É successo che una di voi, che abita lontano da qui, in Nuova Zelanda, a cui sua madre ha donato un nome bellissimo tra l’altro, stesse facendo una ricerca in rete e abbia digitato queste due parole: “anime stropicciate”.
La cosa buffa é che sono uscita io.
Allora si é fatta un giretto nel blog (mi piace questa cosa di gironzolare tra le parole) e mi ha scritto. Quanti doni qui. Mi commuovono.
Ho pensato alla connessione. In effetti la mia é un’anima stropicciata. E parecchio. Incartapecorita. Con dei buchi anche. Rammendata. Incerta. E ho pensato che per tanto tempo mi ci sono messa d’impegno per lisciarla. E che l’avrei voluta tutta d’un pezzo.
Invece le emozioni mi hanno sempre travolto. Dicevano: devi essere piú razionale meno coinvolta. Dio come si sbagliavano, perché il coinvolgimento mi permette la vicinanza.
Per tanto tempo non ho saputo chi ero. Sapete quella domanda che ogni tanto spunta al terzo posto (dopo sei sposata e hai dei figli) quella domanda che ho temuto e temo. Cosa sei brava a fare? Io non ho mai saputo rispondere. Forse a stropicciare le anime, soprattutto, la mia. Non ho mai avuto abilitá speciali.
Ancora adesso non riesco a riconoscermi molto. Quando mi dite che sono brava a scrivere, beh io non lo so.
Forse perché per tanto tempo ho pensato che l’importante fosse trovare un amore. Che vita sarebbe stata se non mi fossi sposata, avessi messo su casa e non avessi fatto dei figli?
Sí, ho studiato, passato un concorso, sono entrata in ruolo subito ma ero incollata a quell’idea che la mia completezza sarebbe stata lí, dentro ad una coppia e a dei figli. Perché da sola non sarei stata riconosciuta. Quindi a quella domanda nessuna risposta.
Non sono un’atleta. Non sono brava a cucinare. Non ho memoria. Non ho nessuna predisposizione per le lingue. Normale, direbbe qualcuno. Stropicciata, direi ora io.
A quasi quarant’anni ho capito che quella cazzo di domanda era proprio posta male. Quella domanda: cosa sei brava a fare? É diventata: cosa ti piace fare?
E, allora, come per magia lo sapevo. Capite? Un giorno mi sono svegliata e ho iniziato a scrivere un romanzo. O forse qualcosa che gli somigliava. E quando ho iniziato a scriverlo ero determinata ad avere un terzo figlio. E quando l’ho finito mi sono separata.
E non importava tanto se fosse rimasto nel cassetto oppure no, e se io fossi diventata una scrittrice. Ma scrivere era ció che mi piaceva.
Per questo i bambini che non sanno fare niente sono preziosi. Perché c’é un posto dentro di loro in cui é nascosta quella cosa che si chiama passione, interesse, piacere.
Quella cosa che ci spinge anche se non siamo bravi o non si eccelle. E sicuramente c’é dentro di voi.
Io l’ho scoperta tardi. Chissá da quanto esisteva e ci ho messo mezza vita per trovarla e autorizzarmi a coltivarla anche se non sono brava.
Cosa vi piace fare anime stropicciate come me? E allora non chiedetevi piú se siete brave, perché so che lo fate, e lo cercate dalle persone che avete intorno. Non serve. Chiedetevi cosa vi piace.
Cosa mi piace?
Perché il piacere é importante. Quello che ci procuriamo da sole. Quello che, a volte, sprechiamo per far felici gli altri. E che ci allontana da noi stessi. E non importa che sia qualcosa definito nobile o altro.
Se vi piace passeggiare, fatelo. Andare in bicicletta. Correre. Leggere. Dipingere. Viaggiare. E difendetelo con forza. Uno spazio. Un momento. E se non l’avete ancora trovato, cercatelo con urgenza. E definitevi dentro a quel piacere.
Le nostre anime sono stropicciate ed é una fortuna. Che le cose lisce scivolano e quelle piatte sono piatte. E lo rimangono.
Qui non é necessario essere brave. Ma lo sapete. Lo sforzo comune é quello di spingere noi stessi laddove non riusciamo ad andare.
L”obiettivo é la felicitá e che sia bella stropicciata. Che a noi ci piace cosí. Con delle pieghe in cui c’é un mondo da scoprire. Il vostro. Il nostro. Se mi permettete.
Sapete, a volte, davvero ci poniamo le domande sbagliate. E lo facciamo per tanto anche con i nostri figli.
Allora provate a porvi la domanda giusta: cosa mi piace? E partite da lí.
Cercate. Rovistate. Guardate tra le intercapedini. Sono curiosa di sapere se avete una risposta.
Intanto qui potete essere quello che volete. A parte essere brave bravissime.
Che se non si cerca non si trova. Quindi cercate.
A me le vostre anime stropicciate piacciono. Proprio perché non scivolano via. E rimangono. Parte di me.
Un caro abbraccio Penny
Leggerti …. e amare , per la prima volta, la mia anima stropicciata.
Grazie.
Semplicemente grazie
Amala. Ne vale sempre la pena. Penny
Wow non so come ci sono finita qui ma credo che l’universo stia rispondendo alle mie richieste!
Allora resta o torna. Ti aspetto. Baci Penny
Assolutamente d’accordo, ciò che ci piace fare è proprio ciò che siamo bravi a fare … perchè quello che ci piace lo facciamo con l’anima, con il cuore, con l’istinto, escudendo un po’ la mente e questo porta sempre riuscita e benessere interiore 🙂 Spesso però è così difficile capire la differenza tra cosa ci piace davvero e cosa invece i nostri condizionamenti mentali ci portano a pensare che ci piaccia!
Bellissimo il tuo pensiero che sia una fortuna avere un’anima stropicciata, perchè le cose lisce scivolano e quelle piatte restano piatte … bella immagine, commovente!
Grazie anche per questo bellissimo post
Serena
Grata. Io sono stropicciatissima e più gli altri sono stropicciati, più mi piacciono. Quindi benvenuta. Che qui di piatti non ne vogliamo. Ps i disegni sono della mia sedicenne. Lei non sa di avere un dono ma continua a farli e secondo me ci ha preso pure gusto. Comunque li pensa ed è bellissimo. Penny
Io un cencio, ma sto cercando di darmi una stiratura, si comincia dagli angoli…
Non so da dove si cominci. Ma un certo punto tutto accade, e noi stiamo meglio con o senza struttura, cara Giada. Un abbraccio Penny