Penso al potere delle parole. Le mie sono arrivate qui, oggi: Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna, Irlanda, Argentina San Marino, Belgio, Austria, Sudafrica, Tanzania, Monaco, Thailandia, Tanzania, Norvegia, Paesi Bassi, Canada, Repubblica Ceca, Israele, Brasile, Maldive, Romania, Slovenia, Giappone, Argentina, Algeria, Marocco, Messico, Danimarca, Paraguay, Lussemburgo,Ungheria, Emirati Arabi, India, Kenya, Cambogia, Unione Europea, Australia, Albania, Slovenia, Malta, Ras di Hong Kong, Arabia Saudita.
Alcuni luoghi è probabile che non li visiterò mai. Troppo lontani, troppi soldi. Allora immagino le persone. Mi chiedo cosa stiano facendo, se siano a casa, al lavoro, le immagino la notte con il telefono acceso mentre il compagno o la compagna dorme accanto; in ufficio; con un figlio alle costole, o forse due, in un matrimonio stanco o felice; dentro a questo mondo ancora così strano per me.
Immagino a cosa stiano rinunciando per stare lì o a quello che stanno cercando e non trovano. Un po’ di riposo, un staccare la spina, o ancora, risposte che non riescono a trovare nella vita che c’è.
So che le mie parole, nero su bianco sono nei loro occhi e forse nei loro pensieri. E questo mi piace. Pensare di esserci anche solo per un istante. Poter essere svago, consolazione, riflessione. Una tazzina di caffè. Un affaccio alla finestra. Una squarcio nel cielo. O niente. E che trovino un qualche senso, da qualche parte, in qualche luogo, in qualche cuore.
E la cosa straordinaria è che questa lontananza ha creato vicinanza nella mia vita.
Ogni tanto qualcuno mi ferma per strada e mi dice: “Grazie per quello che scrivi” e mi abbraccia. “Fatti dare un bacino” mi ha sussurrato una donna bellissima che ho incontrato l’altro giorno davanti ai giardini della scuola della mia girl.
E mentre sento Guccini da giorni, qui mi arrivano continuamente doni: canzoni e poesie. Dolcetti e sacchetti fatti a mano, impacchettati per bene dalla Francia. Olio buono buonissimo. Mi donano pensieri, post e storie.
Mi chiamo Francesca. Simona. Stefania. Daniela. Felice. Cinzia. Silvia. Lu. Federica. Francesco. Annalisa. Elisa. Barabara. Punny. Angela, Filo, Chiara, Felix, Zero, Karincauz, Stefano, Babs, Nina, Meteora, Mauro. Sara. Marco. Melina. Anna Maria. Emanuela. Martina. Giusy. Cristiana. Natalia. Raffaella. Pamela. Eleonora. Laura. Maddalena. Lollò. Luisa. Paola. Roberta. Alessia. Giovanna. Cristina. Mara. Novella. Lara. Monica. Gabrilella. Simo. Tizi. Alessandra. Grazia. Elena. Michela. Maria. Paola. Sabrina. Felicia. Cristina.Nicoletta….
Nomi comuni o scelti per essere altro. Storie così simili che mi fanno commuovere. Alcuni di voi sono con me da quanto è nato questo blog, come un’amicizia. Qualcuno, da allora, ha cambiato la propria vita. Stravolta. Rovesciata come un calzino. E mi ha permesso di stare accanto. Poi, ci sono i figli persi e il dolore di un padre, i tradimenti, la vita che scorre e spesso siamo il contrario di ciò che abbiamo immaginato. Costruiamo gabbie, percorsi da cui poi cerchiamo disperatamente di uscire.O semplicemente, siamo felici e ci facciamo delle domande.
Gli altri, a questo punto, sanno molto di me. E se ci penso fa paura. Aprirsi intendo. Mettersi a nudo. Raccontare di quello che manca, per cui non siamo capaci. L’immagine vacilla.
La stessa immagine che mi sono portata dietro una vita. Quella che vedevo dall’altra parte dello specchio. Confusa, non longilinea, pigra, inadeguata, che cede ai bisogni, dalla brioches alla crema, alla paura della paura. Con gli attacchi di panico alle spalle, lontani, ma in agguato sempre. Ne avrei voluta un’altra, di immagine. Da mostrare agli altri. Quanta speranza di cambiamento verso qualcosa che si spostava sempre un po’ più in là, quanto desiderio di essere altro da me. Di ricerca verso l’impossibile.
La scrittura ha bisogno di verità, io pure. L’ho capito buttando parole su carta. E ho capito che buttiamo via l’esistenza a volte cercando di essere quello che non siamo. Invece, ciò che è arduo, difficile, complicato e dovrebbe richiedere tutti i nostri sforzi, è cercare chi siamo. Quel mare di storture e caos.
Forse per questo siamo qui. Attraverso gli altri cerchiamo di capire un po’ di noi, in un luogo di non giudizio. Cerchiamo di riconciliarci con il desiderio di ciò che immaginiamo di noi e il nostro essere profondo che, a volte, cacciamo laggiù. Nel tentativo di accettare, una volta per tutte, le contraddizioni di cui siamo fatti, e di cui è impregnata l’esistenza.
