L’angoscia più grande della separazione era la sofferenza che avrei procurato alle mie figlie.

Quel tempo spezzato. Divise tra madre e padre. Ma, come ho già detto un sacco di volte, non potevo far altro. Nemmeno per loro avrei potuto rinunciare alla mia felicità.

Pensatela come volete, chiamatelo egoismo. Io la chiamo sopravvivenza. E mi sono punita abbastanza da pensare che punirsi non ha senso se non aggiungere sofferenza ad altra sofferenza.

E che tanto dolore non porta da nessuna parte. E non costruisce.

La decisione finale di separarmi è stata mia. Lui ha scelto di fare la vittima, io la stronza. Ho messo sulle spalle. Ho perso delle amicizie, mi hanno dato anche della troia, e sono andata avanti.

Il tempo diviso dei figli è un tempo che strazia. Entrambi. Distrugge. Si ha paura di perdere la quotidianità con loro. E ci si sente morire.

Si va alla ricerca della soluzione migliore. Due giorni di qua, quattro di là, con l’ansia di fare la scelta giusta e, spesso, si perdono di vista le loro esigenze.

Capita che gli uomini lavorino più ore delle donne, e anche nel mio caso era così, quindi,  io e il mio ex marito, avevamo deciso di fare in modo, all’interno di due settimane, che le bambine stessero 8 giorni con me e 6 con lui. Il sabato e la domenica alternato. In modo che non avessero troppi spezzoni.

Il mio compagno, ad esempio, ha iniziato scegliendo la stessa modalità, poi era troppo faticoso per i ragazzi spostare libri e vestiti, così sono stati loro a chiedere ad entrambi i genitori di fare una settimana per uno.

Questo per dirvi che non esiste un modo giusto. Che se si sanno ascoltare i figli, spesso, ci indicano la strada. Che le esigenze cambiano in base all’età. Che ad un certo punto si spostano in autonomia. Che i vestiti non sono un problema se non lo facciamo diventare noi con ripicche e ricatti. E nemmeno gli orari.

Che dovremmo essere elastici e interscambiabili perché di fare i genitori non si smette. Che se non li tiriamo di qua e di là, loro saranno liberi di stare.

Che molto dipende da noi.

Che il tempo non riguarda il tempo. Ma l’uso che ne facciamo. Che non trattenere è sempre la scelta vincente. Che esistono i padri che sono anche madri e allora davvero lo scambio può essere alla pari.

Non si perdono i figli. Se gli si insegna che l’amore è libertà. Se non li vediamo tutte le sere e non siamo presenti nella loro vita fisicamente ogni momento. Non si perdono. Non così.

Li perdiamo quando gli chiediamo di scegliere. Quando li allontaniamo dall’altro. E se è il nostro ex coniuge a trattenere, l’unica possibilità che abbiamo è far vedere ai nostri figli che esiste un altro tipo di amore.

Che non contempla il possesso. Che non gli chiede di essere a metà. Che li lascia andare e gli dice: stai tranquillo io sono qui. Ti aspetto.

Che se li tratteniamo lo facciamo per noi. Perché abbiamo paura e allora combiniamo dei disastri. Che nessuno come i bambini è capace di adattarsi a situazione nuove se si sentono accolti.

Che se ci chiedono di stare un giorno in più con uno o con l’altro, non è un fallimento, sanno di poterlo fare con il coniuge che permette un’apertura.

Che nella vita non tutto va come deve, lo impareranno prima degli altri i nostri figli, ma impareranno anche che l’amore non si perde. Non quello del proprio padre e della propria madre. Che nell’esistenza ci saranno tante separazioni da affrontare, ma non per questo ci si frantuma.

Che l’amore è impastato di libertà. Solo di quella. E che amare è molto più bello che farlo nel modo sbaglialo.

La speranza? Che i nostri figli di separati sappiano riconoscere l’amore molto prima di quello che abbiamo fatto noi.

E che ci crediate o noi. Io sono fiduciosa. Siccome ogni cosa, anche la più dolorosa, contiene in sé qualcosa di buono. Vorrei questo. E lo vorrei per loro. Che sono le figlie che amo.

