Vorrei fermarmi un attimo per raccontarvi una cosa a proposito di madri e bambini.

Io e le mie colleghe vediamo i nostri 20 alunni in video lezione in quattro gruppi. Siamo quattro, due insegnanti così dette di classe e due di sostegno. Quindi, in una settimana ogni insegnante vede tutti i bambini.

Nella mia scuola (più o meno) funziona così: i bambini non sanno chi sono le insegnanti di sostegno perché i ruoli sono condivisi, tutte cerchiamo di occuparci di tutti.

Ieri nel mio gruppo c’era il bambino con 104, un bambino che non sta fermo, che è attratto dalla tecnologia, che accende e spegne la videocamera ogni tre secondi, che si alza, si fa un giretto, poi torna. Accanto a lui sua madre.

Per tutto il tempo della video lezione -che mi viene il vomito a chiamarla così- lei non ha fatto che cercare di tenere suo figlio sul pezzo, si alzava, lo riprendeva, gli rimetteva davanti il quaderno, accendeva la telecamera se la spegneva, lo aiutava a rispondere se lo coinvolgevamo nella lezione, gli rimetteva la matita in mano e lo aiutava a fare il lavoro.

In tutto questo gli altri quattro bambini aspettavano e si fermavano senza una lamentazione per i tempi spezzati, per la voce del loro compagno che improvvisa irrompeva nel microfono.

Non è facile fare lezione così, per nessuno di noi. E, forse, sarebbe stato più semplice mettere l’insegnante di sostegno in una stanza virtuale con il bambino con 104 e chiuderla lì. Come è molto più semplice farlo in classe, l’insegnante e il bambino nell’aula di sostegno, ma questa non è inclusione.

L’inclusione è mettere dentro, è chiamare tutti alla responsabilità di fare squadra. Essere un po’ come una famiglia, attendersi, aspettarsi, capire che ognuno ha delle risorse che può mettere in campo per gli altri.

Quando abbiamo finito e ho spento il tablet, ho pensato ai miei bambini capaci di stare insieme, ai loro genitori che rispettano i tempi di tutti e non rivendicano solo diritti per il loro pargolo dicendo ad esempio: ma non rimaniamo indietro con il programma? ma, soprattutto, ho pensato a quella madre seduta accanto al proprio figlio forse sul tavolo della loro cucina, forse della sala, non so.

Dopo qualche secondo che la video lezione era terminata, siccome avevo chiesto ai bambini di mandarmi le fotografie del lavoro che avevamo fatto, quella stessa madre mi ha inviato su whatsapp la fotografia di ciò che aveva svolto suo figlio.

Tre fogli di quaderno che mi hanno commosso.

Ho pensato a lei mentre si alzava, si risedeva, lo riacciuffava, al perché la responsabilità sia solo sua in questo compito e mi sono chiesta dove siano le istituzioni.

Alla fine siamo soli, sono soli, soprattutto, i genitori dei bambini con 104.

Ho ringraziato il bimbo per il compito inviato con un messaggio vocale come faccio quasi sempre, ma nel mio cuore ho ringraziato lei per la sua determinazione, per farsi con suo figlio quercia secolare.

Non so come si possa fare per non abbandonare al proprio destino chi ha più difficoltà, forse, risalendo ogni giorno la corrente come fanno i salmoni e andando in senso contrario all’individualismo della società che misura tutto in termini di raggiungimento di risultati e competenze.

Io credo che dall’incontro di ieri ci siamo arricchiti tutti. Certo, probabilmente siamo andati più lenti, certo, i verbi magari non li sapranno subito e alla perfezione ma c’eravamo tutti, nessuno escluso e la mia materia (che è la lingua italiana) è passata attraverso parole come: rispetto, attesa, accettazione di sé e dell’altro.

È questo che dovrebbe fare una scuola: insegnare l’inclusione e non lasciare soli. Ed è per questo che mi viene rabbia quando si valuta la scuola solo in termini di discipline. Ed è per questo che la DAD non può essere chiamata fare scuola, ha un nome solo: EMERGENZA.

Anche questo bambino avrà un voto, dentro ci sarà sua madre e la sua solitudine.

Penny

5 comments on “A proposito di DAD, voti, madri, bambini e inclusione.”

  1. E questa mamma e’ a casa, può rimanere vicino al bambino.. oggi gira male. Ogni due giorni arrivano 4 pagine da ricopiare di matematica, senza videolezioni. Mia figlia non vede la maestra in questiona da febbraio, neanche in foto. Non esistono video lezioni o registrazioni. Fogli su fogli caricati sul portale, nessun controllo se e’ stato capito (lunedì erano le formule di calcolo dell’area dei romboidi e dei triangoli, oggi le espressioni con le 4 operazioni, la maestra caricherà i risultati, per il controllo). Io lavoro.. e a casa… si arrangiano.

  2. Queste letture sono il mio passatempo Preferito in tempo di CoronaVirus ….. non ricordo nemmeno come sono “inciampata” nel primo articolo ……. Complimenti e non molliamo mai !!! Francesca

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