Ci sono giorni in cui le mie figlie mi buttano addosso i loro problemi. Le loro preoccupazione diventano le mie. Così, ci penso e mi chiedo come posso aiutarle, cerco soluzioni, suggerisco risposte. Intervengo.
È il mio modo di essergli vicina, perché quel dolore mi appartiene. Se non che, improvvisamente, divento quella che stressa, che le mette sotto pressione, che non le lascia vivere.
Tutte le volte ci casco e tutte le volte mi dico: “Ma perché sono così cretina?”.
Il problema, forse, è che la mia vita genitoriale è un monologo, essendo sola, loro mi buttano addosso il buttabile, io lo prendo e me ne faccio carico. Ma, forse, chissà, è così per tutte.
Mi do botta e risposta in un’ansia di risoluzione. Sì, insomma, non ho nessuno che mi dica: respira oppure non la fare più grossa di quel che è oppure non farti ingoiare dai loro problemi oppure domani è un altro giorno.
E, in effetti, accade. Domani è un altro giorno perché nel momento in cui mi prodigo per trovare una soluzione loro attaccano: sei una pressa, ci stai sempre addosso, lasciaci in pace. E quel problema non esiste più o se esiste se lo devono risolvere da sole.
La verità è che non faccio memoria dell’esperienza, la verità è che il controllo fa parte non tanto del mio essere madre ma del mio essere donna, e siamo di nuovo lì, per allontanarlo da me devo fare un lavoro di de-strutturazione continuo.
Credo dipenda dalle richieste: sii una buona madre, attenta, presente, tieni insieme, sii magra, capace, bella, buona organizzatrice, sexy quando serve, tieni la casa in ordine. Ci metto dentro tutto.
Loro, i figli, hanno bisogno di respirare. Sono volubili, non lo fanno a posta, fa parte della crescita: ti chiedo di aiutarmi ma, in realtà, ho solo bisogno di buttare fuori, devi lasciarmi fare.
Trovare le soluzioni è la cazzata educativa più grossa che possa fare una madre. Credete non lo sappia? Certo che lo so, ma è difficile, è difficile non controllare la mia vita: sulla bilancia, nelle quotidianità, con i miei figli.
Ho paura di straripare, perdere il controllo, uscire dagli argini.
Cosa potrebbe succedere?
Perdere il controllo vuol dire non essere quella donna lì, quella di cui ho parlato sopra, quella che risponde alle richieste di ciò che gli altri si aspettano da lei. Dal mondo ai figli. Ed è tremendamente complicato quando per una vita t’insegnano che sei l’ago della bilancia, sei quella che tiene i fili insieme, che deve gestire e organizzare.
Vorrei pensare al lavoro e basta. Mi piacerebbe, in una vita nuova. Tornare a casa la sera e sapere che a tutto il resto ci ha pensato qualche d’un altro e godermi i miei figli e l’esistenza.
Così, anche qui, lavoro come i gamberi. De-strutturo e faccio tutto da sola. Non riesco proprio a lasciare andare, non ancora, ma cerco di lavorare sul non controllare (altra grande cazzata educativa) non solo sui miei figli ma anche su di me.
Che poi, se ci penso, l’esistenza è qualcosa di così imprevedibile da farmi sentire un’idiota in tutto questo girovagare su me stessa.
Una cosa, però, la so, mi sto auto educando, perché, l’educazione tradizionale, piena di stereotipi stereotipati, mi ha portato ad essere questo.
Guardare le altre donne, quelle che camminano verso l’emancipazione, anche dai figli, leggerle, farle mie, mi aiuta.
Essere consapevoli, insomma, che la nostra strada di madri e di femmine è un lavoro a ritroso, buttare via ( non tutto ovviamente) quello che ci incastra ed essere più libere.
Madri libere. Di lasciare andare. Di esserci alla giusta distanza. Di non farsi divorare dai figli.
Il controllo non serve a niente, solo a farci restare ferme.
Se lasciassimo andare probabilmente tutto rimarrebbe in piedi, comprese noi. Con una differenza, se lasciassimo andare potremmo raccontare una storia nuova, ovvero, che non siamo sacrificabili.
Penny
Pazzesco come m rispecchio in quello che dici!! Nonostante io non sia sola, essere madre e’ proprio cosi…o meglio anche io so vosi, cercare sempre di bilanciare, aiutare , far incontrare idee punti d vista opinioni risposte soluzioni…..
M rincuora scoprire d non essere anomala….
Grande Cinzia
Anche a me. ♥️