E per noi. Che abbiamo sofferto tanto per stare bene almeno un po’.

Penny

16 comments on “Quei bambini divisi a metà.”

  1. Ciò che scrivi è straziante eppure contiene una grande speranza. Mi piace. Come molto altro che scrivi lo trovo ricco di spunti, mi spinge a chiarire alcuni aspetti oscuri della mia relazione,a trovare nuovi stimoli,a non lasciar perdere se non quando sentirò di non voler più continuare veramente, a cercare la felicità dovunque essa si trovi e sotto qualsiasi forma si manifesti. A volte dimentico di farlo. Buon pomeriggio

    • Cara Federica, se dovessi augurarmi qualcosa da questo blog è quello che tu scrivi. Sostenere. Stare vicino. Dare spunti. Tutte cose che mi tornano indietro per pensare e ragionare ed esserci. Che, a volte, ci si dimentica di cercarla questa felicità. Ti abbraccio. Grazie di esserci con me. Penny

  2. Spero che i vostri figli, tutti, leggano questo post e si rendano conto di come la vostra evoluzione per tentativi ed errori stia regalando loro qualcosa di molto prezioso. Che potranno usare. E anch’io sono fiducioso..

      • Sono sempre così sull’attenti da non rendermene nemmeno conto. Ho letto le parole di Paolo, una dopo l’altra, aspettando poi l’attacco finale. Non c’era. Chiedo scusa a Paolo e a me stessa per essere stata tanto prevenuta. Che mi sia da lezione…
        E Penny.. grazie. Ti ho scoperta oggi. A due anni e mezzo dalla mia separazione, scelta e faticata, come per tutti. Meglio tardi che mai. Sei da leggere e rileggere. Un supporto, una mano che ti accarezza e ti dice che “va tutto bene”.. è quello che serve. A tutte.
        Ben arrivata nella mia vita!

      • Ti ringrazio tanto. Sono quella voce che avrei voluto per me. Anche da bambina. Tutto qui. E, siccome le cose non capitano a caso, grazie di essere qui. Ben arrivata. Penny❤️

  3. Capisco e condivido tutto quello che esprimi, e mi ci rispecchio in tutto.
    Come se già non bastasse il carico di sofferenza che una separazione porta con sé, di per sé, anch’io sono stata oggetto di insulti, e non solo dal mio ex marito, ma anche da mio padre. E sono quelli che hanno fatto più male.

    • quanto rompete signori genitori divisi,,,,!!quanto cercate comprensione aiuto ma quanto non rinunciate alla vostra felicità che avete cercato e state godendo,,,non chiedete comprensione,,,state felici ,,abbracciate i vostri bimbi ma non fate pagare a loro la vostra dabbenaggine,,,,se un rapporto si rompe ,,,la colpa è di tutt’e due, i protagonisti della scena,,,,state zitte state zitti e non ci mandate a scuola bimbi soferenti,distratti,svogliati,,,,e cmq addolorati per la perdita di equilibrio familiare,,,,

      • Mi chiedevo Silvana se insegni. Perché se insegni devo dire che le tue parole mi hanno un po’ infastidito. Se insegni saprai bene che le fragilità dei bambini di oggi non dipendono dai genitori separati, almeno non solo. Saprai bene che, in coppia o scoppiati, le famiglie di oggi portano con sé molte fragilità. La colpa per non esserci, il demandare, il giustificare…ogni tempo ha le sue pene. Una cosa è certa non tutti i genitori che stanno insieme hanno un equilibrio famigliare per cui i bambini sono in bolla, anzi. E comunque non so, ma si aiutano i genitori parlando in questo modo? Perché se possiamo fare qualcosa con i nostri alunni è richiamando a noi i loro genitori, non colpevolizzandoli…Pensaci. Penny

    • Le ferite dell’infanzia lasciano segni permanenti che condizionano le scelte dell’età adulta. Ma facendosi aiutare si può riuscire a lenire quella sofferenza e a trasformarla in esperienza per il presente. Ci sono passata,è stato un percorso duro e dallo esiti a volte misteriosi ma ringrazio il giorno in cui mi sono decisa ad affrontare quelle ferite. In bocca al lupo!

