Possiamo essere all’altro capo del mondo,

lavorare fuori casa tutto il giorno,

possiamo dedicarci a una passione quasi totalmente,

possiamo essere felici di aver scelto la nostra libertà

ma esiste un momento in cui torneremo ad essere materne e grevi

un momento nel quale siamo di nuovo con i nostri figli, in cui diventiamo le persone che nessuno conosce

persone diverse da quelle che erano l’attimo prima senza di loro.

Un momento in cui ricominciamo a tenere conto del tempo che passa, che ci preoccupiamo di come sono vestiti, se mangiano, se sono abbastanza coperti, se sono abbastanza felici.


C’è un momento, anche se siamo lontane, in cui pensiamo ai loro corpi e alle loro anime e ce ne prendiamo cura.

Ci preoccupiamo del caldo e del freddo, che abbiano vestiti adeguati e il cuore in ordine.


Succede allo stesso modo in cui le nostre madri si sono prese cura di noi. Si sono preoccupate per noi. Si preoccupano per noi.

È una storia antica la nostra.

Intanto, nessuna storia materna può essere paragonata ad un’altra, inutile che ci affanniamo.

Perdoniamoci le vicendevoli mancanze, questa è l’unica strada.


I nostri figli lo sanno, è anche per loro che, a volte, non ci abbandoniamo all’inquietudine.

È anche per loro che cerchiamo con determinazione la nostra libertà.

Intanto, lo sanno.

Torneremo ad essere materne e grevi tutte le volte che sarà necessario.

Come quando erano piccoli e fuori c’era la neve, le mani erano gelate e noi per riscaldarle ci soffiavamo dentro finché non si scaldavano.
Come allora, anzi di più.

Loro lo sanno, non saremo mai tanto lontane da non essere vigili e attente.

Perché così deve essere.

Torneremo sempre, ovunque andremo, madri grevi e libere.

Penny

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