Il mio frigorifero è quasi vuoto. Urla. È il 23, lo sapete, giorno della moltiplicazioni dei pani e dei pesci. E come tutti i miracoli durano dall’oggi al domani.

Mi scrivono padri che rivendicano con forza il loro diritto a esserlo, spezzati da giudici e madri che gli tolgono qualsiasi diritto. Per alcuni sarà anche così. La mia verità, mia, ripeto, è diversa. Ho due figlie che stanno sempre con me, nessun week-end, nessun giorno infrasettimanale, anche se le figlie sono affidate ad entrambi. Vestiti. Autobus. Telefono. Ripetizioni. Cibo, vacanze, sport, spese con ed extra ecc…

Quindi, signori, voi che entrare qui, scusatemi, ma non rompetemi le balle. Perché è già abbastanza difficile e parecchio frustrante.

A volte, sono davvero in ansia, e in ansia, vuol dire in ansia, sono noiosa persino a me stessa, figurarsi alle persone che mi sono vicine. Le bollette arrivano tutte insieme, e sopraggiungono spese impreviste, tipo la mensa che ho dimenticato di pagare, la calderina che si guasta, la gita scolastica che incombe, i pantaloni che si bucano, il maglione che tanto vorrebbero.

Allora cerco di contenere la rabbia, che è un topino e rosicchia e, siccome, mi ha consumato già troppe energie, quando arriva la scaccio a pedate nel sedere. Per lo meno ci provo.

Me la caverò, mi ripeto. Ce la caveremo, noi tre.

Dipende da me, da come guardo le cose, il bicchiere può essere mezzo vuoto o mezzo pieno. Che se vivo dietro ai “se” o aspetto che qualcuno mi salvi, è finita. Posso maledire la separazione, oppure il mio ex marito, sentirmi in colpa, dirmi che se fossi rimasta con lui non avrei avuto tutti questi problemi, che i soldi sono un grande ricatto, che le mie ragazze hanno sofferto. Vero. Tutto vero. Oppure posso guardare la mia vita e pensare che non sia poi così male. E, detto tra noi, la seconda ipotesi mi fa sentire meglio.

Comunque, l’altro giorno, la girl grande mi dice:“Lo sai mamma, ho letto che una coppia in California ha segregato 13 figli, erano malnutriti e in catene. Ti rendi conto?”.

Lo so che non si dovrebbe fare dell’ironia su certe cose e, quella vicenda, in realtà, ha colpito anche me; ma ero di corsa, stavo uscendo, e poco prima si era lamentata perché le avevo chiesto di mettersi a posto la camera, così le ho risposto:” Ecco, state attente, che se mi fate arrabbiare vi incateno anch’io al letto!”.

“Giusto!” mi ha risposto lei, “ci manca solo quello perché per quanto riguarda la malnutrizione siamo a cavallo, nel nostro frigorifero c’è il deserto!”.

Si è messa a ridere, ride spesso delle sue battute, soprattutto quelle che mi riguardano, ma quando ride è contagiosa e io non riesco a rimanere seria; poi si è avvicinata, mi ha dato un bacino e mi ha stretto, come a dire: non ti preoccupare. Lo fa per me, lo so. Mi rassicura, ma sta imparando a non piangersi addosso, il che non è male, se ci penso.

La mattina dopo, prima di uscire di casa chiedo:“Devo comprare qualcosa?”.

Nessuno risponde e se nessuno risponde vuol dire che niente manca, oppure che non ascoltano, il che, in effetti, è più probabile. Comunque, dovete sapere che in casa nostra quando una di noi ha il ciclo, a ruota lo hanno anche le altre due e gli assorbenti finiscono in un attimo. E ovviamente, la sera quando torno a casa, la piccola è chiusa in bagno e urla che mancano proprio quelli, e questo sì che è un problema. Così li cerco dentro a borse, zainetti, nelle tasche dei pantaloni e, alla fine, ne trovo uno. La girl bionda me lo prende dalle mani, lo sventola in alto e mi dice: “Va bene che il frigo piange, va bene che dobbiamo stringere i denti, alla prossima che facciamo usiamo carta di giornale? No mamma, questa cosa degli assorbenti è davvero imbarazzante!”.Lo passa a sua sorella e giù risate.

Ridono di questa situazione assurda. Dei soldi che mancano. Di me. E non so se me la racconto, se voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, ma questa storia ci avvicina. In fondo siamo una famiglia, e quel “noi” così difficile a volte, quando riesce è meraviglioso. Tirano la cinghia, vanno a piedi, non si mangia fuori, ecc…la grande aiuta un bambino nei compiti per potersi permettere le ripetizioni.

Le cose assumono valore. Quelle che contano.

Noi tre che ridiamo, ad esempio. Noi tre, che ce la caviamo.

Penny

Sosdonne.com

Ps: che nessuno si permetta  di dirvi o farvi intendere che non ce la farete. Ce la farete. Ce la faremo.

5 comments on “Possiamo essere vittime del nostro destino oppure stringere i denti e non avere paura.”

  1. Certo che la farete, tutti ce la facciamo. L’ironia è proprio una di quelle cose che salva, perché non ti dà modo di piangerti addosso… Ognuno di noi ha passato momenti difficili, che quando ci sei in mezzo non sai come uscirne, poi un giorno tutto passa e quando ripensi a quei momenti, ti stupisci da sola di come tu ci sia riuscita!
    Anni fa anche io, nonostante non fossi da sola ma felicemente sposata, ho passato una situazione così, con soldi che non bastavano e problemi a far quadrare tutto… Mio marito lasciò il suo lavoro per inseguire un sogno, che sembrava fattibile e poi invece non lo è stato… Così ci siamo ritrovati per molti anni con il solo mio stipendio e qualche suo lavoretto saltuario, che non bastava per due bimbi piccoli, mutuo, auto, bollette, la mensa dell’asilo e tutto il resto… Sono stati anni duri, ma non potevo abbattermi, soprattutto per sostenere mio marito che a volte era proprio demoralizzato, cercare per lui annunci di lavoro e qualsiasi cosa anche per tenerlo occupato e offrigli possibilità…
    Un po’ di rabbia c’è stata, quante volte mi sono detta che sarebbe stato meglio se non avesse lasciato il suo lavoro… avrei voluto prendere congedo parentale al lavoro o un part-time per stare a casa con i bimbi, ma non potevo permettermi che lo stipendio diminuisse di un solo euro, al lavoro mi portavo il pranzo da casa e con i buoni pasto ci facevo la spesa per tutti, le bollette pagate perennemente oltre la scadenza, quindi so bene cosa si prova ad avere il portafoglio vuoto…
    Ma come sempre noi donne abbiamo sì momenti di sconforto, ma poi alla fine ci tiriamo su le maniche e tiriamo avanti nel migliore dei modi!
    Un bacio.
    Mamma Disorganizzata

  2. un padre deve comunque provvedere (ovviamente avendo un reddito) ai figli. Anche da separato, anche con il dolore di non poter vivere la quotidianità dei figli. Mia moglie non lavora e ho tre figli figli (due all’università). Se oggi morisse mia madre (con cui vivo in affitto) probabilmente nell’immediato dovrei andare a dormire in macchina, ma la mia famiglia non deve pagare i miei errori.

  3. non so quanto possa essere di conforto penny, ma credo che le risate saranno le uniche cose che ricorderete in futuro; dopo tutto voi insieme ci siete , un per tutte, una sola forza , un solo grande abbraccio …anche con un assorbente solo !! siete bellissime !

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