    • Ci vuole pazienza e resistenza. Ci vuole coraggio. E sai cosa penso? Che quando ci separiamo la vera separazione è quella con l’idea di perfezione che volevamo dare ai nostri genitori. Che poi vuol dire crescere. Ti abbraccio Penny

  4. Ho due divorzi alle spalle con due figlie da ognuno dei matrimoni. Nel primo caso ho vissuto lo schema distruttivo aggravato dal fatto che, per motivi di lavoro vivevo a Milano, mentre mi figlia a Torino. Tre anni fa dopo la seconda separazione decisa nonostante i “consigli” contrari proprio in nome del bene della figlia di otto anni e i giudizi relativi al mio presunto secondo “fallimento”, ho messo al centro me stesso e il benessere di mia figlia. Me stesso perchè ho capito che comunque i nostri figli soffrono a vivere in una situazione di conflittualità e tradimenti e, quindi, il sacrificio di mantenere la coppia a ogni costo nasconde forse più la nostra paura a rimetterci in gioco e ad assumerci le nostre responsabilità.
    Ho capito che i figli vogliono chiarezza e autenticità perchè intanto capiscono molto di più di quanto pensiamo e tutti i nostri pietosi tentativi di indorare le pillole e manipolare eventi e realtà ottengono solo il fantastico risultato di farci perdere credibilità e fiducia. .
    quindi lasciamo andare i nostri sensi di colpa e cerchiamo nell’ambito delle nostre possibilità di fare le scelte in armonia con i loro bisogni. nel mio caso ho scelto di prendere casa il portone a fianco (non scherzo, sono passato dal numero civico 8 al 10) pagando dazio iniziale al mio istinto di ,,,,,,,,ogni volta che incrociavo la ex moglie e alla rabbia di vedere i 200 mq frequentati da terzi mentre rientravo nel mio bilocale. Ma grazie a questo ho avuto conferma che l’attaccamento a beni e quant’altro di materiale non ci rende felici. Il mio benessere è alimentato dal vedere mia figlia serena che oggi, dopo 5 anni dalla separazione vive le due case come un’estensione naturale del suo spazio e va e viene senza problemi nell’ambito delle poche regole che abbiamo concordato tutti insieme.
    .

    • Caro Riccardo, in realtà non ho nulla da aggiungere, ma proprio nulla. Chi ti ha come padre è molto fortunato e anche come ex marito, anche se probabilmente non lo sa. Mentre leggevo il tuo commento, pensavo: è tutto così semplice. Eppure le cose si complicano e, a volte, non sappiamo come fermare la girandola del male, dei ricatti, del dolore. E poi, hai davvero ragione. LE COSE SONO SOLO COSE. E bisogna lasciare andare per un bene più grande che è quello dei nostri ragazzi. Quindi, ritorna, quando hai voglia, se hai voglia, che noi donne da sole ogni tanto ci incastriamo…e abbiamo bisogno di un altro punto di vista e di sguardi diversi. Grazie davvero Penny

  5. Penny, quante belle parole.
    Non riesco piu’ a tenere il conto di quante donne come te hanno lasciato uomini come me, pochi anni dopo avere costruito con tali uomini una famiglia (anche qualche uomo, ma oramai sono in minoranza)..
    Non spieghi perche’ hai lasciato tuo marito, ma molte donne, cosi’ come la mamma dei miei due figli, dicono: “e’ un otitmo padre, un compagno fedele e pieno di grandi qualita’ (infatti poco prima ci si era innamorati di questa persona), “ma mi sono sentita trascurata” (guarda un poco, il to ex marito lavora piu’ di te …, anche io lavoro e lavoravo molto piu’ di lei, anzi mi facevo e faccio ancora un sedere cosi’ per portare abbastanza soldi a casa).
    “Poi ho incontrato quest’uomo e mi sono sentita rinata, mi e’ sembrato di avere 20 anni”. No cara, molte di voi vi sentite 20 anni ma avete la maturita’ di una bambina di 10.
    “Non ero piu’ attratta da mio marito, eravamo come fratello e sorella …” ma insomma, ma esiste solo il sesso per voi? Possibile che sfasciate famiglie perche’ arriva un uomo nuovo, che in quanto nuovo trovate piu’ attraente di quello vecchio che oramai conoscete troppo bene? Ma veramente fate?

