L’amica di una mia amica, uscita da poco da una relazione dolorosa lunga più di vent’anni, colloca all’altezza dello stomaco la sua bestia.

Quando la rabbia sale e le produce reazioni lei dice: “La bestia deve morire!”.

Il realtà, lei non ha ancora capito che la bestia la sta salvando da una relazione in cui è stata “al servizio” di un uomo.

Ha cambiato regione e città per lui, lei voleva una casa con il terrazzo ma alla fine ne ha scelto una senza che piaceva a lui, se l’è comprata da sola, si é fatta un mutuo, ha aperto utenze e traslocato senza che lui muovesse un dito. Lo ha accontentato in nome di quell’amore in cui, a quanto pare, credeva solo lei.

Ha rinunciato e rinunciato, forse anche ad un figlio. Lui, ad un certo punto, senza troppe spiegazioni, le ha detto: restiamo amici! Lei ha strabuzzato gli occhi e ha pensato: non può finire così, si ricrederà! Invece lui faceva il simpaticone, le ha chiesto persino il tavolo che non usava per allestire il nuovo terrazzo ( perché alla fine la casa con il terrazzo se l’è trovata lui…).

Quesi trent’anni di vita insieme e non provate a scagliarvi contro di lei, perché, quando sei dentro al patriarcato- e alla sottomissione- fino al collo non ti hanno abituato a vedere o a VEDERTI.

La bestia, però, è uscita e le ha permesso di chiedere indietro le chiavi della “sua” macchina e del “suo” parcheggio, dopo che le erano arrivate una serie di multe, ovviamente prese da lui e intestate a lei. La bestia le ha permesso di dirgli: “Con il cazzo che ti do il tavolo lo tengo in cantina!”.

Le ha permesso di buttare nell’immondizia i ravioli che gli aveva preparato il giorno di Natale- il suo piatto preferito- dopo che lui le aveva chiesto di passarlo insieme, visto che sarebbero rimasti soli per poi comunicarle, proprio durante il pranzo, che il capodanno lo avrebbe passato con gli amici, ovviamente, fottendosene che lei fosse sola!

La bestia gli ha permesso di dirgli:” Togli la residenza da casa mia!”.

La bestia che deve morire è la stessa che seppelliamo da bambine, obbedienti, giudiziose, graziose, silenziose. Gambe chiuse, occhi dolci, conto su di te, so che non mi deluderai.

Deglutiamo parecchio nelle nostre vite. Teniamo a bada la bestia e la spingiamo giù ogni volta che lei prova ad esistere, a manifestarsi, a farsi sentire. Fino a quando si fa grande e non possiamo più negarla.

Ed è lei che ci salva. La rabbia che ci concediamo e ci aiuta a dare un limite all’altro che ci fa del male. Ci aiuta a reagire e ad agire, a dire finalmente un No a chi di noi fa ciò che vuole.

Lui è il figlio del privilegio, lei della sottomissione. Ora sta ripercorrendo la sua vita a ritroso ed è incredula di fronte a quante volte si è annullata.

La bestia è necessaria, ora lo sa, è lei che la difende dagli attacchi travestiti d’amore.

E se da bambine avessimo potuto essere rabbiose un po’ e non accondiscendenti all’estremo per non deludere insegnanti, genitori, educatori, forse, lei non si sarebbe trasformata in bestia.

La bestia non deve morire. Non ancora. Quando succederà, perché succederà, vorrà dire che ha assolto la sua funzione.

Proteggerci da chi ci fa male e quel male lo chiama amore.

Penny ❤️
Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia edito Mondadori: “La scuola è di tutti”
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

2 comments on “La “bestia” deve morire. Ma è proprio la “bestia” che ci salva da relazioni dolorose.”

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