Certo bisognerebbe essere sempre a piombo. Tutte le volte che i nostri figli sclerano, bisognerebbe guardarli negli occhi e chiedersi quale sia il bisogno.
Cosa ti sta succedendo? Quali emozioni stai provando? Come posso aiutarti?
I vari profeti ce lo ripetono sempre: urlare non serve a nulla.
Vero, verissimo. Serve a poco, ma cavoli quanto aiuta ad andare oltre? A non far sedimentare la rabbia, a far uscire allo scoperto le tensioni?
Quanto serve a scuotere i nostri figli un attimo dal torpore, quanto serve dare dei limiti ai capricci dei piccoli e alle brutte parole dei grandi?
Io ogni tanto sclero, lo so benissimo e lo sanno i miei vicini. E non dico che sia il massimo, dico che faccio quello che posso e, che ogni tanto, le mie figlie hanno bisogno di essere rivoltate per ritornare nei ranghi. E quando mi dicono cose bruttissime, perché succede, hanno bisogno che io gli dia un grande stop.
I nostri figli, sia da piccoli che da grandi, devono imparare che ci sono i bisogni degli adulti di cui tener conto, che non sempre vengono prima le loro esigenze. Perché è importante ascoltali e rispettarli, sia chiaro, ma anche aiutarli a non sentirsi il centro del mondo e a pretendere di esserlo sempre. Si chiama abilità sociale, riuscire a stare in mezzo agli altri senza pensare che ogni loro desiderio debba essere realizzato.
Come insegnante capita di vedere genitori afflitti dai sensi di colpa, ad esempio, succede spesso che prima di portarli a scuola, sclerino e poi si dannino tutto il giorno per come si sono comportati, beh, sappiatelo i bambini entrano nel portone e, invece, si dimenticano in fretta.
I figli sanno capire quando lo sclero è sclero e basta, e sono proprio quelli che non hanno limiti dai genitori ad alzare la posta continuamente, altro che circe-time, i nostri figli hanno bisogno di adulti che facciano gli adulti.
Urlare non serve a nulla, è vero, è un mantra caro a tutti, tranne che a me. In casa mia funziona, permette di far uscire, far emergere il non detto, di affrontare, permette il conflitto e per quanto riguarda me, permette di far uscire la rabbia e scaricare. Il che, scusatemi, ma non è poco.
E siccome dentro alla relazione con le mie figlie ci sono anch’io non posso non tenere conto di ciò che sento e mi è utile. Perdonatemi se non sono una madre pedagoga, ma urlare, ogni tanto, mi serve, eccome se mi serve.
Anche per continuare a crescere le mie figlie e non a darmela a gambe levate quando il troppo stroppia. Per continuare ad amarle, perché l’amore non è un sentimento che arriva dal cielo e rimane immutato, è fatto di persone, stati, relazione, contesto.
Quindi, urlare non serve a nulla, lo dico, mi ripeto che non lo farò ma poi capita. Ad ogni modo neanche piegarsi al volere dei figli serve. Non li aiuta a crescere, a superare le frustrazioni, a percepire i bisogni dell’altro. E poi, lasciatemelo dire, non sempre tutto deve essere analizzato, a volte, dietro ad un capriccio c’è un capriccio, una semplice richiesta di contenimento.
E quel contenimento dobbiamo darlo noi, come genitori, come educatori. È così che i nostri figli imparano il senso del limite.
Urlare non serve a nulla, a tutti, tranne che a me, e sapete che cosa vi dico? Quando succede mi perdono e vado avanti, non in adorazione delle mie figlie, ma nell’accettazione della nostra relazione che sarà alquanto caotica ma per lo meno contiene tentativi di autenticità.
Penny ❤️
Se volete cercarmi questi sono i link dei miei romanzi.
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/