    Io spero per te che non ricadi in questa categoria di donne. Spero che c’erano dei motivi seri per lasciare tuo marito. Non perche “non ero felice”. Ma insomma, la felicita’ la devi trovare dentro di te, non per quello che il tuo compagno ti da o non ti da, almeno fino a quando non c’e’ abuso o violenza.

    Ma ti eri interessata a tuo marito? Gli chiedevi come andava sul lavoro. se era stressato? Gli hai mai chiesto se aveva bisogno di aiuto non solo dal punto di vista pratico?
    Gli hai mai chiesto aiuto per i tuoi problemi? Intendo i problemi veri, quelli che ti rendevano infelice?
    Te lo chiedo perche’ a me la mia ex mi mandava solo i “segnali”. Sai, i segnali che mandano le donne, che solo loro capiscono. Del tipo, “se ti avevo detto spessp che avevo mal di testa, vuol dire che non ti amo piu’, possibile che non lo hai capito? Perche’ ti sorprendi ora che ti dico che non ti amo piu’ e mi sto vedendo come un altro?”.

    Vedi, se non si e’ costruita una famiglia insieme, allora non c’e’ nessun problema. Bye Bye, e’ stato bello e mi tengo tutti i bei ricordi. Un poco di sofferenza e si va avanti.
    Ma quando si sono fatti dei bambini, tutto cambia. Mi dispiace ma quando fai dei bambini prendi un impegno, con loro e con colui o colei con cui li hai fatti. Se ci sono dei problemi, li si afronta.

    Nonostante la sofferenza tremenda che mi ha dato la mia ex, io penso di essere un ex-compagno perfetto. Le do piu’ soldi di quanto dovrei. Non ho mai detto ai bambini che e’ stata lei a tradirmi prima e lasciarmi poi, non prima di tradirmi per qualche settimana con un altro. Non parlo mai male di lei davanti a loro. Lei non smette di ringraziarmi quasi in ogni messaggio. Lei anche si comporta benino. Passiamo spesso giorni insieme. Ci trattiamo bene davanti ai nostri bambini di 6 e 9 anni. A volte ci abbracciamo davanti a loro. Li abbracciamo continuamente. Li vedo quasi ogni giorno e passano con me 2 notti a settimana. Parlo tanto con loro, e loro mi dimostrano tanto amore. E fanno lo stesso con la mamma.

    Eppure soffrono tanto. Non aggiungo i dettagli, ma per uno dei due i segni sono evidenti nel comportamento.Soffrono perche’ fanno una vita di merda. Cotinui passaggi da una casa ad un’altra, Non sanno mai bene dove dormiranno la sera, nonostante cerchiamo di mantenere una routine precisa. Quando stanno com me gli manca la mamma, e quando stanno con lei gli manca il papa’.
    Come staresti tu se quacuno ti dicesse “stasera non dormi a casa tua ma nell’altra casa, scusa c’e’ stato un cambio di programma”.

    Soffrono perche’ non hanno mai visto enormi litigi. Probabilmente percepivano che la mamma era spesso di cattivo umore, a differenza del padre che in genere era quello che manteneva alto il morale dlela truppa. Ma non c’era conflitto, abuso o violenza. Nostra figlia chiedeva spesso (ora ha smesso): “perche’ dobbiamo essere separati” (nota: dobbiamo, non dovete, perche’ anche loro si sentono separati).

    Che esempio stiamo dando a loro? Solo egiosmo.

