La vita mi ha fatto paura un sacco di volte. Ad esempio quando a vent’anni sono arrivati improvvisi gli attacchi di panico.

Dovevo mangiarmi l’esistenza, invece lei aveva deciso di paralizzarmi.

La vita mi ha fatto paura quando sono stata tradito e lasciata. Mi sono ritrovata sola in un monolocale a dover ricostruire non solo l’amore ma anche il rapporto con gli amici.

La vita mi ha fatto paura quando credevo di non poter avere figli. Ricordo il giorno in cui mi dissero che qualcosa in noi non funzionava.

La vita mi ha fatto paura quando mi sono separata. Due bambine piccole, quel giudizio estremo. La precarietà, la solitudine di quella scelta.

La vita mi ha fatto paura quando mi sono tastata il seno e ho trovato una pallina grande come una nocciola e ho pensato che sarei morta.

La vita mi ha fatto paura quando mi sono innamorata, perché l’amore richiede mettersi in gioco, smontare equilibri, concedere spazi e se non hai più vent’anni non è proprio una sciocchezza.

La vita mi ha fatto paura e tanta quando è morto mio padre. Il tempo al futuro senza di lui e senza poter aggiungere altro alla nostra storia.

Ci sono stati e ci sono nella mia esistenza momenti di precarietà economica, in cui sto sul filo, precipito, riprovo a risalire, riemergo, ricasco.

In ognuna delle nostre esistenze chissà quante volte abbiamo avuto paura.

Di perdere degli affetti. Di rimanere soli. Di non arrivare a fine mese. Per una malattia. Dispiaceri per i figli. Crisi coniugali e non.

Eppure se ci pensiamo, è l’altra parte, non quella della paura, che dovremmo ricordare con determinazione.

Tutte le volte che c’è stata una crisi, alla fine, c’è stato il suo superamento. Oppure nuovi assestamenti. Nuove partenze.

Dovremmo ricordarci tutte le volte che abbiamo alzato la testa. E, nonostante il dolore, gli spaventi, le preoccupazioni, la solitudine, non ci siamo fatte annientare.

Quella resistenza o resilienza, scegliete voi, è stata più forte della paura.

Quindi, non lo dimentichiamo, non adesso che stiamo camminando su un filo in equilibrio instabile, è l’altra storia che ci dovrebbe consolare, quella in cui ci siamo rialzate e siamo andate avanti.

Andare avanti. Ecco, cosa sconfigge la paura.

Mettere un passo dopo l’altro e continuare a credere che ce la faremo. Anche questa volta. E ancora.

La vita fa paura, chi prova a viverla davvero lo sa, ma dentro a quella stessa paura c’è lo slancio per procedere. E non dimentichiamo che abbiamo sette vite come i gatti, forse di più.

Quella paura non ci distrugge ma ci rafforza.

Ricordiamo a noi stessi e ai nostri figli questa parte della storia.

Penny

2 comments on “Andare avanti. Ecco, cosa sconfigge la paura.”

  1. Bisognerebbe parlarne di più della paura, invece sembra sia una condizione dell’anima della quale vergognarsi. Di come fare ad affrontarla quando diventa troppa. Anche lei vuole essere guardata. È la più brutta, ma bisogna farlo. È pervasiva. Pretende tutta l’anima. Vuole tutte le tue attenzioni ed energie delle quali è la più grande dissipatrice.
    È vero, se ci si arrende lasciandole il campo e facendole credere che è bella, è la fine.
    Andare avanti, sempre. Lei non siamo noi, lei è ospite. Questo lo deve capire. Non è sola, le donne accolgono sempre. Anche i brutti. Grazie Penny

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