Ilenia è la numero 16, è confermato, se mai ci fossero stati dei dubbi. Detta così fa impressione, eppure, se ci pensate questo è quello che succede. Sedici donne morte da gennaio per mano di un uomo, non un uomo qualsiasi, è bene ribadirlo. Ex mariti, ex compagni. Ex.

Uomini incapaci di essere lasciati.

Queste morti sono frutto di un sistema che non viene mai nominato, viene nominata la gelosia, il troppo “amore“, la depressione, l’alcolismo, il raptus, la crisi, la separazione (questa è nella top ten) ma mai la causa reale: il SISTEMA PATRIARCALE che vige ancora nel nostro Paese. In cui tutto è fallocentrico, androcentrico, maschiocentrico.

Infatti leggo:

“Il movente è riconducibile, per gli inquirenti al “profondo astio” che l’ex marito provava nei confronti della donna “a causa delle sue pretese economiche” conseguenti alla separazione del 2018 e ancora pendenti”.

Profondo astio per le pretese economiche! Fa sottintendere che in qualche modo Ilenia avesse scatenato quell’astio, se di “astio” possiamo parlare quando viene uccisa una donna. La vittima che diventa carnefice. “Pretese!” ( mi viene il vomito). Le parole hanno un peso.

Poi leggo:

Claudio Nanni, l’ex marito di Ilenia Fabbri, è il mandante del femminicidio. Ilenia, 46 anni è stata brutalmente sgozzata. Il gip di Ravenna Corrado Schiaretti nell’ordinanza con cui dispone la custodia in carcere per l’uomo scrive che il suo ex marito era l’unico che da anni combatteva contro di lei per annientarla personalmente ed economicamente. E aggiunge: “Ilenia non aveva vite parallele da nascondere, non aveva nemici e conduceva una vita normale”.  

È la prima volta che mi capita di trovare parole “pulite” nei confronti di una vittima di femminicidio, in cui non ci sono giudizi espressi o sottintesi. Forse c’era un amante, forse lo aveva provocato nell’ultima lite, forse aveva delle pretese…

Lui voleva annientarla personalmente ed economicamente. È questo che succede quando a dominare è un sistema patriarcale: l’annientamento.

E noi sappiamo bene che quell’annientamento può avvenire a vari livelli, anche dentro alle nostre case, in ambiente lavorativo, nella società in cui ogni santo giorno ci muoviamo.

E, allora, ritorno a quell’economia che ci schiaccia e ci lascia indietro, a quel ricatto economico sui figli di cui, ribadisco, dovrebbe farsi carico il governo, riscuoterlo e toglierci dal ricatto, come succede in altri Stati.

Invece sappiamo bene quale sistema viene protetto.

La narrazione è la stessa, il pacchetto è lo stesso, la volontà di renderci povere o lasciarci povere idem, e parlo del gap salariale, della disoccupazione, del carico di cura, eccolo il Sistema Patriarcale di cui parlavo prima.

Per questo veniamo uccise. L’annientamento da tutti i punti di vista.

Non ci siamo in letteratura, non ci siamo in Parlamento se non attraverso le quote rose, non ci siamo ai convegni, a capo dei Ministeri, non ci siamo e se proviamo ad esserci, ad esistere, o siamo arriviste, o la diamo in giro, o siamo isteriche, o abbiamo pretese, in fondo cosa vogliamo di più!

Oppure, l’ultima opzione, veniamo brutalmente uccise. Ma ad ucciderci non è un uomo impazzito, è un ex cresciuto in questo Sistema misogino e patriarcale.

Organizziamo il dissenso. Giorno per giorno. Non dimentichiamo le nostre donne morte e non permettiamo che esista narrazione distorta ai femminicidi.

Conto su di voi. Su di noi.

Penny

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

Rispondi