    Un ultima cosa: sai perche’ non ho piu’ rancore per la mia ex?
    Perche’ lasciare andare il rancore e’ meglio per i nostri figli,
    Perche’ lei ha ferite profonde dalla sua infanzia, dovuta alla separazione molto conflittuale e traumatica dei suo genitori (non come la nostra, da manuale), piu’ altri traumi legati a questo.
    Perche’ lei ha solo avuto esempi di egoismo, non solo in famiglia, ma anche tra le amiche (tante amiche carissime che hanno lasciato i loro mariti o compagni perche’ non erano attratti da loro come lo erano dai nuovi uomini incontrati).
    Allora ho deciso di darle un esempio diverso. Al suo egoismo ho risposto mettendo al primo posto il bene dei nostri bambini e, addirittura, il bene suo. Perche’ io l’impegno lo avevo preso e lo mantengo, finche’ vivo.
    Certo, se incontro una donna che mi fa innamorare e che si innamori di me, mi prendero’ un po’ di felicita’ anche io, ma sempre mettendo i miei figli al primo posto (e quindi per un poco loro non vedranno nessuno al mio fianco, almeno davanti a loro).
    Insomma, non sono un martire, ma sto tando un esempio diverso. A lei, ed ai miei figli.
    E vedo che lei sta riconsiderando tante cose. Non penso che torneremo mai insieme, perche’ mi ha fatto soffrire troppo. Ma almeno penso stia acuistando un poco di empatia.

    Sai, se i genitori avessero tutti una dose normale, non enorme ma almeno adeguata, di empatia, le separazioni sarebbero una rarita’. Se hai empatia capisci che separarsi quando si hanno dei figli, particolarmente quando sono piccoli, e’ come spezzare una gamba ai tuoi figli con una frattura di quelle brutte pero’. Ok, si riprendono, ma con un chiodo che rimane per sempre, che a volte produce qualche dolore quotidianamente. Magari quando fa umido.
    Ma anche se poi guariscono completamente con 2 mesi di gesso, senza piu’ dolori dopo un anno, la spezzeresti mai la gamba di tuo figlio perche’ cosi’ sei piu’ felice? Penso proprio di no.

    Allora se non capisci il livlelo di trauma e sofferenza che porti ai tuoi figli con una separazione, vuol dire che hai seri problemi di empatia.

    Scusa lo sfogo. In fondo non ti conosco e magari sei molto diversa dalla mia ex.
    Ma so che ci sono tante donne e tanti uomini per i quali tutto quello che ho scritto vale perfettamente.

    Siamo tutti essere umani, e tutti facciamo tanti sbagli. Io per esempio ho tanti difetti, che hanno comunque contribuito all’infelicita’ della mia ex, anche non penso proprio ne fossero la vera causa.
    Quindi non ho scritto tutto questo per mettere te tra i cattivi e me fra i buoni. Probabilmente sei una persona milgiore di me in tante cose.
    Ma vorrei almeno avere il diritto di provare sofferenza per le fue figlie, e per tuo marito, cosi’ come per i miei figli, per me, per la mia ex, e anche per te. Ci siamo tutti fatti tanto male e almeno nel caso della mia famiglia penso proprio non era necessario. Sai, mentre ti scrivo, i miei figli stanno a meno di un km di distanza, ma non li vedo da ieri e non li vedro’ fino a domani. E’ una tortura, per me e per loro.
    E pensa che io sono tra i padri separati piu’ fortunati!! Figurati il resto.

    Poi si deve perdonare e la vita deve andare avanti. Con un sorriso.

