell’enoteca che gestiva con il suo compagno, è stato lui a dare l’allarme non vedendola tornare a casa.


Barbara è stata accoltellata, perché anche questo sappiamo. Spesso le vittime di femminicidio vengono uccise da armi da taglio o strangolate. Si vuole infliggere sofferenza.


Erano due anni che lui la perseguitava.  L’anno scorso era stato agli arresti domiciliari dopo una denuncia da parte di Barbara, ma era stato rilasciato dopo poco su richiesta del suo avvocato, perché aveva accettato di sottoporsi a terapia psicologica.

Basta questo?


Tra i due non ci sarebbe mai stata una relazione, si sono conosciuti anni fa in occasione di uno stage e da quel momento il ragazzo non ha smesso di perseguitarla.


Basta un sorriso, essere gentili perché alcuni uomini pensino esista un qualche consenso?


Lo ribadisco, questa dovrebbe essere materia di insegnamento fin dalle elementari.


Se una bambina dice No è no e un bambino deve rispettare quel no, perché vi assicuro che spesso non succede neanche tra i più piccoli.


A volte quando un bambino stuzzica una bambina e lei si lamenta, gli adulti intervengono e le dicono: “Dai non te la prendere, quando i maschi fanno così vuol dire che sono interessati a te!”.
Piccoli esempi da cui bisogna partire, tutti.


Deve esserci una rieducazione seria e continua.


Qualche giornale ha scritto di follia, una follia che non si è arrestata nemmeno di fronte a un matrimonio con un altro uomo e la nascita di una bambina.
Non è follia.
È femminicidio.

Perché se noi continuiamo a inserirla dentro a quel contesto, la continuiamo a immaginare non prevedibile, non affrontabile. In qualche modo noi diciamo che non è risolvibile.


Barbara è stata uccisa per mano di un uomo che conosceva appena.


I volti di queste donne, il loro sorriso, i loro occhi, ci devono ricordare che è follia non lottare con forza affinché gli uomini non considerino le donne come oggetti e le uccidano con crudeltà.

Se non chiamiamo le cose con il loro nome nulla cambierà.

Barbara è stata uccisa da un uomo, lui è un assassino, lei una giovane donna, una giovane madre, una giovane compagna.

Figlia e magari sorella di qualcuno.


Questo è femminicidio non follia.

Penny

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