Cerchiamo sempre di mettere ordine. Nella vita, nelle stanze e nelle cose. Il disordine dei nostri figli ci disorienta.
Un tempo mettevo a posto. Quando ero sposata, ad esempio, chiunque entrasse mi elogiava, tutto era perfetto. A parte il mio cuore.
Non sempre l’ordine rappresenta uno stato di benessere, a volte, è costrizione, ossessione, ricerca continua di mettere a posto nel luogo sbagliato.
Avevo una casa invidiabile. Hai davvero gusto, mi dicevano. In effetti avevo speso tempo ed energie per arredarla come pensavo di desiderare, peccato che era stato tempo evaso e sottratto al dolore.
Ricordo che la sera mettevo in ordine persino gli abiti appoggiati sulla sedia. Tutto doveva essere come lo avevo immaginato.
Ora abito in una casa di 45 metri quadrati, siamo in tre, ed è necessario trovare uno spazio alle cose, però, ho dovuto cercare soluzioni alternative.
Gli orecchini sono in un barattolo antico sul piano della cucina, le collane appese al calorifero, il profumo nell’armadio insieme alle mutande. Nella libreria si può trovare di ogni.
Accettare il disordine, a volte, è accettare di non riuscire a contenere tutto, di non controllare di tutto. È accoglienza di ciò che succede. Adesso i vestiti restano sulla sedia giorni, li guardo, a tratti mi innervosisco, ma non sono la mia urgenza.
Alle mie figlie, ovviamente, non ho smesso di menargliela. La vostra camera è un casino, sembra che sia esplosa una bomba e cose così, sono all’ordine del giorno e se un tempo mettevo a posto, cassetti e calzini, ora me ne sto di quel: è camera nostra, è la nostra vita, facciamo come vogliamo!
Lascio andare, anche il controllo sulle loro esistenze, oltre che sulla mia, perché non sempre l’ordine è bellezza, a volte, è insabbiamento delle emozioni, metto a posto “fuori” quello che non riesco ad ordinare dentro di me.
Non perdo più tempo a fare la casalinga perfetta, a rispondere ad una richiesta sociale. Che casino! mi dicono ogni tanto le mie figlie?. Bene, rispondo, mettiamo a posto. A quel punto si dileguano, ogni tanto rimettono a posto. Ad ogni modo sanno che accolgo con piacere anche i loro amici e non mi preoccupa di apparire diversa da quello che sono. Di questo mi sono grate.
La verità è che non controlliamo nulla, neanche riordinando in continuazione. Ci sarà sempre qualcosa che ci sfugge, qualcosa che non riusciamo a tenere insieme.
I ragazzi crescono e la vita procede. E noi dovremmo imparare ad accettare il caos, che è movimento: dei nostri figli e della nostra esistenza.
Niente come il caos, a volte è ordine.
Penny ❤️
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