Tutto l’amore che c’è, spesso, è per i figli. Figli che non sempre sono quello che abbiamo immaginato, non sempre rispondono alle aspettative e così il pensiero è lo stesso per tutti i genitori: ci sentiamo falliti.

Cerchiamo di capirci qualcosa e stiamo lì, provando ad intervenire per come siamo capaci, cercando di fargli sentire tutto l’amore che c’è pensando che quell’amore sia la risposta.

Ci preoccupiamo e, soprattutto, noi madri ci massacriamo con opere di mediazione tra i figli -se ne abbiamo più di uno- tra i figli e il padre, tra i figli e la scuola, tra i figli e il mondo esterno; poi guardiamo le altre famiglie e ci sembrano tutte migliori delle nostre.

Modifichiamo le nostre esistenze, mettendo i figli in cima alla lista e ci diciamo che quel sacrificio è necessario che ci ricompenserà e che loro si sentiranno amati e staranno bene, ritorneranno ad essere i nostri bambini, quelli che si ancoravano al nostro corpo e ci vivevano come protezione.

Eppure, il più delle volte non succede: i fratelli litigano, le famiglie a tratti si frantumano, i figli continuano a essere la più grande preoccupazione e il più delle volte non si vogliono far aiutare.

Sono le macerie della pandemia ma non solo.

Provare a mettervi mettervi per un attimo nei loro panni, per tutta la loro infanzia e la loro adolescenza la cultura della nostra società -su cui è improntata anche la scuola- gli dice che sono esseri speciali, che se si impegnano ce la faranno, che potranno arrivare dove vogliono ed è la stessa cultura -e qui la famiglia ci mette del suo- che li spinge a impilare azioni, prestazioni, a gareggiare e competere. Tutto puoi, basta volerlo.

Invece, la vita ci mette lo zampino e succede che il nostro amore non basta, che qualcosa ogni tanto s’inceppa e noi ci sentiamo perduti, non l’avremmo pensato e tutto l’amore che c’è diventa tutto il dolore che c’è che non avremmo mai voluto provare.

E ci avviluppiamo intorno ai nostri figli credendo davvero di dover essere lì, insieme a loro, con loro, non abbandonandoli un attimo, cerchiamo soluzioni e offriamo proposte ( che spesso rifiutano perché vengono da noi)…

…e se, invece, l’aiuto che possiamo dare stesse nella lontananza? Cercate di capirmi: una lontananza che è vicinanza.

Allontanarci emotivamente e, a volte, quando si può, anche materialmente, permette quella scissione che facilita la crescita, crollare insieme non è mai una soluzione.

E, allora, per imparare a chiedere aiuto i nostri figli devono sentire il vuoto in quel tutto l’amore che c’è. Un vuoto che non è abbandono ma crescita.

I nostri figli devono imparare a sentire che da soli non possono farcela e che, a volte, nemmeno noi possiamo aiutarli, noi possiamo volergli bene e questo vuol dire prendere le distanze dalle loro decisioni o non decisioni, da quella pigrizia emotiva che hanno coltivato perché la priorità è sempre stata il fare, il diventare e non l’essere, guardarsi, conoscersi.

Per dare Tutto l’amore che c’è per me è stato necessario fare un passo indietro, concentrarmi sulla mia vita per permettere alle mie figlie di affezionarsi alla loro esistenza.

È stato il vuoto a produrre cambiamento: vedetevela voi, ragionateci, non mettetemi in mezzo tra i vostri litigi, non ruotare intorno alla mia esistenza e non chiedermi soluzioni che- a un certo punto- non solo non possiamo più darne, ma non dobbiamo più darne.

Non c’è niente di facile, perché si pensa che per far sentire l’amore dobbiamo esserci sempre, invece, a volte, dobbiamo fare scelte difficili, le più difficili che abbiamo mai preso e occuparci di noi, lasciare il campo sgombro e permettere l’ignoto.

È un modo per dirgli che, in fondo, abbiamo fiducia in loro, che ce la faranno senza di noi, che non siamo indispensabili e che noi continueremo a dargli tutto l’amore che c’è ma uno spazio privilegiato sarò per noi.

E, capiranno la cosa più importante: che le famiglie, a volte, crollano; che i fratelli litigano; che star male fa parte dell’esistenza e, soprattutto, impareranno a perdonare sé stessi quando falliranno, perché succederà più e più volte e noi?

Noi continueremo a volergli bene, ma per quanto e come possiamo, nulla più.

Fino alla fine.

Penny♥️

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