Leggo un post a mia figlia. É una mia risposta ad una donna che ha difficoltá a lasciare il suo bambino al padre. Vorrei sapere cosa ne pensa. Spero sempre di sollevarmi. Di sapere se faccio le scelte giuste. E so che sbaglio, perché non é a lei che devo chiedere. Ma, a volte, avrei proprio bisogno di una parola buona. Come le mie per voi. E non so neanch’io perché mi infilo in certi casini. Con le girs, intendo. Che a essere madri si sbaglia, questo ormai lo so.
Appena ho finito di leggere la mia risposta, pendo dalle sue labbra.
Aspetto che mi dica: “Sí mamma anche io avrei risposto cosí”. Che dare una mano non é facile, quando non conosci i volti e le voci e li devi immaginare. E devi immaginare anche la vita. E non dare ricette che intanto non ce l’ho e chi passa di qui non le vuole. Mi basterebbe stare vicino. Comunque aspetto che mi dica qualcosa e lei: “Non sei mica il guru delle mamme tu!” esclama mentre mi fa il verso e si immobilizza a mo di spot. Mi imita e continua:”Quando leggi le tue cose mi dai fastidio. Imposti la voce. E ai figli, ai nonni…tutta quella roba lí. Che noia! Ma come fanno a seguirti? Chi le legge ‘ste cavolate?”.
Devo dire che ci siamo messe a ridere. Lo sa che mi sfotte e si diverte.
Figurarsi quando le ho detto felice che, oggi, avrei incontrato un’amica scoperta tramite il blog che viene da Torino.
“Vuole incontrate te?” mi ha chiesto sgranando gli occhi.
“Sí. Me. Quella che tu chiami la guru delle madri”.
“E ti vuole incontrare per?”.
“Cosí. Le cose succedono. Ci siamo scritte. Ci siamo trovate e ora ci incontriamo. Perché no?”.
“Perché una normale non prende un treno per vedere te. Chi sei?”.
“Perché bisogna essere qualcuno per incontrarsi?”.
“Sí. Dovresti essere famosa o almeno figa. Come la fidanzata di Fedez”.
“Ecco, é giá la fidanzata di qualcuno. Non ce l’ha un nome questa?”.
“Ma che importa! Lei peró ha un armadio pieno di scarpe. Tu porti le Birkenstock e hai un armadio dell’IKea giallo a mezza anta”.
“E allora? Mica si va su un blog solo per sapere quanto sono fighi e ricchi gli altri”.
“Hai ragione, anche per ascoltare te: il guru delle madri!” dice come lo scrivesse per aria. Poi aggiunge:”Sei sicura che non sia matta?”
“Ma chi?”.
“Quella che viene da Torino. O é bipolare o é scappata da un ospedale psichiatrico!”.
“Non credo. Ha una famiglia allargata come la nostra”.
“Ecco. Appunto”.
“Appunto cosa?”.
“É una matta e se ti rapisce o ti fa qualsiasi cosa, chiama Robi”.
“Ti ringrazio. D’altronde io non ho un armadio pieno di scarpe da lasciarti in ereditá”.
“Esatto”.
Prende. Si alza e se ne va.
É lei che interrompe le conversazioni tra noi due. Che decide. Lei che mi guarda come se fossi un alieno. Lei che mi considera matta. Che mi sfotte. Che mi dice: lasciami in pace e poi, quando ne ha voglia, mi cerca.
Crede di avere in mano il nostro rapporto. Crede, come tutti gli adolescenti, che il mondo inizi e finisca intorno a lei. E io glielo lascio credere. Anche se ogni tanto la riporto qui. Che degli altri bisogna averne cura. Ci sono dentro al nostro rapporto e so bene chi siamo. Anche quando le girls si perdono. E so bene chi sono fino alla prossima volta, in cui non mi perderó anch’io. Perché in questo perderci continuo, poi ci ritroviamo sempre. Ma la differenza nell’essere adulti é che non ci serve un armadio pieno di scarpe per sentirci legittimati a essere. Né un fidanzato tatuato che ci chieda in matrimonio davanti a tutti. Un gesto cosí intimo venduto ad altri.
Non ci serve.
Ci servono gli amici, peró. Il confronto. La condivisione. Sapere che ci sono ponti da attraversare. E potremmo deludere. Perché potrebbe essere.
