Dovrei dare i numeri, ad esempio.
Uscire con le ciabatte quando piove.
O darmela a gambe.
Mettere i calzini in frigo.
La frutta nei cassetti delle mie figlie.
Lasciare i vestiti sulle sedie finchè non diventano montagne.
Prendere e partire senza lasciare un biglietto.
Non fare regali, nemmeno uno. Ora che arriva Natale.
Dovrei girare con i sacchetti della spesa e sedermi su un gradino della mia città e vedere che succede. Se gli altri si dimenticano di me e io di loro.
Guardare le vetrine. Entrare. Infilarmi un vestito che mi piace e portarmelo via. Io che non ho mai rubato neppure una gomma.
Ma ho fatto il bagno nuda per la prima volta a 43 anni. E mi è piaciuto un sacco.
Sentire che c’ero.
Dovrei mandare affanculo la prevaricazione. Invece a volte la vedo, la sento e faccio come niente fosse.
Dovrei fare la cosa sbagliata.
Stupire me stessa.
Vedere che succede.
Una mattina svegliarmi e fare la cosa sbagliata.
Non fare i letti.
Non stendere.
Non preparare la cena.
Mettermi un paio di ballerine rosse e muovermi a passo di danza mentre gli altri si aspettano delle cose.
Tipo che io ci sia.
Presente.
Puntuale.
Ogni giorno uguale a me stessa.
E dire: guardate sono io. Sono qui.
Oggi voglio ballare finchè le gambe mi reggeranno.
Dovrei saltare la fila alla posta.
Spingere.
Far inciampare chi non conosce la gentilezza.
Non scendere dal marciapiede per prima.
Attaccare la gomma da masticare sul naso di qualche collega.
Dare di matto.
Battere i piedi.
Fare i capricci come fanno i bambini. Finchè non cado stremata sul pavimento.
Posteggiare in mezzo alla strada. Scendere e iniziare a correre. I clacson dietro di me.
Dovrei prendere la moto a Natale e andare finchè il vento non mi congela.
Dimenticarmi i devo all’autogrill.
Dovrei.
Stringermi a lui.
Non ho mai fatto cose folli.
Selvagge.
Di quelle che ricordi.
Mai.
Ho sbottato qualche volta.
La cosa giusta.
Sempre.
Come una brava figlia.
La scuola.
Un ragazzo delizioso.
Il matrimonio che segue.
Come la scia di lumaca.
Una volta sola nella vita ho fatto davvero la cosa sbagliata. Quella che non si fa. Per cui ci si vergogna e ci si dice: possibile che questa sia io?
Come ho potuto arrivare a tanto?
Come ho osato?
Con due figlie, poi.
Ho aspettato tragedie.
Alla fine il mondo non è crollato.
Io sono rimasta in piedi.
Pensavo di morire.
Invece mi sono salvata.
Quando la cosa giusta ti fa soffrire.
Fai la cosa sbagliata.
È sicuramente quella giusta per te.
Penny
Le cose sbagliate ci rendono liberi
Già. Quasi sempre. E sono quelle che fanno paura perché, di solito, deludono gli altri. Ma ci fanno felici. Ti abbraccio Penny
Le cose sbagliate a volte sono le uniche che potrebbero salvarti. Se lo sai abbastanza ti aggrappa a loro e ti fai salvare altrimenti puoi solo restare li, e saperlo, e rinunciare.
Quando rinuncio io “muoro”, come dicono i miei bambini… Penny