Non siamo obbligate a fermarci davanti allo specchio a chiederci cosa ne penseranno gli altri di noi. Della nostra vita.
Non siamo obbligate ad ascoltare fingendoci partecipi o divertite. Né a far finta di essere forti. Non siamo obbligate ad essere irresistibili, né quello che non siamo.
La strada non sarebbe meno faticosa.
La strada non ci fa caso se ci siamo messe il rossetto, non guarda come siamo vestite, se siamo magre o con qualche chilo di troppo, belle o brutte. Se il tempo pesa su di noi e l’anima pure.
A lei, che è femmina, non importa quanti anni abbiamo, cosa facciamo e quali successi abbiamo raggiunto. Se siamo lavoratrici o casalinghe. Se abbiamo tradito o siamo state integerrime sempre.
Se sappiamo cos’è un orgasmo e lo cerchiamo una vita. Né se guadagniamo meno dei nostri uomini, anche se fa male e non è giusto.
Alla strada non importa se balliamo da sole o qualcuno ci indica il passo. Non importa se gli occhi sono stanchi e i giorni pure.
Non importa se siamo brave e in cosa. Se siamo madri oppure no. E non importa se siamo scompigliate, confuse, distratte. Lei sa che non abbiamo le palle e nemmeno le vogliamo. Vogliamo solo essere noi.
Sa che abbiamo cambiato le cose. Gesti di donne che procedono. Un tratto dopo l’altro. Passi, uno sull’altro. Inciampi. Figli sulle spalle. Deserti attraversati. Corpi dati alle fiamme. Coraggio che trasforma. Diritti.
La strada non ci illude, come una garanzia. Non dice di proteggerci come alcuni uomini che chiamano amore la morte certa. E fanno di noi cenere.
Lei si prende cura di noi. Fa quello che dice. Promette se può farlo.
Possiamo tornare indietro o andare avanti. Procedere con calma, oppure correre verso un futuro desiderato.
Possiamo fare capriole oppure sederci su una panchina. Immaginare ciò che sarà o rimpiangere ciò che è stato. Possiamo essere il meglio, oppure il peggio. Lei sa che valiamo.
È la strada, terra battuta. Fertile. Che sostiene. Che non frana. Che accoglie chi non ce la fa.
Su di lei si susseguono stagioni, eppure non si ferma è infinita e multipla. Sterrata, dritta, lunga, breve, piena di tornanti.
Mai la stessa.
La strada è sentiero solitario, d’accesso e di sbocco. Se vogliamo.
Percorriamola sul serio e diamole un senso.
Insieme poi, sarebbe bello. Insieme conta, di più.
Penny
sosdonne.com
Ci dovremmo amare per ciò che siamo e non per ciò che facciamo. Dovremmo capire se ciò che realizziamo lo facciamo per il reale desiderio di farlo o perché le convenzioni e il nostro giudizio implacabile rispetto a noi stesse ci impone di fare più di quello che possiamo fare. Ma arrivare a questa pace, libere di essere, distaccate dalle convenzioni e dall’approvazione degli altri,è un traguardo che si raggiunge con il tempo e con gli sbagli, perdonandoci se non siamo ciò che avremmo voluto essere. Il tempo passa e dovremmo smettere di rincorrerlo. Siamo ciò che siamo e dovremmo prima di tutto smettere di sentire di dover qualcosa. Che brutta parola Dovere, il retaggio di antichi sensi di colpa che ci hanno inculcato da bambine. È un percorso che sto faticosamente facendo, un passo dopo l’altro, molto in salita. Ma quando raggiungero’ la vetta……sarò veramente felice. Buon fine settimana
E noi dovremmo capirvi…ma non basta la vita di uomo per capire una donna. L’ho imparato a mie spese