Le mie figlie mi smuovono l’animo, e sono per me amore illimitato. Succede però che cado in tentazione e il mio valore lo riconosco attraverso le loro sconfitte o le loro vittorie.

Quando avviene qualche fallimento devo prendere un bel respiro e guardare lontano.

Ogni giorno parlo con colleghe e amiche care che condividono con me lo sforzo di avere dei figli che fanno fatica, che magari hanno un disturbo di apprendimento, oppure no, e devono lottare da sole contro una società ed una scuola che salva quella parte di ragazzi che ottiene risultati ottimali.

E tutti gli altri? Cosa ne facciamo?

La verità è che i nostri figli non devono darci soddisfazioni, né raggiungere mete. Devono rispondere al loro destino, e non alle nostre aspettative.

Spero di non dire mai alle mie girls: con tutti i sacrifici che ho fatto per voi…Penso al carico che darei loro. Di quali sacrifici si parla?

Io so che mi barcameno tra ripetizioni di greco, latino e matematica, professori illuminati e altri tremendamente ingiusti.

Ho la percezione che gli adolescenti di oggi non sappiano più cosa sia la solidarietà e che vadano a scuola “gareggiando”. E che i genitori li seguano a ruota libera.

Ad esempio, trovo terribile che i voti vengono immediatamente scritti su WhatsApp con commenti al seguito.

Ma capita a tutti di essere dentro a vortici da cui difficilmente si riesce a uscire?

Ed è davvero tutta colpa nostra?

Vorrei guardare le girls, e premetto che ci riesco poco pochissimo, con gli occhi di una madre che sa scindere la sua vita da quella dei suoi figli.

Che accetta dei fallimenti e sa esserci quando le ferite sanguinano.

Vorrei essere una madre che non le giustifica a priori perché devono arrivare chissà dove.

Mi chiedo dove si trova tutta quella terra di mezzo che non eccelleE quali frustrazioni si debbano reggere se non si hanno dei figli che sono bravi bravissimi.

Mi chiedo perché invece di andare in una direzione di solidarietà e comunione di intenti, a volte, li spingiamo verso un “si salvi chi può”.

Non mi salvo neppure io quando insisto con la girl bionda che deve fare sport, quando chiedo alle mie figlie che voto hanno preso le compagne, quando le spingo verso qualcosa che non desiderano perché si deve. In nome di che cosa?

A volte mi sento uno schifezza di madre.

Ma ho presente verso quale sforzo devo dirigermi: guardare le mie ragazze per quello che sono, e non per quello che fanno. Insegnar loro che competere vuol dire andare con e che di loro mi preme solo la felicità.

Difficile, lotta continua con me stessa per non cadere in quei ricatti sociali che mi vogliono una madre brava bravissima come specchio sulla vita delle mie figlie.

Ho la sensazione che attraverso il fallimento dei nostri ragazzi noi genitori abbiamo una grande possibilità. Vederli davvero per quello che sono.

Va bene: sono una madre pessima pessima insieme alle tante madri che mi scrivono. Madri di figli che desiderano solo di essere amati.

Non so se mi sono spiegata, ma ci tenevo, per me e tutte le madri e i padri che non hanno sempre i figli al meglio, che cercano strade per stare bene con loro, che non li spingono ad essere ciò che non vogliono. Che magari stanno un passo indietro e sono a lunga percorrenza. Per loro, per le mie girls e tutti gli altri.

Un abbraccio Penny

 

25 comments on “I figli che non riescono.”

  1. “trovo terribile che i voti vengono immediatamente scritti su WhatsApp con commenti al seguito.”WhatsApp è come le assemblee di condominio: non so perchè ma tirano fuori il peggio dalle persone.
    “Non mi salvo neppure io quando insisto” Sei/siamo semplicemente umani: non robot, non perfetti; umani e basta.
    “adolescenti di oggi non sappiano più cosa sia la solidarietà e che vadano a scuola “gareggiando”” e questo mi preoccupa non poco perchè ci stiamo preparando un futuro e una società di…materiale poco piacevole?

    Ciao Penny, siamo in tanti.

    • Sai cos’é? Sembra che il concetto di libertà individuale sovrasti ogni cosa. Sarà che sono convinta di una cosa: la nostra libertà finisce dove inizia quella di un altro. E per me andare insieme conta. Ha un valore. Forse sono fuori tempo. Mi consola sapere che non sono proprio sola…Grata Penny

  2. “Madri di figli che chiedono solo di essere amati”, è una frase semplice ma che dice molto. Perché amare senza chiedere niente in cambio non è mica facile sai? Neanche per noi mamme. Chiediamo di essere ripagate con figli speciali. E spesso li usiamo come metro di valutazione per non solo il nostro ruolo di genitore, ma di tutta una vita. Belli, bellissimi articoli (anche l’altro) toccano corde che a volte fanno male. Un abbraccio

    • A volte quando scrivo penso a ciò che desidero da me stessa, anche a ciò che non ho avuto. Ai voli pindarici che ho dovuto fare per volermi bene. Vorrei che per le mie ragazze fosse piú semplice…Grazie mammazen…ci riesci a essere zen?

  3. Sempre al profondo….arrivi sempre lì ….e non smetterò mai di pensare che tanto esiste una parte di mondo anche per chi ha questa sensibilità . Grazie come sempre. Grazie.

