Premessa breve. Chi ha letto il post sulla mia pagina fb sa che ho accettato la candidatura nel centrosinistra (lista civica di Ferruccio Sansa), della mia regione, la Liguria.

Nella spiegazione della mia scelta ho detto chiaramente di essere piuttosto spaventata, di non aver mai pensato alla politica, di non saperne molto di meccanismi politici e di non avere la certezza che sia la scelta giusta. Ma è la mia e la porto avanti.

Molta solidarietà, molti apprezzamenti ( d’altronde ho fatto una foto da figa?, manco io mi riconoscevo) molti: siamo con te. Ed è stato bellissimo. Tutte le volte mi stupisco della vostra generosità nell’esporsi, ma non dovrei più. Siete il mio Xanax in borsetta.

Pochi commenti maschili, chissà perché (?), forse si contavano sulle dita di una mano, eppure io non sono CONTRO GLI UOMINI, ma per gli uomini e le donne insieme, sulla stessa linea di partenza, ad ogni modo un commento in particolare mi ha colpito.

Mi scriveva che iniziavo male, insomma sì, che non davo molta fiducia per l’espressione manifesta della fragilità e in poche parole della strizza che esprimevo a lettere cubitali.

Allora, ho pensato che la fragilità è quasi sempre tutta una faccenda femminile, ci è concessa fin da bambine, in fondo noi siamo come definizione sociale “il sesso debole”.

Possiamo tranquillamente parlarne tra di noi, anzi, la figura di una bambina, ragazza e donna fragile da proteggere è, nell’immaginario collettivo, la fidanzata o moglie ideale.

Io, maschio forte, ti proteggerò. Tocca a me la difesa della specie. È la massima implicita ed esplicita che la nostra società spinge per i bambini, i ragazzi, gli uomini.

Ecco, quando ha commentato ho pensato che forse lui si aspettava che io scrivessi che mi sentivo sicura, che so tutto, che ho le palle e cose così…come fanno molti uomini, d’altronde.

Le donne, per guadagnarsi terreno e posizioni sociali nella vita ( parlo anche all’interno della famiglia, dell’ambiente lavorativo, non solo nei luoghi di potere) sappiamo che devono sgomitare.

Devono spingere e farsi largo per avere un po’ di spazio. I figli sono una concessione di fragilità, tanto è vero che molte donne, ai vertici, hanno fatto scelte precise per poter essere lì e, a volte, di costrizione.

Insomma, di questa fragilità che “ci impongono” noi possiamo farne due cose: o adattarci alle richieste e farci proteggere, pensare davvero di essere il sesso debole, oppure possiamo usarla, perché, lasciatemelo dire è una delle più grandi risorse che noi donne abbiamo in mano.

Noi sappiamo gestirla questa cosa qui, sappiamo che esiste, non uccidiamo gli uomini quando li perdiamo, semplicemente affrontiamo.

Ne parliamo tra di noi, discutiamo, ci danniamo, andiamo in terapia, con la fragilità ci facciamo i conti ogni santo giorno della nostra vita. Le gambe tremano, il cuore batte ed esce dal petto. Sappiamo cos’è e come è.

Non dobbiamo fare come alcuni uomini ( non tutti, per Dio, non fatemelo ripetere) che si presentano come certi tipi di nostra conoscenza tutti d’un pezzo, sbruffoni, maleducati, dominanti, irrispettosi, a volte, violenti, incapaci di reggere le frustrazioni.

Non è l’annullamento della nostra fragilità a renderci forti è l’uso che sappiamo farne.

Quindi, questo sproloquio (perdonatemi ma in questi giorni il cuore è tremolante) per dire che noi dobbiamo difenderla questa nostra fragilità femminile, con le unghie e con i denti, perché, per quanto ne dicano i “patriarcalisti”, è uno strumento di potere che abbiamo in mano contro la definizione teorica e pratica di “donne con le palle”. Le donne con le palle sono accettate perché si comportano come gli uomini.

Ri-quindi. Io ho strizza e lo dico forte e chiaro, e questa paura è ciò che mi mette in allerta e mi permette la prudenza, lo studio, l’attenzione all’essere umano e a me.

Non dobbiamo essere come gli uomini, sono loro che avrebbero tanto bisogno di poter parlare con qualcuno della fragilità fin da bambini.

Grazie alla sua accettazione non avrebbero bisogno di dimostrare il loro potere attraverso la dominazione sociale, politica ed economica.

Noi, non facciamoci ingannare, teniamoci ciò che di buono la vita ci insegna e usiamo la fragilità non per farci proteggere ma per proteggerci e affrontare con forza l’esistenza.

Sembra un ossimoro ma non lo è. Andiamo avanti.

Vi abbraccio.

Penny

2 comments on “La fragilità, sostantivo femminile. Da usare con determinazione per non diventare donne con le palle.”

Rispondi