Ma non tentare, sarebbe peggio. Non so perché lo faccio. Questa cosa qui. Del blog. Ma é successa e qualcuno mi dice che sono un integratore. Che sostengo ogni giorno un po’. Che sceglie gli articoli a caso e se li rilegge. Che mi aspetta. Che consolo. Una tazzina di caffé. Una bellezza rassicurante. Che é bellissimo rassicurare. Beh mi sembra tantissimo. Una recicrocitá rara. Io non dimentico nessuno di voi. Perché in realtá ragionare sulla scrittura. Prendere spunti. Incontrarsi. Fa sentire parte di qualcosa, soprattutto me, che sono sempre stata parte di grandi casini. Ed é meraviglioso. Noi. Che abbiamo cosí bisogno di parlarci e di dirci la veritá. Tipo che, a volte, le cose non vanno. Oppure che si puó essere felici e la felicitá é contagiosa.
Sí sono matta. Una mattitudine umana. E di questa umanitá mi voglio circondare. Visto che posso scegliere. Non di altro. Che di un armadio pieno di scarpe non me ne faccio niente. In fondo come dice la mia girl non sono famosa e neppure figa. Quindi posso permettermi la pazzia.
Una pazzia che solleva e ci fa sentire meno soli. Perché di questo abbiamo bisogno. A volte. E non c’é niente di male a dirselo.
Un abbraccio Penny
Oggi ho comprato un libro di 4 youtuber a mio figlio. Ho preteso che lo pagasse lui. Ho letto le recensioni e ho scoperto che questi ragazzi di oggi veramente sono di una superficialità che in altri tempi avrebbe imbarazzato loro stessi. Ma così è la vita. Ho deciso di acquistarlo lo stesso affinché poi mio figlio potrà capire, a tempo debito, la differenza tra un ghost writer ed un’eccellenza della penna. A volte non capiamo i nostri figli come loro non capiscono noi, ma quello che è importante è sempre sforzarsi di guardare dal punto di vista dell’altro. Forse un giorno tua figlia capirà che è meglio essere un orso bipolare che un animale da palcoscenico. Fino ad allora porta pazienza.
Credo che loro debbano fare comunque le loro esperienze, se ni nega ne verranno attratti di più. Proporre l’alternativa, sperando che un giorno colgano l’essenza delle cose. Io sono fiduciosa. Penny
Non dire che potrebbe arrivare una dal North Dakota a trovarti, che se no all’appuntamento mi trovo tua figlia che mi aspetta con la camicia di forza 😀
Vieniii. Io ti aspetto. Sarebbe bello! Bacini Penny
Penny, pensa che proprio in questa settimana appena passata leggevo un tuo recente post a mio figlio il grande. Non ricordo quale fosse ma il punto era che anche tu dicevi quanto fosse importante fare delle cose con loro perché potessero arricchire i loro occhi di Bellezza e (un giorno, più grandi) saperla “vedere” a loro volta… concludevo con un trionfale “ecco, vedi che c’è qualcuno che pensa e dice le stesse cose che vi dico sempre anch’io!”
…risposta (con un sorrisone disarmante) “tu mamma hai bisogno di autostima!”. Ecco, una risposta che mi ha steso e lasciato senza parole. Perché ha colto il punto: cercavo di motivare a loro le “gite” che proponevo durate i nostri giorni di vacanza.
Anche lui guarda youtuber che ai miei occhi sono di una superficialità imbarazzante, ma è probabile che sotto sotto, sia il terreno in cui affondano le radici questi nostri figli, a fare la differenza 🙂
“La mela non cade mai lontana dall’albero” , fidati Penny e continua così, che di questa mattitudine il mondo ha bisogno
❤️
Sono in buona compagnia e questo è rassicurante. Come dire che, a volte, non so proprio dove sbattere la testa. Poi le guardo e non è che io sempre le veda felici e nemmeno sono colpita da quell’aurea di felicità perché sono loro madre. Mi sembrano sempre un grande casino. Io sono un casino e loro pure. Però, non ci crederai, ma lì dentro trovo il senso. D’altronde predicare è il nostro compito. Il loro quello di opporsi. Altrimenti come farebbero a crescere? Ti abbraccio, menomale che ogni tanto torni qui. Penny
A volte bisogna essere matti per non impazzire(cit.)
P.S. tua figlia è un mito!