Come si fa ad essere libere, quando la violenza verbale e fisica nei confronti delle donne rimane impunita?

È un problema culturale quando un’immagine (vedi sotto) passa senza trovare nessuno stop. Mostrare un grifone ( maschio) enorme, potente che domina attraverso una chiara sottomissione della donna diventa un’azione normalizzata e normalizzante.

Quell’immagine, è stata ri-postata da un amico di mia figlia quindicenne, un amico caro che frequenta casa nostra da tempo, con cui ho molta confidenza.

È stata mia figlia a sgranare gli occhi quando l’ha vista e a fargli notare che razza di idiozia fosse. Lui l’ha tolta subito, poi, il giorno dopo ne abbiamo parlato.

Il ragazzo in questione mi ha detto: “Mi dispiace, sono stato stupido, non vorrei che pensassi…sì, insomma, io la penso come voi”.

Era imbarazzato e io ho provato una grande tenerezza, perché, lui era del tutto inconsapevole del gesto. Il problema non è lui, ma la “normalità” di ciò che gira intorno agli adolescenti che poi diventeranno uomini e avranno una rappresentazione della relazione tra uomo e donna e della sessualità di quel tipo. In cui anche loro ne rimarranno incastrati, perché, se non sapranno rappresentare quella dominazione saranno frustrazioni altissime.

Ora, la cosa allucinante è che ho scritto il post su fb e, la negazione è così intrinseca dentro di noi che, ad un certo punto, il problema si è spostato dalla “dominazione maschile” agli attacchi sportivi: i genoani sono delle merde e cose così, perdendo il senso del messaggio.

Ma, anche qui, non è colpa nostra ma della cultura. Rimangono impunite le molestie nei confronti delle giovani donne e delle donne, tante che molte non denunciano. Sanno che gli epiteti sono all’ordine del giorno, le toccatine sugli autobus pure.

Mia figlia, la grande ( diciannovenne), ormai va a piedi, al massimo si becca qualche commento urlato da una macchina. L’altra, ieri si è vestita per uscire con gli amici, aveva un paio di pantaloncini a gonna e mi ha chiesto se, quella gonna non fosse troppo corta, quando le ho risposto di no, mi ha detto: “Lo sai come succede, non vorrei che pensassero che sono una sgualdrina!”.

Eccolo, l’altro problema, siamo noi e le giovani donne a pensare di dover cambiare i comportamenti per non suscitare reazioni violente o non gradite. Non è l’uomo che deve controllarsi, che deve “lavorare” su di sé, che deve rispettarci, siamo noi che dobbiamo limitare la nostra libertà di scelta.

Il problema rimane l’impunità. Gli uomini di questo tipo sanno che nessuno prenderà provvedimenti seri. E come ha detto Alexandria Ocasio-Cortes, in un importante discorso sul sessismo, “Avere una figlia non ti rende un uomo dignitoso, avere una moglie nemmeno. Trattare le persone con dignità e rispetto, questo ti rende un uomo dignitoso. Il problema è che non si tratta di un fatto isolato. È un fatto culturale. Ovvero, è la cultura di mancanza di impunità, di accettazione della violenza e di un linguaggio violento contro le donne e di un’intera struttura di potere che lo sostiene…puoi avere figlie e assalire le donne senza rimorso, puoi essere un uomo sposato e assalire le donne. Puoi scattare foto e proiettare un’immagine di te come uomo di famiglia e assalire le donne, senza alcun rimorso o senso d’impunità…”

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiV97SV3ufqAhXLGuwKHbKeCNYQwqsBMAF6BAgKEAk&url=https%3A%2F%2Fwww.open.online%2F2020%2F07%2F24%2Fusa-alexandria-ocasio-cortez-discorso-sessismo-video%2F&usg=AOvVaw1C8Mzobg5TdQ2K4fjLQ335

Quante volte si sente dire, devi rispettare la donna perché potrebbe essere tua moglie o tua figlia, io vorrei essere rispettata in quanto persona.

Cosa siamo? una sottocategoria dell’umano?

Perché si ha la sensazione che il rispetto per il genere femminile non sia un dato di fatto ma si possa avere solo in termini di una nostra funzione legata all’uomo in quanto figlia, in quanto moglie, in quanto madre.

Vorrei essere considerata una persona, tutto qui. E vorrei che lo fossero le mie figlie e tutte le donne del mondo. Basterebbe?

Credo di sì.

Penny

2 comments on “Dobbiamo essere trattate con rispetto in quanto persone. Non in quanto madri, figlie e mogli.”

  1. la Sampdoria è femminile, quindi quell’aquila è un’aquila femmina. non esageriamo con queste censure, rischiamo di renderci ridicole. l’articolo lo condivido,in pieno, invece

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