  4. Grazie, grazie, grazie penny. È sempre bello leggerti. Mi ritorno come padre e come figlio. Brava, brava, brava. Come nella vita normale vi sono cose che non condivido. Ma sono solo legate allo stile (grassetti, cambi di dimensione di farattere che distolgono) e alla parola girls che non mi piace. Ma per fortuna la vita ognuno la vita la vige come vuole e i nostri figli devono imparare ad accettare se stessi e gli altri.
    Scrivi, scrivi, scrivi che io continuerò a leggere, leggere, leggere

    • Grazie Stefano, in effetti neanche a me non piacciono i cambi di dimensione, il carattere grassetto…chissà perché lo faccio. Sono contenta che mi segui e se mi scrivi per me é un modo di apprendere, imparare da altri.
      Per i 6 e mezzo di tua figlia…leccati le dita. Tutto é davvero relativo. Quante volte sentiamo dire: era cosí un bravo ragazzo, buoni voti a scuola…e poi succede l’imprevedibile o il gesto folle…Quindi la penso proprio come te, nella vita siamo tante cose e cosí i nostri figli. Ti abbraccio. Grazie di esserci.

  5. Cara Penny,eccomi qui. Scusa se non ti ho scritto ieri sera ma ho terminato tardi il lavoro. Nei tuoi scritti,non vedo in alcun modo una schifezza di madre. Vedo una donna che ha il coraggio di farsi domande,in un mondo dove spesso farsi domande è troppo scomodo e faticoso. Vedo una donna che si fa smuovere l’animo dalle figlie e che dimostra pertanto di non essere una madre impenetrabile ma disponibile. Vedo una donna che non passa la sua vita bussando alla porta degli schemi,perché ha capito fin da subito che a certi schemi è meglio non appartenere. Una donna che ben ha compreso quanto i figli specchio,siano in realtà specchietti per le allodole,che arrancano per soddisfare le aspettative di genitori troppi ingordi di successi. Ed il rischio che questi specchietti s’incrinino,aumenta,ahimè, dopo ogni prestazione pretesa ai massimi livelli. È nelle sconfitte che i figli imparano a crescere. Ed è nelle stesse sconfitte che i genitori,comprensibilmente affranti,sapranno quale strada scegliere,se quella della condivisione o quella della mortificazione. A me sembra che tu abbia scelto il giusto percorso,quello della comprensione e del riconoscimento dell’individualità. E certo che ci si sente funamboli,in bilico tra sicurezze e sensi di colpa,ma non per questo si è sbagliate. Lo sbaglio si nutre delle false perfezioni,delle educazioni da copertina,delle genitorialità patinate. Di mamme del Mulino Bianco non se ne può più. Preferisco definirmi una “mamma del mulino”,intesa come una mamma che gira su se stessa nel tentativo di fare del proprio meglio,nella consapevolezza di sbagliare e nel coraggio di non sottostare a luoghi comuni a lungo deleteri. Il colore del mulino cambia ogni giorno,perché le emozioni non possono avere un unico colore. L’istinto di supremazia scolare,la brama di gareggiare fra i banchi,nascono fra le mura domestiche e,per fortuna,fra le mie mura non passano messaggi ridicoli di supremazia a tutti i costi. E credo,anzi,ne sono sicura,nemmeno fra le tue mura. Sei una madre eccezionale,Penny,in tutte le tue sfumature. Una madre che in tanti vorrebbero avere. Buona giornata,a te ed alle girls ?

    • Grazie per le parole che sanno consolare.Una madre del mulino o mulinello…dentro a vortici da cui spesso si esce a fatica.
      Una cosa la so. Cerco e provo con tutta me stessa a guardare le mie figlie per quello che sono. A volte mi piacciono a volte meno. E quando capita che non le sopporti, perché capita, vado a farmi un giretto. Poi torno. Seguiranno la loro strada, anche questo so. Imprevedibile come é stata la mia. Inutile programmare, l’esistenza segue il suo corso. Quindi sí. Una mamma da mulino.Il bianco lo lascio ad altri. Un bacio grande Penny

  6. Sono figlia di famiglia antica,madre casalinga e padre bancario
    quattro figli,tutti da far mangiare,vestire e studiare.Tutti amati alla stessa maniera.Mia madre correva da un professore all’ altro e per ogni figlio aveva gioie e dolori ma…..se li teneva per se ,in silenzio o ne parlava sottovoce con papà la sera.Non ci ha mai coinvolti nelle sue ansie e ci ha sempre accettati per quello che ‘potevamo essere’.
    Mia madre ha sempre avuto un atteggiamento sano.Si va avanti,comunque ….ma ci ha sempre difeso come una mamma-gatto ,dalle ingiustizie.

    • La tua era una mamma sul serio. Ma non è facile, io sono sempre piena di dubbi e mi sembra di non fare mai la cosa giusta. Alcune madri non riescono ad essere magnanime con i propri figli perché non lo sono con se stesse. Vanno perdonate? Credo di sì. Io vorrei che le mie figlie mi perdonassero tutte le volte che sbaglio. Sarà così? Tante domande nessuna certezza. Che bello ritrovarti Penny

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