Esiste un momento magico la sera.
Io e lei. Un per sempre: la più piccola.
La sua testa appoggiata sul mio seno.
Le faccio una carezza e ho un po’ paura.
Ho paura che quel corpo a cui un tempo potevo accedere senza riserve, mi respinga.
E invece no.
Lei accoglie.
Allora io azzardo. Accarezzo il viso. Sposto il ciuffo. La mia mano sosta.
E lei sta.
La sua adolescenza.
Le sue parole di negazione.
I suoi modi bruschi.
Spariscono.
Come una magia, appunto.
Come se io fossi la madre di tanto tempo prima.
E lei la bambina che è stata.
È un attimo.
Perché poi si innervosisce, se la prende con il film che non le piace, con sua sorella, con il mondo, risponde ai mille messaggi sul telefono. Vola via.
Ma quell’attimo. Quell’attimo è linfa vitale.
Ci ricorda chi siamo.
Rimette a posto le cose.
Come un tempo antico che ritorna.
E non si dimentica.
Penny
Sosdonne.com
Ps: accarezzate i vostri figli, strizzateli, accedete, rompete le difese, ricordate loro che esistono i corpi oltre le parole e, spesso, dicono cose. Da grandi di più, ne hanno ancora più bisogno. Gli abbracci servono a questo, farci sentire. Che la vita, a volte, anestetizza. E ci allontana. Come trovare strade per essere madri e padri.
Buon venerdì sera. Che il venerdì sera è bellissimo per me.
Io impongo ancora il mio abbraccio stritolatore
Non smettere. Lo ricorderanno.
C’è un libro bellissimo che si chiama “L’abbraccio” di Grossman. Cercalo. Bacetti
Gli “abbracci con sosta” sono qualcosa di particolare…
Anche i miei due (maschi… che si potrebbe proprio immaginarli a rimbalzarmi all’istante) stanno, accolgono e “sentono”.
E io sto lì, proprio come te, scosto il ciuffo, sprofondo il naso nel collo. E me li sniffo.
I miei figli sono la mia droga ?
PS: anche per me il venerdì sa di magia!
Sniffare i figli è uno dei regali della vita. Bisogna ricordarselo quando cresceranno e farlo ancora. Trovare una intercapedine in cui inserirsi. Un abbraccio grande. Penny