    • Caro G intanto ti ringrazio per aver scritto, avrei tante cose da dirti…Partiamo dal presupposto che ogni storia è a sè, quindi per quanto possiamo generalizzare tu racconti la tua storia, io la mia.
      A me che mio marito fosse un bravo uomo non mi bastava. Non mi bastava essere scontata. Non mi bastava più dirgli di sì per accontentarlo. Non mi bastava. Quando ci stavamo lasciando non mi ha mai detto: ti amo. Mi ha detto : io ho bisogno di te. Con lui non ero libera. Controllava ogni cosa. Dalle tende, alle vacanze. Non mi ascoltava. Lasciatelo dire non troviamo un uomo perché è più attraente. Lo troviamo perchè il marito ha lasciato un vuoto enorme. Il sesso è l’ultima cosa che ci interessa. É vero la felicità la dobbiamo trovare dentro di noi. Ma quel noi è fatto dalla nostra vita e nella nostra vita c’è l’amore. E non si può prescindere. Quando l’amore finisce, in quell’amore ci siete entrambi. Sulla sofferenza dei figli tu dici di fare il possibile e di essere “perfetto” ma in questo tuo scritto compare ancora tanta rabbia e i ragazzi sentono e vedono. Se tu soffri è possibile che loro lo percepiscano. Chissà. Comuque se leggi un po’ di me negli altri articoli, forse lo capisci perchè ho lasciato mio marito.
      Voglio una vita che abbia un senso. La rivendico con forza e ti sembrerà strano ma credo che per le mie figlie la separazione sia stata una grande possibilità per imparare ad amare.
      Grazie ancora, spero di essermi spiegata meglio. Penny

  6. Ciao Penny,

    Grazie della risposta e scusa dei refusi. Ieri ero stanco e sarei dovuto andare a dormire invece di scrivere. Poi devo anche cambiare gli occhiali, ma ora devo risparmiare su tutto.
    Però continuo a essere tutt’altro che convinto delle tue tesi. Tu pensi che si dimostra l’amore dicendo “ti amo”?
    Quanto al bisogno dell’altro e alla libertà. Io non ho detto mai alla mia ex che avevo bisogno di lei, perché’ non ho mai avuto bisogno di lei. Però la nostra famiglia aveva bisogno di lei (come di me). Magari tuo marito intendeva questo, forse senza averlo chiaro neanche lui.
    Sono d’accordo con Giuseppe di un’altra discussione. Dopo una separazione non c’è più la famiglia. Ci sono un padre, una madre e dei figli, che comunque non è roba da buttare, ma purtroppo non c’è la famiglia. E per questo i miei figli soffrono. La mancanza della famiglia si sente nell’aria. La sentono loro, la sento io, forse ora la sente anche lei.
    Mi chiedo anche come hai contribuito tu al deterioramento della tua relazione.
    Lui controllava ogni cosa. Dalle tende, alle vacanze. E non ti ascoltava. Tu che facevi invece?
    Sai, sarebbe bello se anziché’ mandare i segnali (li ho trovati i tuoi “segnali” in un altro post …) uno o una dicesse. Sai, non ce la faccio più. Ho voglia di non solo di tradirti ma anche proprio di lasciarti. Anzi, ti voglio lasciare. Ma siccome non voglio sfasciare la famiglia unilateralmente, anche perché’ l’abbiamo costruita insieme, facciamoci un week end solo noi due da qualche parte. Parliamoci ed ascoltiamoci.
    Se non vuoi parlarne allora ti lascio. Ma se ci sei allora magari si può ricominciare, qualcosa di nuovo e di più bello. Se non ci riusciamo, almeno rompiamo insieme quello che abbiamo costruito insieme. Non dovrebbe essere questo il comportamento di due persone mature?
    E poi la libertà la puoi trovare anche all’interno di una famiglia intatta, se ce l’hai dentro e se si è due persone mature.
    A me non è successo niente di tutto questo. Come tanti altri, sono stato lasciato con una decisione unilaterale, senza appello, e solo quando lei ha trovato un altro. Non prima.
    L’ho letto il tuo post sul tradimento, e non mi è piaciuto per niente.

    Comunque la mia non è rabbia. È dolore. Mi ci sto abituando e ho trovato tanta pace dentro di me. Ed alla mia ex voglio un gran bene.
    Ho tante altre cose bellissime nella mia vita, che compensano questo dolore. Ma il dolore rimane, molto forte, e penso rimarrà. Probabilmente per sempre, in me, nei nostri figli, e probabilmente anche in lei. E se ne poteva fare a meno.

    In bocca al lupo

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