Scuola. Ottobre.
Da una parte ci sono le regole da seguire importanti per non infettarci tutti.
I bambini devono tenere la mascherina ( noi non abbiamo ancora i banchi monoposto dove si siano persi non lo so), disinfettarsi le mani quando starnutiscono.
Se hanno la tosse devono stare a casa.
Se non hanno il foglio dell’autocertificazione.  dovrebbero stare in aula covid con il responsabile fino a quando i genitori non portano l’autocertificazione dell’assenza ( ovviamente, piuttosto che far stare i bambini in un’auletta noi li chiamano, loro mollano qualsiasi cosa stiano facendo e corrono o fanno correre i nonni!)
Dall’altra ci sono le famiglie. Il bisogno che la scuola riprenda il suo ritmo e il suo tempo ( ad ottobre non abbiamo ancora il tempo pieno) per poter permettere, soprattutto, alle madri di poter andare a lavorare.
Il rischio: la povertà o la pazzia.
Poi ci siamo noi docenti le cui regole cambiano di minuti in minuto. Moduli di autocertificazione: tre. Stampali e spiega alle famiglie i diversi tipi, scrivi le assenze sul foglio, non scrivere più le assenze sul foglio. Cosa fai quando un bambino starnutisce o dà un colpo di tosse? Suggerisci alle famiglie di tenerseli a casa sapendo questo cosa comporta? Sapendo che i bambini starnutiscono sempre?
Tieni aperte le finestre per far girare l’aria ma poi hanno freddo e starnutiscono?.
Ti comunicano che oltre al foglio dell’autocertificazione bisogna portare anche il libretto delle giustificazioni. Comunichi.
Cosa portare a casa, cosa non portare a casa, cosa significare quando le cose da casa tornano? ( un bel gioco di parole)
Un genitore porta un pacco di biscotti per la merenda. Lo rimandi indietro. Solo confezioni chiuse. Comunichi.
Piove. I bambini arrivano a scuola fradici. Cerchi dei pantaloni di ricambio. Una bidella mi dice che non posso cambiare i bambini, per via del covid. Se lo faccio, lei non ha visto nulla. Siccome si sono bagnati anche le mutande mi assumo il rischio.
Tolgo e metto scarpe, che non entrano. Fradice pure quelle. ( un’insegnante, spesso, fa anche questo).
Scuola. Ottobre.
Il tempo scuola passa da quattro ore giornaliere a sei, purtroppo non ancora ad otto. Mancano molte insegnanti, non sono state nominate ( disse, cara Ministra, che avremmo iniziato con la copertura delle cattedre).
Io ad esempio non ho la collega di matematica, Quella che è stata con noi per quattro anni non è riuscita a tornare ( garantiremo la continuità disse la Ministra a suo tempo). Comunico alla dirigente la mia preoccupazione:” I miei bambini non fanno matematica dall’inizio dell’anno”. E lei, pure un po’ seccata, mi dice: “Un’ insegnante deve saper fare tutto, falla tu”.
Così, dopo vent’anni che insegno lingua italiana e storia, mi accordo con le mie colleghe per fare anche matematica. Ma vorrei ricordare che l’insegnante manca sempre!
Scuola. Ottobre.
Gli orari di entrata e di uscita ( sfalsati per non creare assembramenti) soni cambiati nuovamente perché si è passati da una frequenza a scuola degli alunni da quattro a sei ore, i bambini finalmente iniziano la mensa (anche quella deve essere sfalsata), quindi i piccini devono mangiare prima e i più grandi più tardi.
Tutto questa nuova organizzazione ha portato a un carico di lavoro notevole per i docenti e scompiglio alle famiglie che si sono visti cambiare gli orari di entrata in corso d’opera con ripercussioni sulla gestione del lavoro e della famiglia.
Altro punto dolente: i bambini disabili il cui sostegno viene impiegato in parte o per lo più per coprire le insegnanti di classe che mancano, ed è una vergogna.
Quindi, ricapitolando.
Quando noi docenti non siamo immerse nel cambio delle regole, nei moduli da compilare e ritirare, nelle mani e tavoli da disinfettare, nel porci domande su cosa sia giusto fare, nella rabbia ( comprensibile) dei genitori da sedare, nelle sostituzioni di colleghe che mancano, quando, quando, quando non siamo dentro alla confusione, nella mezz’ora che resta, espletiamo il nostro compito, che sarebbe quello semplice di fare didattica e di educare.
E se non ci fossero i bambini che ogni tanto, mentre cerchi di non far fuggire l’utenza della scuola pubblica, di non disperdere gli alunni, di calmare gli animi, di tenere sotto controllo le norme, di insegnare qualcosa…
Se non ci fossero i bambini che ogni tanto ti arrivano alle spalle e ti abbracciano all’improvviso, probabilmente noi docenti avremmo già abbandonato la nave.
Cara Ministra va tutto bene!
Grazie davvero, è stata di parola. Una maestra.
Cinzia Pennati.
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/