Volersi bene. Finisco sempre qui, lo so. E so che oggi sono andata molto lontano, dentro a qualche cuore straniero. Ma i numeri non sono niente se non si portano dietro dei volti e delle storie. E, in fondo, siete voi quelli che mi interessano. Sappiatelo. Quelli che sostano qui, in questa ricerca maledetta dell’essere qualcosa di buono. Forse di vero.
Perché non importa quello che facciamo, se affettiamo panini, dirigiamo aziende, siamo casalinghe o abbiamo un lavoro d’ufficio. Balliamo il tango o suoniamo l’uKulele. Se abbiamo quattro figli o nessuno. Un marito, una moglie, un’amante o siamo soli. Non importa.
Per essere vivi abbiamo bisogno di movimento. L’acqua scorre, la terra gira, le persone devono camminare e cercare strade nuove per stare bene. Sapendo che il nostro domani, sarà sempre anche uno ieri. E peserà. Dio se peserà.
Ma possiamo anche essere qualcosa di nuovo. Che le cose dipendono da noi. E senza cambiamento o movimento tutto è stantio. E possiamo scegliere se essere noi stessi o la copia di un’ immagine impossibile.
Io tifo per noi. Per quella parte faticosa, dura, durissima, a volte, incongruente, contorta, contraddittoria, che ci fa essere ciò che siamo. Un orizzonte desiderante. Così unico e imperfetto da sembrare sincero.
Penny
Grazie di essere qui.
Sosdonne.com
Grazie a te per i tuoi spunti di riflessione mai banali, per metterti in discussione e fare sì che anche noi ci mettiamo in discussione, per non farci sentire sole quando abbiamo quasi paura dei nostri pensieri, quando ci sentiamo vive nonostante tutto, a dispetto di tutto, quando ci accorgiamo che tenersi per mano anche se solo una mano virtuale può davvero fare la differenza per andare avanti, andare oltre.
Mi hai commosso. In realtà è uno scambio alla pari. Un abbraccio Penny
Hai dimenticato il North Dakota 😉 grazie a te! Un bacio.
Ah no, però mi hai nominata ?
Ti voglio bene. Mi sei stata e sei così vicino a me che anche grazie a te oggi mi sono scoperta e ritrovata. Spero un giorno di poterti ridare almeno un pezzetto di quello che tu, incondizionatamente, mi hai dato.
Cara Elisa, ci sei, è tanto e mi basta. Penny
Ignora i miei commenti sopra, credo che le bufere di neve abbiano annebbiato anche il mio cervello che non ho neanche visto Stati Uniti. Il grazie, il bacino e anche un forte abbraccio restano però! ??
Rispondo qui. Non farmi preoccupare. Bacini Penny
Sempre bello leggerti, anche adesso che è tardi e dovrei già essere a dormire. Prima un saluto e poi a letto. Buonanotte Penny
Cara Federica, ti aspetto, un po’ come un appuntamento. Penny
Grazie. Felix
LA MIA VOCE
di Amalia Guglielminetti
La mia voce non ha rombo di mare
O d’echi alti tra fughe di colonne:
ma il sussurro che par fruscìo di gonne
con cui si narran feminili gare.
Io non volli cantar, volli parlare,
e dir cose di me, di tante donne
cui molti desideri urgon l’insonne
cuore e lascian con labbra un poco amare.
E amara è pur la mia voce talvolta,
quasi vi tremi un riso d’ironia,
più pungente a chi parla che a chi ascolta.
Come quando a un’amica si confida
qualche segreto di malinconia
e si ha paura ch’ella ne sorrida.
Grazie davvero bella, la sento molto mia. Penny
Il penny pensiero l ho scoperto da poco.e dopo tre mesi ho il coraggio di scrivere grazie..stai parlandomi e dicendomi le cose che nessuno mi sta dicendo in questo periodo della mia vita..che cambia dopo tanto procrastinare.un abbraccio..
Grazie per il coraggio, prezioso e non scontato. Per aver scritto e per la tua vita. C’è sempre una prima volta, poi è più facile.
Un abbraccio Hoshi ( vorrà dire qualcosa questo nome?). Penny
Grazie Penny. Preziosa come al solito.
Una di quelle Martina.
Grazie per esserci e per avermelo scritto. A volte, mi sento matta. Penny
…ci sono. Ci sono anch’io nel tuo elenco. Vicinavicina.
Essere autentici è un dono di pochi. Tu ce l’hai
E ti abbraccio forte, ringraziandoti
Quasi un sdoppiamento, a parte la cucina, lì, sono distante anni luce! Penny
Cio ti scrivo solo ora perchè sono riuscita a leggere tutto il post.Graaazie per avermi nominata che equivale ad esserti ricordata.Condivido il pensiero interamente alla fine ci si ritrova sempre lì amarsi e accettrsi per come si è!La perfezine non esiste, lo sappiamo. Un’abbraccio
Sei matta? Tu ci sei e io lo vedo. Sempre. Un po’ come un’amicizia. Sei la mia Meteora, qui. Penny