In questo momento vi scrivo più la maestra che da madre, anche se a volte i ruoli ahimé si confondono (ad esempio mi è capitato di dire alle mie figlie sedetevi al banco, invece di sedetevi a tavola!?)

Comunque, non sono un’esperta in educazione lo sapete, quindi i consigli che vi darò saranno solo dettati da un po’ di esperienza e dal buon senso. Potrebbero non funzionare per niente?.


Primo: non fateli stare tutto il pomeriggio su un compito se non riescono, se fanno i capricci, non è una questione di forza tra voi e loro.

Il lavoro didattico (ad esempio la scrittura) ha senso, soprattutto in questo momento, se è  una risorsa, se diventa oggetto distruttivo, se è motivo di litigate e nervoso nel rapporto tra voi, il bambino e magari si triangola con il marito, lasciate perdere.


Dobbiamo tener presente che questa situazione per i bambini è un’incognita enorme e pesa. Rimane incomprensibile e complessa. Lo è per gli adulti, figuratevi per loro!


Secondo: se vostro figlio non compila la scheda di ortografia, non fa le operazioni tutti i giorni o perde qualche pezzo, non pensate che rimarrà indietro.

Abbandonate la richiesta sociale, schiacciatela sotto i piedi, lo so che è difficile, ma non sarà “la corsa” a chi fa di più a far arrivare i vostri bambini da qualche parte, sarà lo sguardo che avete su di loro.


Terzo: se gli insegnanti che avete davanti proseguono con il lavoro, ovvero fanno lezioni di didattica on-line trattando argomenti nuovi a più non posso, ribellatevi un po’, ovvero provate a chiedere che in questa situazione venga fatto un ripasso.

Un conto è spiegare le cose a scuola quando si è in presenza, un conto è farlo a casa, da soli. Voi non siete insegnanti, ditelo alle vostre o ai vostri maestri, credo che potrebbero capirvi.

E non solo, pensate ai bambini che non sono aiutati, fatevi “carico” anche di loro, in modo che quando riaprirà la scuola, non si lasci indietro nessuno.

Ricordiamocelo: siamo buone madri se lo siamo di tutti.


Quarto: fate in modo che l’accesso alla didattica on-line abbia un tempo preciso, utile, generativo. Altrimenti i nostri figli rischiano di essere connessi tutto il giorno, magari svolgono appieno il programma ma non riescono più a stare dentro ai tempi che non sono scanditi dalla tecnologia, quelli della vita vera.

Qui il rischio è alto.

Seguite la scansione del vostro tempo ( immagino abbiate da lavorare ?), compiti la mattina o il pomeriggio, un po’ e un po’, ma, lo ripeto, non è come a scuola, quindi, il tempo dei compiti deve essere breve.

Dopo 30 minuti solitamente i bambini hanno bisogno di una piccola pausa per sgranchirsi le gambe, fategliela fare, perché l’attenzione scende.

Se il compito viene interrotto dal movimento, spesso, l’attenzione riprende con una buona intensità, altrimenti scivola via e si fa il doppio della fatica.


Quinto: non vi preoccupate se non siete di quelle madre che fanno i biscotti, il pane, dipingono o cose così, togliete tablet e telefoni e lasciate che i vostri figli si annoino.

Lasciate che stiano nella loro camera e si lamentino. Mettetevi delle cuffiette con delle buona musica oppure un libro e lasciateli al loro destino. La noia è generatrice, non solo per loro ma anche per voi.

E voi contate, siete il vostro centro.

Vi saranno grati e staranno bene se voi state bene. Non sarete delle madri cattive se non li coinvolgerete in attività spaziali o non giocherete con loro.

Siate voi stesse, lo sentono se mentite? e vi saranno grati se siete sinceri.


Sesto: l’esercizio migliore in questo tempo, più dei compiti, più delle lezioni o di che altro, è quello di farli leggere ad alta voce.

Leggere qualsiasi cosa vogliano, da una ricetta alle istruzioni dei Lego. Per quello dedicate dai dieci ai venti minuti al giorno. Fate uno scambio, dieci minuti legge il bambino a voi, dieci minuti voi leggete a lui. Ci vuole un po’ di tempo ma funzionerà.


Quello della lettura è il tempo più buono che potete regalare a vostro figlio.

Non imponetegli più di dieci minuti al giorno se non ne vogliono sapere, un buon suggerimento è quello di fare dei vocali da inviare alle maestre, ai nonni, a chi volete, in modo che possano risentirsi e capire dove sbagliano.

Dosate tutto in base all’età. Ecco.

Ultimo: ricapitolando, non fatevi prendere dall’ansia del programma, non esiste?, non pensate che le altre madri siano splendide e riescano con una bacchetta magica a creare un clima meraviglioso all’interno della famiglia.

Non sforzatevi di essere ciò che non siete, non preoccupatevi se vi viene il nervoso, se siete giù, se perdete dei pezzi, succede a tutte e se non succede, diciamocelo chiaro, C’È QUALCOSA CHE NON VA!?

I bambini sanno chi siete. Lo sanno, non temete.

Si naviga a vista. Tutti.

Penny

Un abbraccio a tutte quelle madri che si fanno un mazzo così…ne usciremo vive ?

2 comments on “Piccole strategie di sopravvivenza con i figli al tempo del coronavirus.”

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