Voglio raccontarvi la storia di una ragazza.

Lei ha ventotto anni, lavora da un parrucchiere. Ha la pelle ambrata, due occhi azzurri o verdi che spaccano, un fisico che qualcuno, tipo me, potrebbe dire da urlo, non immaginatelo perfetto, non è così. Ha qualche tatuaggio su un braccio che non ho ben identificato. Pantaloncini corti, stretti in vita, canotta aderente e stivali. Non aveva il reggiseno, l’ho notato, perché io non mi sono concessa mai niente di tutta quella bellezza. Aderisce agli abiti in modo impeccabile oppure è lei che aderisce in modo impeccabile al suo corpo.

Si muove avanti e indietro per il negozio, lunghe falcate, padrona di se stessa con un coraggio che io non mi sono mai sognata, men che meno alla sua età. Non c’è nessuna volgarità nei suoi modi, solo forza.

Convive con un suo collega di lavoro da pochi mesi, nessuna storia d’amore. Ha dei modi gentili e mi ha detto: “Sto bene e mi sento libera”.

Tutto in lei è femminile e provocante, so cosa pensate, la stessa cosa che probabilmente ho pensato io, io, donna matura che si sente a suo agio vestita di nero e “coperta” il giusto.

Se l’avessi conosciuta tempo fa probabilmente l’avrei giudicata per quel corpo messo con orgoglio in evidenza, ora provo solo ammirazione e vorrei che le mie figlie avessero lo stesso coraggio a portare se stesse, perché, spesso, noi donne neghiamo chi siamo, siamo sotto un giudizio costante e continuo da parte degli uomini e da parte di altre donne.

È tutto un sistema ad incastro. Dal noi che veniamo violentate, che non veniamo credute, palpeggiate, menate, uccise, sottomesse, sfruttate, al fatto che che ci guardiamo davanti allo specchio e ci cambiamo quella maglietta per paura di essere “troppo” sotto lo sguardo sociale, il passo è piccolissimo.

Il messaggio è chiaro: se passi inosservata non ti succederà niente, però, nello stesso tempo abbiamo bisogno di incrementare il mercato e noi donne, per loro ( alias potere patriarcale e tutti gli uomini e donne che non lo smentiscono), siamo la più grande fetta di mercato, quindi, ti diciamo che devi contrastare la cellulite, le rughe e così via.

Chiedetevi un po’ se esiste qualche pubblicità e relativo prodotto per la pancetta degli uomini ( sappiamo che a una certa età, molti, sembrano incinti) oppure per le rughe, perché le hanno come noi. Niente. A loro non viene chiesto di cambiare nulla, vanno bene così, hanno per nascita un premio: il consenso sociale.

Le imperfezioni sono nostre, però, nello stesso tempo, se portiamo il nostro corpo con coraggio e ci vestiamo come vogliamo, rischiamo di brutto

Ieri, la mia girl grande mi ha fatto vedere che gira su Instagram un video di un ragazzo che mostra le porte chiuse di una doccia. Dentro c’è la sua fidanzata che si sta lavando. Lui invita, gli spettatori, a mettergli dei like e se arriverà ad un tot, ora non ricordo quanti, quelle porte si apriranno e lui mostrerà la sua ragazza nuda, ovviamente.

Lei era sconvolta, io sono incazzata. Quando trova qualcosa di questo tipo scrolla la testa e dice: non è possibile. E grazie a Dio si accorge di quello che le accade, perché ne parliamo e di continuo, si accorge che a diciott’anni la sua parola nel gruppo dei pari non ha lo stesso peso del suo compagno maschio, si accorge che le sue amiche fidanzate, spesso, chiedono scusa quando non hanno nulla per cui scusarsi, o quando il loro tipo tiene il muso per qualche comportamento che non l’ha soddisfatto, si accorge quando le ragazze scrivono di altre ragazze: quella si veste da puttana, si accorge di non essere libera di mettersi una maglietta un po’ più scollata.

Si accorge ed è un primo piccolissimo passo, io alla sua età ero ignara.

Lo so che avete bisogno di queste parole come ne ho bisogno io, ho bisogno ogni giorno di ricordarmi quello che potrei essere se mi avessero lasciato libera di esprimere me stessa, senza la paura di non aderire alle richieste del mondo maschile e del relativo potere.

Sono incazzata perché ho perso per strada parti importanti di me e sono incazzata con gli uomini sessisti e stronzi, ma, soprattutto, con tutti gli altri, quelli che si professano egualitari nel pensiero e non c’è verso che spendano una parola nei confronti dei loro sporchi privilegi e non c’è verso che si dissocino da quel sottoterra che permette al sessismo di crescere e allargare le proprie radici.

Sono incazzata perché si parla della vita delle mie figlie e delle vostre, anche delle loro.

Sono incazzata e non mi passerà almeno fino a quando le cose non cambieranno, fino a quando non potremmo allargare noi le radici e farci spazio senza sentirci perennemente sbagliate.

Quanta vita persa?

È la rabbia che mi permette di continuare a vigilare, anche se fa male. Mi permette di non voltare lo sguardo come fanno molti e molte e desiderare per noi donne un mondo più libero e giusto.

Dobbiamo lavorare affinché ogni giovane donna possa aderire con coraggio a se stessa e al proprio corpo.

Penny

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